E' scomparso dalla procura di Bergamo un fascicolo sui mafiosi dell'Anonima di Mario Bariona

E' scomparso dalla procura di Bergamo un fascicolo sui mafiosi dell'Anonima Colpo di scena nelle indagini sul rapimento di Rossi di Montelera E' scomparso dalla procura di Bergamo un fascicolo sui mafiosi dell'Anonima Prova che i responsabili dei sequestri Torielli, Montelera e Paul Getty erano da tempo in contatto tra di loro - E' sparito circa due anni fa - L'organizzazione specializzata in sequestri si estende su tutta Italia (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 17 marzo. Trovata a Bergamo la prova di un legame ira i rapimenti di Luigi Rossi di Montelera, Pietro Torielli e Paul Getty la sparizione di un fascicolo processuale avvenuta due anni fa alla Procura della Repubblica di Bergamo (procuratore capo il dottor Alberto Miraglìa) è oggi al centro delle indagini sulla «Anonima sequestri». Il fascicolo processuale comprova i rapporti intercorsi tra Giacomo Taormina, boss di Treviglio, ricercato per il sequestro di Luigi Rossi di Montelera e Pietro Torielli, e Vincenzo Mammoliti, in carcere per il sequestro di Paul Getty. Riguarda una denuncia dei carabinieri per ricettazione di una grossa partita di maiali. Potrebbe sembrare un episodio di negligenza, una cosa di scarsa importanza, non fosse che Vincenzo Mammoliti oggi si trova in carcere a Lagonegro per il rapimento di Paul Getty e i Mammoliti sono un clan calabrese potente almeno quanto i Taormina lo sono in Sicilia. Da tempo le due mafie si sono riconciliate. E' un anello sul quale oggi lavorano il dottor Turone di Milano e il dottor Roberto di Bergamo, che hanno trovato una ulteriore conferma alla convinzione che la «Anonima sequestri» è la «mamma» dei rapimenti. Il fascicolo è scomparso nel 1972. Giacomo Taormina aveva dichiarato: «Sono un ricco possidente siciliano. Tutto regolare. Non so nulla della ricettazione: ho acquistato a prezzo giusto bestie regolari». L'istruttoria in corso a Berga¬ mo non sembrava in realtà arricchirsi di molti elementi nuovi, ma forse una scadenza immediata che poteva compromettere le persone coinvolte ha determinato la necessità di far sparire il fascicolo. Interrogatori, testimonianze, stesura di atti, una enorme pila di documenti custoditi in un ufficio della Procura della Repubblica hanno preso il volo. Solo recentemente il fascicolo è siato faticosamente ricostruito e qualche tempo fa inviato a Vercelli per il processo. Il dottor Turone, che seguiva la traccia dei Taormina, è ora arrivato allo scottante fascicolo. L'episodio e gravissimo, soprattutto se inquadrato in una serie di fatti sospetti: Giacomo Taormina fuggito mezz'ora prima che la Finanza scoprisse il nascondiglio di Montelera; la fuga dalla questura di Bergamo di Damiano ■ Alfio Caruso, «pezzo da novanta», sospettato anche per l'affare De Mauro, il giornalista de «L'Ora» di Palermo, scomparso in drammatiche circostanze. Il Caruso, che era amico del Taormina ed aveva abitato anche nella cascina prigione di via Calvenzano, si allontanò dagli uffici con la scusa più banale: «Vado a comprare un pacchetto di sigarette». Non è più tornato. Vincenzo Mammoliti, nato a Castellace (Reggio Calabria), trentadue anni, com merciante di oli f«Non si torchia una oliva, fra Castellace e Oppido Mamertino, che i Mammoliti non vogliano»;, fu arrestato a Gioia Tauro nel gennaio scorso per il sequei stro di Paul Getty. E' nelle carceri di Lagonegro. Questo nuovo elemento co stituisce una conferma che, salvo qualche sfrangiatura — caso Gadolla, caso Carello e forse Fazio Longhi, quest'ultimo ancora sequestrato —, l'«Anonima rapimenti» è una diretta emanazione della nuova mafia, che non è più mafia in Sicilia, 'ndrangheta in Calabria e camorra a Napoli, ma semplicemente organizzazione delinquenziale e basta. Proprio come intendeva «Cosa nostra» quando con l'incontro a Napoli di Liggio e Buscetta con il personaggio chiave Gerlando Alberti, get lava le basi della nuova strategìa. Con Vincenzo Mammoliti sono in carcere Antonio Femia, 59 anni, da Locri, arrestato ad Alessandria, Sante Barbino, di 34 anni, Antonio Mancuso, 32 anni, Domenico Barbino, fratello di Sante, 27 anni, barelliere del Policlinico Gemelli di Roma, Giuseppe Mam'moliti e Giuseppe Lamanna, 34 anni, attivista missino. Ricercato è invece Saverio Mammoliti, detto «Saro», considerato un «cervello», evaso dal carcere di Nicotera il 13 dicembre '72, dove scontava una pena per concorso in omicidio. Come una tela di ragno tesa su tutta l'Italia, la mafia, settore «anonima sequestri», ci afferra in un inestricabile labirinto di nomi che ritornano: Taormina, Mammoliti, Badalamenti (Nunzio Badalamenti, cassiere della banda Giuliano, è il fratello della moglie di Salvatore Ugone, in carcere per il caso Torielli e madre di Giuseppe Ugone, fermato l'altro giorno per lo stesso motivo). Gli Ugone, i Carlesi, i Guzzardi, e in qualche modo ci sono legami con i Messina, i Ferrante, i Misiti, i Vassallo, i Cassino, i Cracolisi e il Caruso, sono tutti nomi che dicono forse poco, presi cosi aridamente, per chi legge, ma che rappresentano una catena di sangue, di episodi di violenza, di ricatti, di regolamenti di conti. Il ritrovamento «per caso» d' Luigi Rossi di Montelera ha inchiodato i rapitori di Torielli, sui quali si stava indagando faticosamente. Ne è rimasta compromessa tutta l'anonima sequestri. Per l'organizzazione è un fatto di tal? gravità che non stupirebbe, a questo punto, una fioritura di regolamenti dì conti. Per «colpa» di Luigi Rossi di Montelera, qualcuno ha messo in pericolo una struttura costata «fatica», denaro e che rendeva una fortuna. Non è cosa che nell'ambiente passi liscia. Mario Bariona puGmzMs■vlsscd i E' scomparso dalla procura di Bergamo un fascicolo sui mafiosi dell'Anonima Colpo di scena nelle indagini sul rapimento di Rossi di Montelera E' scomparso dalla procura di Bergamo un fascicolo sui mafiosi dell'Anonima Prova che i responsabili dei sequestri Torielli, Montelera e Paul Getty erano da tempo in contatto tra di loro - E' sparito circa due anni fa - L'organizzazione specializzata in sequestri si estende su tutta Italia (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 17 marzo. Trovata a Bergamo la prova di un legame ira i rapimenti di Luigi Rossi di Montelera, Pietro Torielli e Paul Getty la sparizione di un fascicolo processuale avvenuta due anni fa alla Procura della Repubblica di Bergamo (procuratore capo il dottor Alberto Miraglìa) è oggi al centro delle indagini sulla «Anonima sequestri». Il fascicolo processuale comprova i rapporti intercorsi tra Giacomo Taormina, boss di Treviglio, ricercato per il sequestro di Luigi Rossi di Montelera e Pietro Torielli, e Vincenzo Mammoliti, in carcere per il sequestro di Paul Getty. Riguarda una denuncia dei carabinieri per ricettazione di una grossa partita di maiali. Potrebbe sembrare un episodio di negligenza, una cosa di scarsa importanza, non fosse che Vincenzo Mammoliti oggi si trova in carcere a Lagonegro per il rapimento di Paul Getty e i Mammoliti sono un clan calabrese potente almeno quanto i Taormina lo sono in Sicilia. Da tempo le due mafie si sono riconciliate. E' un anello sul quale oggi lavorano il dottor Turone di Milano e il dottor Roberto di Bergamo, che hanno trovato una ulteriore conferma alla convinzione che la «Anonima sequestri» è la «mamma» dei rapimenti. Il fascicolo è scomparso nel 1972. Giacomo Taormina aveva dichiarato: «Sono un ricco possidente siciliano. Tutto regolare. Non so nulla della ricettazione: ho acquistato a prezzo giusto bestie regolari». L'istruttoria in corso a Berga¬ mo non sembrava in realtà arricchirsi di molti elementi nuovi, ma forse una scadenza immediata che poteva compromettere le persone coinvolte ha determinato la necessità di far sparire il fascicolo. Interrogatori, testimonianze, stesura di atti, una enorme pila di documenti custoditi in un ufficio della Procura della Repubblica hanno preso il volo. Solo recentemente il fascicolo è siato faticosamente ricostruito e qualche tempo fa inviato a Vercelli per il processo. Il dottor Turone, che seguiva la traccia dei Taormina, è ora arrivato allo scottante fascicolo. L'episodio e gravissimo, soprattutto se inquadrato in una serie di fatti sospetti: Giacomo Taormina fuggito mezz'ora prima che la Finanza scoprisse il nascondiglio di Montelera; la fuga dalla questura di Bergamo di Damiano ■ Alfio Caruso, «pezzo da novanta», sospettato anche per l'affare De Mauro, il giornalista de «L'Ora» di Palermo, scomparso in drammatiche circostanze. Il Caruso, che era amico del Taormina ed aveva abitato anche nella cascina prigione di via Calvenzano, si allontanò dagli uffici con la scusa più banale: «Vado a comprare un pacchetto di sigarette». Non è più tornato. Vincenzo Mammoliti, nato a Castellace (Reggio Calabria), trentadue anni, com merciante di oli f«Non si torchia una oliva, fra Castellace e Oppido Mamertino, che i Mammoliti non vogliano»;, fu arrestato a Gioia Tauro nel gennaio scorso per il sequei stro di Paul Getty. E' nelle carceri di Lagonegro. Questo nuovo elemento co stituisce una conferma che, salvo qualche sfrangiatura — caso Gadolla, caso Carello e forse Fazio Longhi, quest'ultimo ancora sequestrato —, l'«Anonima rapimenti» è una diretta emanazione della nuova mafia, che non è più mafia in Sicilia, 'ndrangheta in Calabria e camorra a Napoli, ma semplicemente organizzazione delinquenziale e basta. Proprio come intendeva «Cosa nostra» quando con l'incontro a Napoli di Liggio e Buscetta con il personaggio chiave Gerlando Alberti, get lava le basi della nuova strategìa. Con Vincenzo Mammoliti sono in carcere Antonio Femia, 59 anni, da Locri, arrestato ad Alessandria, Sante Barbino, di 34 anni, Antonio Mancuso, 32 anni, Domenico Barbino, fratello di Sante, 27 anni, barelliere del Policlinico Gemelli di Roma, Giuseppe Mam'moliti e Giuseppe Lamanna, 34 anni, attivista missino. Ricercato è invece Saverio Mammoliti, detto «Saro», considerato un «cervello», evaso dal carcere di Nicotera il 13 dicembre '72, dove scontava una pena per concorso in omicidio. Come una tela di ragno tesa su tutta l'Italia, la mafia, settore «anonima sequestri», ci afferra in un inestricabile labirinto di nomi che ritornano: Taormina, Mammoliti, Badalamenti (Nunzio Badalamenti, cassiere della banda Giuliano, è il fratello della moglie di Salvatore Ugone, in carcere per il caso Torielli e madre di Giuseppe Ugone, fermato l'altro giorno per lo stesso motivo). Gli Ugone, i Carlesi, i Guzzardi, e in qualche modo ci sono legami con i Messina, i Ferrante, i Misiti, i Vassallo, i Cassino, i Cracolisi e il Caruso, sono tutti nomi che dicono forse poco, presi cosi aridamente, per chi legge, ma che rappresentano una catena di sangue, di episodi di violenza, di ricatti, di regolamenti di conti. Il ritrovamento «per caso» d' Luigi Rossi di Montelera ha inchiodato i rapitori di Torielli, sui quali si stava indagando faticosamente. Ne è rimasta compromessa tutta l'anonima sequestri. Per l'organizzazione è un fatto di tal? gravità che non stupirebbe, a questo punto, una fioritura di regolamenti dì conti. Per «colpa» di Luigi Rossi di Montelera, qualcuno ha messo in pericolo una struttura costata «fatica», denaro e che rendeva una fortuna. Non è cosa che nell'ambiente passi liscia. Mario Bariona puGmzMs■vlsscd i