Minaccia di gettare dal balcone il figlio di venti mesi: arrestato

Minaccia di gettare dal balcone il figlio di venti mesi: arrestato Minuti di terrore ieri mattina in via Cercenasco Minaccia di gettare dal balcone il figlio di venti mesi: arrestato L'uomo, un ex studente di legge del Camerun, era tornato sabato dalla moglie dopo un anno di separazione: "Voglio mio figlio. Piuttosto che lasciartelo, lo butto dal balcone" - Un funzionario ed un agente di polizia si sono calati da una finestra nell'alloggio della coppia Drammatica sequenza da film poliziesco, ieri mattina, al secondo piano di via Cercenasco 3 dove un giovane negro, ex studente di legge, minacciava di uccidere la moglie e di gettare il figlio di 20 mesi dalla finestra. Un funzionario della «mobile» ed un agente si sono calati, dal balcone del piano superiore, in casa dell'esagitato e sono riusciti ad immobilizzarlo dopo un forsennato corpo a corpo. L'uomo si chiama Jean Marcel Bacongo, nato nel Camerum 35 anni fa, è sposato con Livia Salvagno, 40 anni, professoressa di musica e concertista, insegnante nella scuola Giovanni XXIII. Dall'unione è nato Carlo Gustavo, un mulatto dai grossi occhi neri. Jean Marcel e Livia si sono conosciuti a Parigi, quando frequentavano l'università. Un amore improvviso, il matrimonio, poi la delusione. Lui, che nel frattempo ha trovato un posto nella capitale francese come impiegato contabile, e lei che va affermandosi come musicista, si accorgono di non andare d'accordo. Livia Salvagno si trasferisce a Torino, in via Cercenasco, il marito scompare. Pare che la donna, dopo circa un anno di separazione di fatto, abbia ottenuto un documento dal tribunale di Torino in cui è autorizzata a tenersi il bambino. Sabato mattina Jean Marcel Bacongo suona alla porta di via Cercenasco. «Voglio mio figlio, è mio» dice alla donna, in tono minaccioso. Racconterà l'insegnante alla polizia: «Abbiamo trascorso tutta la giornata e la notte a discutere: col passare delle ore, Jean Marcel urlava sempre di più, controllava ogni mio movimento, mi impediva di telefonare o chiamare i vicini. Ieri mattina, approfittando del fatto che mio marito si era assopito su una poltrona, ho telefonato a mio padre che ha dato l'allarme alla polizia. Jean Marcel se n'è accorto, ha gridato: "Piuttosto che lasciarti il figlio, lo butto dalla finestra e ti uccido":). Alle 9,40 è arrivata una «volante» col dottor Minetti, il brigadiere Marsicano e due agenti. Hanno tentato invano di farsi aprire: dall'interno dell'alloggio udivano il giova¬ ne ripetere, in francese: «Uccido tutti». Allora il funzionario e il sottufficiale sono saliti al terzo piano e da un balcone si sono calati in quello della Salvagno: con una spallata alla finestra sono entrati ntvhmt nell'alloggio mentre due agenti sfondavano la porta. Alla vista della polizia, il Bacongo ha dato in escandescenze. Si è lasciato strappare dalle mani il figlio, ma ha ingaggiato con gli agenti una lotta fu- riosa prima di essere immobilizzato. In questura, quando ha saputo che veniva arrestato per sequestro di persona e violenza a pubblico ufficiale, si è coperto il viso con le mani e si messo a piangere. II piccolo Carlo Gustavo di 20 mesi - Jean-Marcel Bacongo e la moglie Livia Salvagno Minaccia di gettare dal balcone il figlio di venti mesi: arrestato Minuti di terrore ieri mattina in via Cercenasco Minaccia di gettare dal balcone il figlio di venti mesi: arrestato L'uomo, un ex studente di legge del Camerun, era tornato sabato dalla moglie dopo un anno di separazione: "Voglio mio figlio. Piuttosto che lasciartelo, lo butto dal balcone" - Un funzionario ed un agente di polizia si sono calati da una finestra nell'alloggio della coppia Drammatica sequenza da film poliziesco, ieri mattina, al secondo piano di via Cercenasco 3 dove un giovane negro, ex studente di legge, minacciava di uccidere la moglie e di gettare il figlio di 20 mesi dalla finestra. Un funzionario della «mobile» ed un agente si sono calati, dal balcone del piano superiore, in casa dell'esagitato e sono riusciti ad immobilizzarlo dopo un forsennato corpo a corpo. L'uomo si chiama Jean Marcel Bacongo, nato nel Camerum 35 anni fa, è sposato con Livia Salvagno, 40 anni, professoressa di musica e concertista, insegnante nella scuola Giovanni XXIII. Dall'unione è nato Carlo Gustavo, un mulatto dai grossi occhi neri. Jean Marcel e Livia si sono conosciuti a Parigi, quando frequentavano l'università. Un amore improvviso, il matrimonio, poi la delusione. Lui, che nel frattempo ha trovato un posto nella capitale francese come impiegato contabile, e lei che va affermandosi come musicista, si accorgono di non andare d'accordo. Livia Salvagno si trasferisce a Torino, in via Cercenasco, il marito scompare. Pare che la donna, dopo circa un anno di separazione di fatto, abbia ottenuto un documento dal tribunale di Torino in cui è autorizzata a tenersi il bambino. Sabato mattina Jean Marcel Bacongo suona alla porta di via Cercenasco. «Voglio mio figlio, è mio» dice alla donna, in tono minaccioso. Racconterà l'insegnante alla polizia: «Abbiamo trascorso tutta la giornata e la notte a discutere: col passare delle ore, Jean Marcel urlava sempre di più, controllava ogni mio movimento, mi impediva di telefonare o chiamare i vicini. Ieri mattina, approfittando del fatto che mio marito si era assopito su una poltrona, ho telefonato a mio padre che ha dato l'allarme alla polizia. Jean Marcel se n'è accorto, ha gridato: "Piuttosto che lasciarti il figlio, lo butto dalla finestra e ti uccido":). Alle 9,40 è arrivata una «volante» col dottor Minetti, il brigadiere Marsicano e due agenti. Hanno tentato invano di farsi aprire: dall'interno dell'alloggio udivano il giova¬ ne ripetere, in francese: «Uccido tutti». Allora il funzionario e il sottufficiale sono saliti al terzo piano e da un balcone si sono calati in quello della Salvagno: con una spallata alla finestra sono entrati ntvhmt nell'alloggio mentre due agenti sfondavano la porta. Alla vista della polizia, il Bacongo ha dato in escandescenze. Si è lasciato strappare dalle mani il figlio, ma ha ingaggiato con gli agenti una lotta fu- riosa prima di essere immobilizzato. In questura, quando ha saputo che veniva arrestato per sequestro di persona e violenza a pubblico ufficiale, si è coperto il viso con le mani e si messo a piangere. II piccolo Carlo Gustavo di 20 mesi - Jean-Marcel Bacongo e la moglie Livia Salvagno

Luoghi citati: Camerum, Camerun, Parigi, Torino