Una domenica con Giagnoni

Una domenica con Giagnoni L'ex trainer spettatore a Novara e protagonista in televisione Una domenica con Giagnoni Dopo il divorzio col Torino Gustavo parla di "disoccupazione effettiva" (ma senza crederci molto) - "Sono contento della stima che i tifosi granata mi hanno dimostrato, ha detto, e venire a Milano mi interessa, sarei un ipocrita a negarlo " (Dal nostro inviato speciale) Milano, 10 marzo. Non è stata una domenica da disoccupato quella di Gustavo Giagnoni. Ha assistito ad un incontro di calcio dal di fuori in ogni senso, come un tifoso qualunque, uno dei centomila che vanno alla partita. Poi è andato alla televisione per la domenica sportiva. Un Giagnoni ora tranquillo, ora irrequieto, come lui stesso si è descritto, pronto ad entusiasmarsi per un'azione di gioco, mai fermo sulla sedia della tribunetta d'onore di Novara dove gli azzurri di Parola guerreggiavano con il Como. E fra tante chiacchiere con amici e tifosi, il solito, immancabile soggetto, il Torino. Da quando 20 anni fa ha lasciato la Sardegna per tentare l'avventura calcistica sul continente, l'ex ragazzo di Olbia era sempre stato protagonista di un incontro, prima in campo poi in panchina. « Anche quando ero infortunato o squalificato — ha precisato — ero lì a pochi metri dai compagni che inseguivano un pallone...». E ora il divorzio col Torino ed una parentesi «che potrebbe anche portare alla disoccupazione effettiva » ha detto sorridendo non sapendo ancora che in quel momento a San Siro il fato stava tramando a suo favore. Con la sua Alfetta Giagnoni ha lasciato Torino di buon'ora: ha depositato la moglie e i due figli nell'abitazione milanese del cognato, poi, dopo pranzo, ha puntato su Novara. Anche qui molte manifestazioni di simpatia, « Anche in questi giorni — diceva mentre firmava autografi ad una decina di persone — non sono mai stato fermo: venerdì ero ospite dei tifosi torinesi di Orbassano, sabato sera a Chieri... Ho già un taccuino pieno per i prossimi giorni. Tutto questo mi fa piacere a conferma che i tifosi non si erano certamente schierati contro di me, anzi... Pensate se io non mi fossi arreso all'invito del Torino, se avessi opposto resistenza con tutta la piazza granata a mio favore: cosa sarebbe successo? ». Forse quello che è avvenuto oggi nel dopo-partìta al Comunale. « Ma lasciamo andare — ha continuato — non voglio creare polemiche, se avessi voluto l'avrei fatto subito all'atto del divorzio... ». Un collega si complimenta con Giagnoni per il suo primo « articolo » comparso sulla «Gazzetta dello Sport »: una rubrica dapprima affidata a Fabbri e passata ora all'ex trainer col colbacco. « Beh, articolo vero e proprio non direi — ammette —. Mi hanno chiamato al telefono, io ho risposto ed ecco il pezzo fatto con tanto di firma ed una mia foto scattata il primo giorno del mio arrivo a Torino ». A proposito della rubrica, qualcuno gli riferisce di una battuta di Fabbri: « Un paio di mesi di rubrichetta — aveva detto Edmondino apprendendo del "passaggio" dell'incarico — gli faranno bene... ». « Ha detto proprio così? » — ha chiesto Giagnoni arrossen¬ do — quindi, dopo un momento di esitazione ha aggiunto: « In casi come questi sono abituato a rispondere come in certi tackle, con i piedi puntati in avanti... Meglio che non lo faccia ». Poi Novara-Como ed un entusiasmo genuino per il gioco sfoderato dalle due squadre: « Erano anni — diceva alla fine — che non mi divertivo tanto a una partita... ». Sull'I a 0, ha detto: « Adesso il Novara raddoppia, il Como si è troppo sbilanciato in avanti ». Due minuti dopo ecco il gol-bis di Rolfo, un ex bianconero che è piaciuto assai a Giagnoni. Sul 2 a 0 Giagnoni ha aggiunto: «Ora il Como raccorcia le distanze ». Cinque minuti dopo il rigore trasformato dal portiere Rigamonti: « Bravo — Giagnoni lo ha applaudito — proprio come Sentimenti... ». Nell'intervallo le notizie radio da Torino: lai. «Speriamo — ha commentato — che abbia segnato per prima la Sampdoria e che i granata abbiano reagito: è il modo migliore per stimolarli alla vittoria... ». Ha segnato Pulici: forse perché, gli chiediamo, non gioca Graziani? « Tutte storie — precisa Giagnoni —, i due possono benissimo coesistere, qualcuno dimentica che con loro in squadra in cinque partite abbiamo conquistato otto punti e due vittorie in trasferta... Parliamoci chiaro: Fabbri non sta scoprendo niente, cosa credete, che non abbia mai detto ai miei giocatori di giocare sull'ala? Credete che rientrando Mozzini non tocchi a Lombardo fare il terzino avanzato? Graziani doveva soltanto adattarsi al gioco e arretrare — come fa Bui — quando è il momento di coprire la zona lasciata libera da Sala. Per il resto quali sono le novità? ». Le previsioni di Giagnoni giornalista sono abbastanza azzeccate: « Ho incominciato bene — ci dice sorridendo — soltanto il Milan mi ha imballato. Gli avevo dato un uno secco ». Forse per non fare arrabbiare Rivera? « Macché, quella era una partita da vincere, certo che il Vicenza in questi finali di stagione ne combina delle grosse: 10 scorso anno l'Inter, ora 11 Milan ». Mentre torna a Milano, apprende dell'assedio all'arbitro Giunti: « E' ii sesto rigore che ci fischiano contro, immagino che anche questo sarà poco credibile come quello di San Siro». Entra negli studi del la televisione proprio mentre sui teleschermi Barletti parla dell'assurdo penalty concesso ai blucerchiati: « C'era come quello con l'Inter — aggiunge Giagnoni — è il secondo punto che ci porta via Giunti, anche a Marassi fischiò un rigore per la Sampdoria per un mani involontario di Sala». Ad attenderlo ci sono De Martino, il « boss » della Domenica Sportiva e don Alfredo Pigna indaffarato a pettinarsi. Mezz'ora di convenevoli, poi, altrettanta attesa per la registrazione di un'intervista ai giocatori del Napoli quindi tocca a Giagnoni. Abita a Milano?, gli chiede Pigna. «Sono sempre a Torino — risponde. — Com'è nato il mio divorzio dai granata? Le notizie diffusesi su un mio ventilato passaggio al Milan sempre più dilatate hanno fatto precipitare la situazione: d'altronde dopo tre anni trascorsi a Torino c'era una situazione da chiarire e la società lo sapeva. Così siamo giunti al divorzio ». Verrebbe volentieri a Milano?, ha insistito Pigna. « Io sono libero — ha risposto Giagnoni — sarei un ipocrita a dire di no, Milano interessa a qualsiasi allenatore... Lascio Torino con rammarico — ha concluso — forte comunque della stima dei tifosi. Ringrazio la società e gli sportivi per le soddisfazioni che mi hanno dato ». Poi, mentre attraversiamo le vie di Milano, ci prega di aggiungere « anche i giocatori... anche a loro devo molto...». In che senso mister? Ma lui non risponde. Giorgio Gandolfi Novara. Gustavo Giagnoni spettatore in tribuna (Tel. Giovetti) Una domenica con Giagnoni L'ex trainer spettatore a Novara e protagonista in televisione Una domenica con Giagnoni Dopo il divorzio col Torino Gustavo parla di "disoccupazione effettiva" (ma senza crederci molto) - "Sono contento della stima che i tifosi granata mi hanno dimostrato, ha detto, e venire a Milano mi interessa, sarei un ipocrita a negarlo " (Dal nostro inviato speciale) Milano, 10 marzo. Non è stata una domenica da disoccupato quella di Gustavo Giagnoni. Ha assistito ad un incontro di calcio dal di fuori in ogni senso, come un tifoso qualunque, uno dei centomila che vanno alla partita. Poi è andato alla televisione per la domenica sportiva. Un Giagnoni ora tranquillo, ora irrequieto, come lui stesso si è descritto, pronto ad entusiasmarsi per un'azione di gioco, mai fermo sulla sedia della tribunetta d'onore di Novara dove gli azzurri di Parola guerreggiavano con il Como. E fra tante chiacchiere con amici e tifosi, il solito, immancabile soggetto, il Torino. Da quando 20 anni fa ha lasciato la Sardegna per tentare l'avventura calcistica sul continente, l'ex ragazzo di Olbia era sempre stato protagonista di un incontro, prima in campo poi in panchina. « Anche quando ero infortunato o squalificato — ha precisato — ero lì a pochi metri dai compagni che inseguivano un pallone...». E ora il divorzio col Torino ed una parentesi «che potrebbe anche portare alla disoccupazione effettiva » ha detto sorridendo non sapendo ancora che in quel momento a San Siro il fato stava tramando a suo favore. Con la sua Alfetta Giagnoni ha lasciato Torino di buon'ora: ha depositato la moglie e i due figli nell'abitazione milanese del cognato, poi, dopo pranzo, ha puntato su Novara. Anche qui molte manifestazioni di simpatia, « Anche in questi giorni — diceva mentre firmava autografi ad una decina di persone — non sono mai stato fermo: venerdì ero ospite dei tifosi torinesi di Orbassano, sabato sera a Chieri... Ho già un taccuino pieno per i prossimi giorni. Tutto questo mi fa piacere a conferma che i tifosi non si erano certamente schierati contro di me, anzi... Pensate se io non mi fossi arreso all'invito del Torino, se avessi opposto resistenza con tutta la piazza granata a mio favore: cosa sarebbe successo? ». Forse quello che è avvenuto oggi nel dopo-partìta al Comunale. « Ma lasciamo andare — ha continuato — non voglio creare polemiche, se avessi voluto l'avrei fatto subito all'atto del divorzio... ». Un collega si complimenta con Giagnoni per il suo primo « articolo » comparso sulla «Gazzetta dello Sport »: una rubrica dapprima affidata a Fabbri e passata ora all'ex trainer col colbacco. « Beh, articolo vero e proprio non direi — ammette —. Mi hanno chiamato al telefono, io ho risposto ed ecco il pezzo fatto con tanto di firma ed una mia foto scattata il primo giorno del mio arrivo a Torino ». A proposito della rubrica, qualcuno gli riferisce di una battuta di Fabbri: « Un paio di mesi di rubrichetta — aveva detto Edmondino apprendendo del "passaggio" dell'incarico — gli faranno bene... ». « Ha detto proprio così? » — ha chiesto Giagnoni arrossen¬ do — quindi, dopo un momento di esitazione ha aggiunto: « In casi come questi sono abituato a rispondere come in certi tackle, con i piedi puntati in avanti... Meglio che non lo faccia ». Poi Novara-Como ed un entusiasmo genuino per il gioco sfoderato dalle due squadre: « Erano anni — diceva alla fine — che non mi divertivo tanto a una partita... ». Sull'I a 0, ha detto: « Adesso il Novara raddoppia, il Como si è troppo sbilanciato in avanti ». Due minuti dopo ecco il gol-bis di Rolfo, un ex bianconero che è piaciuto assai a Giagnoni. Sul 2 a 0 Giagnoni ha aggiunto: «Ora il Como raccorcia le distanze ». Cinque minuti dopo il rigore trasformato dal portiere Rigamonti: « Bravo — Giagnoni lo ha applaudito — proprio come Sentimenti... ». Nell'intervallo le notizie radio da Torino: lai. «Speriamo — ha commentato — che abbia segnato per prima la Sampdoria e che i granata abbiano reagito: è il modo migliore per stimolarli alla vittoria... ». Ha segnato Pulici: forse perché, gli chiediamo, non gioca Graziani? « Tutte storie — precisa Giagnoni —, i due possono benissimo coesistere, qualcuno dimentica che con loro in squadra in cinque partite abbiamo conquistato otto punti e due vittorie in trasferta... Parliamoci chiaro: Fabbri non sta scoprendo niente, cosa credete, che non abbia mai detto ai miei giocatori di giocare sull'ala? Credete che rientrando Mozzini non tocchi a Lombardo fare il terzino avanzato? Graziani doveva soltanto adattarsi al gioco e arretrare — come fa Bui — quando è il momento di coprire la zona lasciata libera da Sala. Per il resto quali sono le novità? ». Le previsioni di Giagnoni giornalista sono abbastanza azzeccate: « Ho incominciato bene — ci dice sorridendo — soltanto il Milan mi ha imballato. Gli avevo dato un uno secco ». Forse per non fare arrabbiare Rivera? « Macché, quella era una partita da vincere, certo che il Vicenza in questi finali di stagione ne combina delle grosse: 10 scorso anno l'Inter, ora 11 Milan ». Mentre torna a Milano, apprende dell'assedio all'arbitro Giunti: « E' ii sesto rigore che ci fischiano contro, immagino che anche questo sarà poco credibile come quello di San Siro». Entra negli studi del la televisione proprio mentre sui teleschermi Barletti parla dell'assurdo penalty concesso ai blucerchiati: « C'era come quello con l'Inter — aggiunge Giagnoni — è il secondo punto che ci porta via Giunti, anche a Marassi fischiò un rigore per la Sampdoria per un mani involontario di Sala». Ad attenderlo ci sono De Martino, il « boss » della Domenica Sportiva e don Alfredo Pigna indaffarato a pettinarsi. Mezz'ora di convenevoli, poi, altrettanta attesa per la registrazione di un'intervista ai giocatori del Napoli quindi tocca a Giagnoni. Abita a Milano?, gli chiede Pigna. «Sono sempre a Torino — risponde. — Com'è nato il mio divorzio dai granata? Le notizie diffusesi su un mio ventilato passaggio al Milan sempre più dilatate hanno fatto precipitare la situazione: d'altronde dopo tre anni trascorsi a Torino c'era una situazione da chiarire e la società lo sapeva. Così siamo giunti al divorzio ». Verrebbe volentieri a Milano?, ha insistito Pigna. « Io sono libero — ha risposto Giagnoni — sarei un ipocrita a dire di no, Milano interessa a qualsiasi allenatore... Lascio Torino con rammarico — ha concluso — forte comunque della stima dei tifosi. Ringrazio la società e gli sportivi per le soddisfazioni che mi hanno dato ». Poi, mentre attraversiamo le vie di Milano, ci prega di aggiungere « anche i giocatori... anche a loro devo molto...». In che senso mister? Ma lui non risponde. Giorgio Gandolfi Novara. Gustavo Giagnoni spettatore in tribuna (Tel. Giovetti)