Golda Meir rinuncia a costituire il governo di Giorgio Romano

Golda Meir rinuncia a costituire il governo Improvvisa decisione della premier Golda Meir rinuncia a costituire il governo Domani avrebbe dovuto presentare la lista del gabinetto di minoranza, osteggiato anche da una parte del suo partito (laborista) - Da molti settori si chiede un governo di unità nazionale - Possibilità di nuove elezioni nuove (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 3 marzo. Golda Meir ha rinunciato a formare il governo e ha deciso di rimettere il mandato al Capo dello Stato. L'annuncio è stato dato stasera verso le 18 al gruppo parlamentare del Fronte del Lavoro, che era riunito per decidere i nomi dei componenti il nuovo governo minoritario che Golda Meir avrebbe dovuto presentare domani al presidente Katzir, La decisione del premier designato è giunta inattesa anche agli amici e ai collaboratori più stretti; il segretario del Fronte del Lavoro, Aharon Yadlin, ha detto quasi in lacrime che è stato anche per lui un fulmine a ciel sereno. Dopo l'annuncio, Golda Meir ha abbandonato la riunione, è rincasata, e senza perder tempo, ha telefonato al Capo dello Stato per informarlo della decisione, concordando di recarsi da lui domattina Il Maarach (Fronte del Lavoro), dopo un primo momento d'incertezza e smarrimento, ha deciso di mandare una delegazione da Golda Meir per indurla a recedere dal suo proposito. Della delegazione fanno parte gli esponenti di tutte le correnti, comprese quelle del Rafi, di cui fa parte il generale Dayan, che col loro atteggiamento hanno forse costituito la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sembra molto dubbio, però, che Golda Meir cambi opinione. Dopo aver lottato strenuamente per costituire una coalizione ristretta, magari di minoranza, di tipo scandinavo, la signora s'è vista abbandonare anche dai più fedeli, che le hanno manifestato la loro preferenza per un governo di unione nazionale. Questa ha sostenuto fin dall'inizio, e continua a sostenere, che un governo di unione nazionale sarebbe paralizzato da divergenze sui problemi essenziali che debbono essere risolti con urgenza. Perciò non si è lasciata smuovere. Di qui la decisione odierna. Forse le critiche, le discussioni e anche le grida ostili che si erano levate verso di lei venerdì scorso durante la cerimonia per il Milite ignoto ne hanno fiaccato la resistenza. E' possibile che prima di affidare a un altro membro del Parlamento l'incarico di formare il governo il Capo dello Stato decida di compiere un nuovo giro d'orizzonte interrogando gli esponenti dei partiti politici rappresentati nella Keneseth. L'ultima soluzione — qualora altri tentativi non riescano — è che Katzir informi il presidente della Camera che i suoi sforzi sono caduti nel vuoto e che decida lo scioglimento dell'ottava Keneseth. Giorgio Romano Golda Meir rinuncia a costituire il governo Improvvisa decisione della premier Golda Meir rinuncia a costituire il governo Domani avrebbe dovuto presentare la lista del gabinetto di minoranza, osteggiato anche da una parte del suo partito (laborista) - Da molti settori si chiede un governo di unità nazionale - Possibilità di nuove elezioni nuove (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 3 marzo. Golda Meir ha rinunciato a formare il governo e ha deciso di rimettere il mandato al Capo dello Stato. L'annuncio è stato dato stasera verso le 18 al gruppo parlamentare del Fronte del Lavoro, che era riunito per decidere i nomi dei componenti il nuovo governo minoritario che Golda Meir avrebbe dovuto presentare domani al presidente Katzir, La decisione del premier designato è giunta inattesa anche agli amici e ai collaboratori più stretti; il segretario del Fronte del Lavoro, Aharon Yadlin, ha detto quasi in lacrime che è stato anche per lui un fulmine a ciel sereno. Dopo l'annuncio, Golda Meir ha abbandonato la riunione, è rincasata, e senza perder tempo, ha telefonato al Capo dello Stato per informarlo della decisione, concordando di recarsi da lui domattina Il Maarach (Fronte del Lavoro), dopo un primo momento d'incertezza e smarrimento, ha deciso di mandare una delegazione da Golda Meir per indurla a recedere dal suo proposito. Della delegazione fanno parte gli esponenti di tutte le correnti, comprese quelle del Rafi, di cui fa parte il generale Dayan, che col loro atteggiamento hanno forse costituito la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sembra molto dubbio, però, che Golda Meir cambi opinione. Dopo aver lottato strenuamente per costituire una coalizione ristretta, magari di minoranza, di tipo scandinavo, la signora s'è vista abbandonare anche dai più fedeli, che le hanno manifestato la loro preferenza per un governo di unione nazionale. Questa ha sostenuto fin dall'inizio, e continua a sostenere, che un governo di unione nazionale sarebbe paralizzato da divergenze sui problemi essenziali che debbono essere risolti con urgenza. Perciò non si è lasciata smuovere. Di qui la decisione odierna. Forse le critiche, le discussioni e anche le grida ostili che si erano levate verso di lei venerdì scorso durante la cerimonia per il Milite ignoto ne hanno fiaccato la resistenza. E' possibile che prima di affidare a un altro membro del Parlamento l'incarico di formare il governo il Capo dello Stato decida di compiere un nuovo giro d'orizzonte interrogando gli esponenti dei partiti politici rappresentati nella Keneseth. L'ultima soluzione — qualora altri tentativi non riescano — è che Katzir informi il presidente della Camera che i suoi sforzi sono caduti nel vuoto e che decida lo scioglimento dell'ottava Keneseth. Giorgio Romano

Persone citate: Dayan, Golda Meir, Katzir, Yadlin

Luoghi citati: Tel Aviv