E' fermo l'orologio d'Europa di Renato Proni

E' fermo l'orologio d'Europa Riunione a Bruxelles E' fermo l'orologio d'Europa Forse saranno annullati gli incontri dei ministri degli Esteri per le «crisi» in Italia e Inghilterra - Kissinger a Bruxelles (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 3 marzo. I ministri degli Esteri nove Paesi della Comunità europea hanno appuntamento domani al Palazzo d'Egmont per la cooperazione politica e nel pomeriggio al Palazzo Charlemagne per una sessione del Consiglio. Sono due occasioni egualmente importanti per l'Europa, tanto più che il segretario di Stato americano Kissinger si troverà a Bruxelles lo stesso giorno, ma la situazione interna del Regno Unito e dell'Italia (ambedue privi di governo effettivo) rende incerti e problematici gli incontri. All'ultimo momento, il presidente di turno del Consiglio, Walter Scheel, potrebbe annullare entrambe le riunioni. Si spera, tuttavia, che esse avranno luogo, con la partecipazione dell'ambasciatore inglese presso la Cee, Sir Palliser, e di un rappresentante italiano, l'onorevole Mario Pedini o l'ambasciatore Bombassei. II segretario di Stato americano, invece, sarà certamente a Bruxelles. Egli s'incontrerà con i rappresentanti permanenti presso la Nato, al quartier generale appena fuori della capitale, ma non si esclude che possa vedere anche qualche ministro degli Esteri comunitario. Kissinger vorrà sollecitare l'accordo sulla dichiarazione atlantica su cui sussistono ancora differenze tra i quattordici Paesi membri dell'Alleanza. Questa dichiarazione dev'essere ia premessa per il prossimo viaggio del presidente Nixon a Bruxelles, probabilmente in aprile. Kissinger giunge a Bruxelles proveniente da Bonn, dov'è giunto ieri sera da Amman. In Giordania, il segretario di Stato ha avuto due colloqui con re Hussein e a Bonn s'incontra con il cancelliere Brandt. Dopo il suo successo alla conferenza dello scorso mese sul petrolio a Washington, Kissinger intende, secondo fonti diplomatiche, spingere gli europei su posizioni di maggior dipendenza dagli Stati Uniti. Tra l'America e l'Europa dei Nove è anche prevista un'altra dichiarazione sui maggiori problemi monetari, finanziari ed economici, ma questa verrà elaborata in un'altra sede. La presenza di Kissinger a Bruxelles, proprio mentre i ministri degli Esteri europei devono discutere importanti problemi come la progettata conferenza con il mondo arabo e i Paesi in via di sviluppo, secondo parecchi osservatori, getta un'ombra sulle riunioni per la cooperazione politica dei Nove. Al Palazzo d'Egmont, gli europei cercheranno di rimettere insieme i cocci della conferenza sull'energia di Washington e di riconquistare un minimo di solidarietà, ma l'adesione di otto Paesi su nove (cioè di tutti meno la Francia) al gruppo di coordinamento per l'energia voluto dagli americani, può frustrare ogni tentativo di azione concreta e indipendente dall'Europa nel settore petrolifero. In sede di cooperazione politica europea, non è però pensabile che i ministri degli Esteri manchino agli impegni di Washington (tanto più che essi sono largamente positivi) e la visita di Kissinger potrebbe effettivamente prevenire una nuova impennata gaullista del ministro degli Esteri francese Michel Jobert che ha già annunciato di voler chiamare «traditori» i suoi colleghi di Londra e di Bonn. E' più probabile che si cerchi una formula diplomatica per salvare almeno in parte l'iniziativa indipendente europea senza compromettere j risultati di Washington. Sterile, invece, sarà senz'altro il Consiglio dei ministri della Cee. Dalla fine di dicembre questo consiglio per gli Affari Generali cerca un accordo sull'entità del Pondo per gli aiuti alle regioni europee depresse. Sono state presentate numerose proposte, innumerevoli maneggiamenti di cifre, ma in ogni caso il Paese che più deve contribuire al Fondo, la Germania, si è rifiutato di approvarle. Si attendono ora altre proposte della Commissione, ma con la debolezza politica dei due Paesi maggiormente interessati all'assistenza del Fondo (Regno Unito e Italia), è assurdo prevedere un esito positivo per domani. L'orologio della Comunità resta così fermo alla mezzanotte del 31 dicembre 1973, mentre il mondo cammina speditamente e lascia indietro 12 vecchia indecisa Europa. Renato Proni E' fermo l'orologio d'Europa Riunione a Bruxelles E' fermo l'orologio d'Europa Forse saranno annullati gli incontri dei ministri degli Esteri per le «crisi» in Italia e Inghilterra - Kissinger a Bruxelles (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 3 marzo. I ministri degli Esteri nove Paesi della Comunità europea hanno appuntamento domani al Palazzo d'Egmont per la cooperazione politica e nel pomeriggio al Palazzo Charlemagne per una sessione del Consiglio. Sono due occasioni egualmente importanti per l'Europa, tanto più che il segretario di Stato americano Kissinger si troverà a Bruxelles lo stesso giorno, ma la situazione interna del Regno Unito e dell'Italia (ambedue privi di governo effettivo) rende incerti e problematici gli incontri. All'ultimo momento, il presidente di turno del Consiglio, Walter Scheel, potrebbe annullare entrambe le riunioni. Si spera, tuttavia, che esse avranno luogo, con la partecipazione dell'ambasciatore inglese presso la Cee, Sir Palliser, e di un rappresentante italiano, l'onorevole Mario Pedini o l'ambasciatore Bombassei. II segretario di Stato americano, invece, sarà certamente a Bruxelles. Egli s'incontrerà con i rappresentanti permanenti presso la Nato, al quartier generale appena fuori della capitale, ma non si esclude che possa vedere anche qualche ministro degli Esteri comunitario. Kissinger vorrà sollecitare l'accordo sulla dichiarazione atlantica su cui sussistono ancora differenze tra i quattordici Paesi membri dell'Alleanza. Questa dichiarazione dev'essere ia premessa per il prossimo viaggio del presidente Nixon a Bruxelles, probabilmente in aprile. Kissinger giunge a Bruxelles proveniente da Bonn, dov'è giunto ieri sera da Amman. In Giordania, il segretario di Stato ha avuto due colloqui con re Hussein e a Bonn s'incontra con il cancelliere Brandt. Dopo il suo successo alla conferenza dello scorso mese sul petrolio a Washington, Kissinger intende, secondo fonti diplomatiche, spingere gli europei su posizioni di maggior dipendenza dagli Stati Uniti. Tra l'America e l'Europa dei Nove è anche prevista un'altra dichiarazione sui maggiori problemi monetari, finanziari ed economici, ma questa verrà elaborata in un'altra sede. La presenza di Kissinger a Bruxelles, proprio mentre i ministri degli Esteri europei devono discutere importanti problemi come la progettata conferenza con il mondo arabo e i Paesi in via di sviluppo, secondo parecchi osservatori, getta un'ombra sulle riunioni per la cooperazione politica dei Nove. Al Palazzo d'Egmont, gli europei cercheranno di rimettere insieme i cocci della conferenza sull'energia di Washington e di riconquistare un minimo di solidarietà, ma l'adesione di otto Paesi su nove (cioè di tutti meno la Francia) al gruppo di coordinamento per l'energia voluto dagli americani, può frustrare ogni tentativo di azione concreta e indipendente dall'Europa nel settore petrolifero. In sede di cooperazione politica europea, non è però pensabile che i ministri degli Esteri manchino agli impegni di Washington (tanto più che essi sono largamente positivi) e la visita di Kissinger potrebbe effettivamente prevenire una nuova impennata gaullista del ministro degli Esteri francese Michel Jobert che ha già annunciato di voler chiamare «traditori» i suoi colleghi di Londra e di Bonn. E' più probabile che si cerchi una formula diplomatica per salvare almeno in parte l'iniziativa indipendente europea senza compromettere j risultati di Washington. Sterile, invece, sarà senz'altro il Consiglio dei ministri della Cee. Dalla fine di dicembre questo consiglio per gli Affari Generali cerca un accordo sull'entità del Pondo per gli aiuti alle regioni europee depresse. Sono state presentate numerose proposte, innumerevoli maneggiamenti di cifre, ma in ogni caso il Paese che più deve contribuire al Fondo, la Germania, si è rifiutato di approvarle. Si attendono ora altre proposte della Commissione, ma con la debolezza politica dei due Paesi maggiormente interessati all'assistenza del Fondo (Regno Unito e Italia), è assurdo prevedere un esito positivo per domani. L'orologio della Comunità resta così fermo alla mezzanotte del 31 dicembre 1973, mentre il mondo cammina speditamente e lascia indietro 12 vecchia indecisa Europa. Renato Proni