La tessera in tasca di Marco Benedetto
La tessera in tasca IN ATTESA DEL RAZIONAMENTO DELLA BENZINA La tessera in tasca Gli inglesi ne sono già forniti da dicembre - Automobilisti senza drammi (Nostro servizio particolare) Londra, 10 marzo. Sedici milioni e mezzo di automobilisti inglesi hanno in tasca, fin da dicembre, i blocchetti dei buoni benzina. Tutto è pronto per il razionamento: se il governo lo decidesse, l'operazione potrebbe scattare da un giorno all'altro. E' una situazione piuttosto diversa da quel che aspetta gli italiani: incertezza fino all'ultimo, poi, se il razionamento ci sarà, carte da bollo, code interminabili ogni mese ai pochi sportelli dell'Aci, visti, timbri. Ci sono volute, in Inghilterra, un paio di settimane, dal 28 novembre al 12 dicembre: la distribuzione si è svolta senza drammi né peso burocratico attraverso i ventimila uffici postali di tutto il Paese. Bastava presentarsi allo sportello, col libretto di circolazione e il bollo pagato (anche gli inglesi, appena possono, evitano le tasse e la distribuzione delle tessere per la benzina costrinse oltre centomila «irregolari» a mettersi a posto). Per ridurre le code al minimo, gli automobilisti furono invitati a ritirare i buoni a turni, in giorni corrispondenti all'iniziale del cognome: A e B il primo giorno, C il secondo, D il terzo e cosi via. Per la maggioranza, tutto si risolse cosi nel giro di pochi minuti. In alcuni casi, invece, l'attesa un po' prolungata provocò inconvenienti: poiché in Inghilterra il pagamento della tassa di circolazione non è annotato sul libretto e l'unica prova è nel bollo, a più d'uno è capitato che, mentre aspettava il proprio turno all'ufficio postale, un vigile notava il parabrezza dell'auto sguarnito del bollo e appioppava la multa. Per sei mesi I blocchetti di buoni, colore rosa contengono la dose per sei mesi. Il numero dei tagliandi varia secondo la cilindrata. Su ciascuno è scritto: «una unità», anche se il corrispondente valore in litri di benzina sarebbe deciso solo all'ultimo istante. Già una volta gli inglesi sperimentarono il razionamento, nel 1956, con la crisi di Suez: ogni macchina fu messa in grado di percorrere trecento chilometri al mese e le razioni furono di 27 litri sotto i 1100 ce, 34 fino a 1600, 42 Ano a 2400, 47 per le auto più grosse. Le autorità britanniche si erano messe per tempo all'opera con i piani per il razionamento. Fin dalla scorsa primavera si parlava in tutto il mondo di crisi del carburante (vera o presunta che fosse), e si sapeva, ha detto il presi¬ dente della Bp, sir Eric Drake, che la benzina sarebbe scarseggiata, «con o senza guerra in Medio Oriente». In agosto i bollini cominciavano ad uscire dalle casseforti del ministero dell'Industria, dove si trovavano dai tempi di Suez, e dalle tipografie specializzate nella stampa di cartavalore. Cominciò subito la ripartizione fra i vari uffici postali: riducendo al minimo scartoffie e burocrazia, le Poste hanno potuto attuare infatti la distribuzione nel migliore dei modi, senza eccessivi intralci e fastidi per i cittadini. Il costo dell'intera operazione si è tenuto attorno ai 750 milioni di lire («Meglio spenderli a vuoto che trovarsi con le ore contate e il caos», fu il commento dell'allora ministro dell'Industria, Peter Walker). Per evitare panico, in un primo tempo l'operazione fu tenuta segreta. Se ne parlò solo brevemente sui giornali, attorno a Ferragosto, quando i sindacati dei postelegrafonici lo vennero a sapere dai loro iscritti e rivelarono la notizia, che il governo smentì. Poi scoppiò la crisi dell'autunno: le compagnie petrolifere non davano più carburante, gli inglesi, come impazziti («ci stiamo comportando da latini altro che la flemma britannica di cui ci compiacciamo», scrisse l'Economisti, compravano tutta la benzina che potevano, viaggiando con i serbatoi sempre a tappo, nascondendo i bidoni fin sotto il letto. Molte critiche A questo punto il governo decise che era l'ora di preparare gli inglesi al razionamento, oltre che introdurre limiti di velocità (80 chilometri orari in autostrada) Le critiche non sono mancate. Assegnando un libretto di buoni per ogni auto si favorivano i più ricchi, veniva osservato, che potevano disporre di più di una macchina in famiglia e che erano anche avvantaggiati dal fatto che le cilindrate più grosse avevano diritto a più benzina. Inoltre, per risparmiare tempo agli uffici postali, i buoni benzina sono stati distribuiti in bianco: un incitamento al mercato nero, è stato detto da più parti. Un rischio che, sembra, non dovrebbe essere scongiurato neppure in Italia: dove sono previsti controlli di ogni tipo e tessere nominative, mentre i bollini dovrebbero essere «al portatore». Se fossero stati distribuiti con tanto anticipo come in Inghilterra, avrebbero già fatto la fine dell'olio e dello zucchero? Marco Benedetto La tessera in tasca IN ATTESA DEL RAZIONAMENTO DELLA BENZINA La tessera in tasca Gli inglesi ne sono già forniti da dicembre - Automobilisti senza drammi (Nostro servizio particolare) Londra, 10 marzo. Sedici milioni e mezzo di automobilisti inglesi hanno in tasca, fin da dicembre, i blocchetti dei buoni benzina. Tutto è pronto per il razionamento: se il governo lo decidesse, l'operazione potrebbe scattare da un giorno all'altro. E' una situazione piuttosto diversa da quel che aspetta gli italiani: incertezza fino all'ultimo, poi, se il razionamento ci sarà, carte da bollo, code interminabili ogni mese ai pochi sportelli dell'Aci, visti, timbri. Ci sono volute, in Inghilterra, un paio di settimane, dal 28 novembre al 12 dicembre: la distribuzione si è svolta senza drammi né peso burocratico attraverso i ventimila uffici postali di tutto il Paese. Bastava presentarsi allo sportello, col libretto di circolazione e il bollo pagato (anche gli inglesi, appena possono, evitano le tasse e la distribuzione delle tessere per la benzina costrinse oltre centomila «irregolari» a mettersi a posto). Per ridurre le code al minimo, gli automobilisti furono invitati a ritirare i buoni a turni, in giorni corrispondenti all'iniziale del cognome: A e B il primo giorno, C il secondo, D il terzo e cosi via. Per la maggioranza, tutto si risolse cosi nel giro di pochi minuti. In alcuni casi, invece, l'attesa un po' prolungata provocò inconvenienti: poiché in Inghilterra il pagamento della tassa di circolazione non è annotato sul libretto e l'unica prova è nel bollo, a più d'uno è capitato che, mentre aspettava il proprio turno all'ufficio postale, un vigile notava il parabrezza dell'auto sguarnito del bollo e appioppava la multa. Per sei mesi I blocchetti di buoni, colore rosa contengono la dose per sei mesi. Il numero dei tagliandi varia secondo la cilindrata. Su ciascuno è scritto: «una unità», anche se il corrispondente valore in litri di benzina sarebbe deciso solo all'ultimo istante. Già una volta gli inglesi sperimentarono il razionamento, nel 1956, con la crisi di Suez: ogni macchina fu messa in grado di percorrere trecento chilometri al mese e le razioni furono di 27 litri sotto i 1100 ce, 34 fino a 1600, 42 Ano a 2400, 47 per le auto più grosse. Le autorità britanniche si erano messe per tempo all'opera con i piani per il razionamento. Fin dalla scorsa primavera si parlava in tutto il mondo di crisi del carburante (vera o presunta che fosse), e si sapeva, ha detto il presi¬ dente della Bp, sir Eric Drake, che la benzina sarebbe scarseggiata, «con o senza guerra in Medio Oriente». In agosto i bollini cominciavano ad uscire dalle casseforti del ministero dell'Industria, dove si trovavano dai tempi di Suez, e dalle tipografie specializzate nella stampa di cartavalore. Cominciò subito la ripartizione fra i vari uffici postali: riducendo al minimo scartoffie e burocrazia, le Poste hanno potuto attuare infatti la distribuzione nel migliore dei modi, senza eccessivi intralci e fastidi per i cittadini. Il costo dell'intera operazione si è tenuto attorno ai 750 milioni di lire («Meglio spenderli a vuoto che trovarsi con le ore contate e il caos», fu il commento dell'allora ministro dell'Industria, Peter Walker). Per evitare panico, in un primo tempo l'operazione fu tenuta segreta. Se ne parlò solo brevemente sui giornali, attorno a Ferragosto, quando i sindacati dei postelegrafonici lo vennero a sapere dai loro iscritti e rivelarono la notizia, che il governo smentì. Poi scoppiò la crisi dell'autunno: le compagnie petrolifere non davano più carburante, gli inglesi, come impazziti («ci stiamo comportando da latini altro che la flemma britannica di cui ci compiacciamo», scrisse l'Economisti, compravano tutta la benzina che potevano, viaggiando con i serbatoi sempre a tappo, nascondendo i bidoni fin sotto il letto. Molte critiche A questo punto il governo decise che era l'ora di preparare gli inglesi al razionamento, oltre che introdurre limiti di velocità (80 chilometri orari in autostrada) Le critiche non sono mancate. Assegnando un libretto di buoni per ogni auto si favorivano i più ricchi, veniva osservato, che potevano disporre di più di una macchina in famiglia e che erano anche avvantaggiati dal fatto che le cilindrate più grosse avevano diritto a più benzina. Inoltre, per risparmiare tempo agli uffici postali, i buoni benzina sono stati distribuiti in bianco: un incitamento al mercato nero, è stato detto da più parti. Un rischio che, sembra, non dovrebbe essere scongiurato neppure in Italia: dove sono previsti controlli di ogni tipo e tessere nominative, mentre i bollini dovrebbero essere «al portatore». Se fossero stati distribuiti con tanto anticipo come in Inghilterra, avrebbero già fatto la fine dell'olio e dello zucchero? Marco Benedetto
Persone citate: Eric Drake, Peter Walker
Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Londra, Medio Oriente, Suez
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