Napoli: s'accontenta del pari impaurito dalla fragile Samp di Maurizio Caravella

Napoli: s'accontenta del pari impaurito dalla fragile Samp Una strana partita a Marassi con poco gioco e tanti falli Napoli: s'accontenta del pari impaurito dalla fragile Samp Juliano è partito a testa bassa, ma con sterili risultati privo dell'apporto dei compagni Nella ripresa i partenopei si bloccano e la Samp azzarda qualche timido tentativo Sampdoria 0 Napoli 0 SAMPDORIA: Cacciatori 6; Santin 7, Arnuzzo 6; Lodettì 5, Prini 6, Lippi 6; Badiani 6, Sabatini 5, Maraschi 6, Improta 5, Cristin 5 (dal 71' Petrini s.v.). NAPOLI: Carmignani 6; Bruscolotti 7, Pogliana 7; Zurlini 6, Vavassori s.v. (dal 16' Landini 6), Orlandini 6; Cane 7, Juliano 7, Clerici 5, Esposito 6, Braglia 5. ARBITRO: Michelotti 6. (Dal nostì-o inviato speciale) Genova, 3 marzo. Il Napoli cerca di vincere subito, come per togliersi in fretta un impegno noioso. Poi vede che non ci riesce e allora, all'improvviso, toglie il piede dall'acceleratore e prosegue col motore al minimo fino al termine, come se un pareggio contro una Samp cosi evanescente fosse un grosso risultato. La squadra blucerchiata sbanda, rischia grosso all'inizio ma poi, dato che il Napoli praticamente rinuncia a giocare, si getta avanti, con tanta rabbia ma con poche idee: i soliti schemi, troppo elementari, privi di un minimo di fantasia. E allora finisce, com'è logico, con uno zero a zero che lascia tutto come prima. Poteva continuare ad attaccare fino a notte fonda, la Samp, senza che il risultato cambiasse. «Giocando così — ha ammesse Vincenzi — possiamo collezionare solo dei pareggi». Ma basteranno, per salvarsi? Che la Samp fatichi maledettamente ad andare in gol lo si sapeva da tempo. Stupisce, piuttosto, il fatto che il Napoli — più solido, più quadrato, più incisivo, nonostante un Clerici fuori forma — non abbia saputo approfittarne per guadagnare un punticino sulla Lazio. C'è un abisso, tra le due squadre, e oggi nel primo tempo se n'è avuta una chiara conferma. Eppure il Napoli, nella ripresa, ha avuto paura: di che cosa non lo sappiamo, e forse non lo sa neppure Vincenzi, perché la sua Samp oggi avrebbe potuto segnare soltanto per caso, o per un rimpallo fortunato. Resta il fatto che il Napoli, prudente fino all'eccesso, si è improvvisamente fermato, come se la partita si fosse esaurita nei primi 45 minuti. Una partita strana. E anche nervosa, con parecchi falli «cattivi» da entrambe le parti: dopo neppure un quarto d'ora, in seguito a uno scontro con Maraschi, Vavassori ha dovuto essere portato in barella negli spogliatoi (distrazione ai legamenti del ginocchio destro) e Vinicio ha messo in campo Landini. Ci si attendeva un grosso duello a distanza tra Improta e Juliano, che l'anno scorso aveva insistito perché il Napoli lo cedesse. Ma la sfida l'ha vinta Juliano praticamente senza combattere, perché Improta fin dall'inizio s'è messo a girare a vuoto, facendo poco e sbagliando molto. Juliano invece nel primo tempo è stato il «faro» della squadra: tutte le azioni più belle partivano da lui, e sembrava che i suoi piedi calamitassero il pallone. Purtroppo però parlava nel deserto, o quasi: perché se Cane lo coadiuvava bene, correndo e tirando e tornando indietro come se avesse un polmone in più, Bragli andava a corrente alternata e Clerici non combinava nulla, o quasi. Non cercava lo smarcamento, cadeva, tirava spesso, ma senza precisione: insomma, un disastro. Comunque bastava Juliano a tener su il centrocampo del Napoli, anche perché dall'altra parte c'era un vuoto spaventoso. Sabatini aveva il compito di controllare «Totonno», ma stava sempre ad almeno dieci metri da lui, e quando si decideva a contrarlo Juliano si era già liberato del pallone; Badiani e Lodetti correvano molto ma si capivano poco. In avanti, poi, la Samp aveva Maraschi e Cri- stin, completamente isolati. Cristin, in particolare, era quasi nullo: come al solito si gettava avanti a corpo morto, finiva a terra e poi correva a protestare con l'arbitro. Il primo tempo, come s'è \ detto, è stato uno show di Juliano: e se i frutti non sono venuti, la colpa non è certo sua. Al 6', un episodio contestato: Clerici tira, Lodetti è a pochi metri, il pallone gli rimbalza su un braccio e finisce in corner. Michelotti non concede il rigore e a parer no¬ stro ha ragione, perché il fallo era chiaramente involontario. Un minuto dopo Cane sfiora il gol con una stangata che sorvola di pochissimo la traversa. Poi, alla mezz'ora, Cristin, pressato da Bruscolotti, finisce a terra in area e invoca il penalty, ma ancora Michelotti dice di no. Il Napoli torna avanti, con tiri di Cane (33'), Juliano (42') e Braglia (45'), ma la Samp — che esce raramente dalla propria area — bene o male (spesso con affanno) riesce a cavarsela. Sembra che il gol non possa tardare, e invece nella ripresa cambia tutto: Juliano è meno lucido, e ora cammina, non corre più; Cane limita le sue scorribande, Esposito e Orlandini arretrano. E allora la Samp, che pareva sull'orlo del k.o., prende coraggio e comincia a punzecchiare la difesa partenopea. Dato che Cristin continua a non fare assolutamente nulla, al 71' Vincenzi lo fa uscire e lo sostituisce con Petrini. Ma quelli dei blucerchiati sono piccoli colpi di fioretto, non attacchi veri. E il Napoli esce da Marassi con un punto meritato, ma con la convinzione amara che potevano essere due. Bastava soltanto un po' più di coraggio. Maurizio Caravella Antonio Juliano Napoli: s'accontenta del pari impaurito dalla fragile Samp Una strana partita a Marassi con poco gioco e tanti falli Napoli: s'accontenta del pari impaurito dalla fragile Samp Juliano è partito a testa bassa, ma con sterili risultati privo dell'apporto dei compagni Nella ripresa i partenopei si bloccano e la Samp azzarda qualche timido tentativo Sampdoria 0 Napoli 0 SAMPDORIA: Cacciatori 6; Santin 7, Arnuzzo 6; Lodettì 5, Prini 6, Lippi 6; Badiani 6, Sabatini 5, Maraschi 6, Improta 5, Cristin 5 (dal 71' Petrini s.v.). NAPOLI: Carmignani 6; Bruscolotti 7, Pogliana 7; Zurlini 6, Vavassori s.v. (dal 16' Landini 6), Orlandini 6; Cane 7, Juliano 7, Clerici 5, Esposito 6, Braglia 5. ARBITRO: Michelotti 6. (Dal nostì-o inviato speciale) Genova, 3 marzo. Il Napoli cerca di vincere subito, come per togliersi in fretta un impegno noioso. Poi vede che non ci riesce e allora, all'improvviso, toglie il piede dall'acceleratore e prosegue col motore al minimo fino al termine, come se un pareggio contro una Samp cosi evanescente fosse un grosso risultato. La squadra blucerchiata sbanda, rischia grosso all'inizio ma poi, dato che il Napoli praticamente rinuncia a giocare, si getta avanti, con tanta rabbia ma con poche idee: i soliti schemi, troppo elementari, privi di un minimo di fantasia. E allora finisce, com'è logico, con uno zero a zero che lascia tutto come prima. Poteva continuare ad attaccare fino a notte fonda, la Samp, senza che il risultato cambiasse. «Giocando così — ha ammesse Vincenzi — possiamo collezionare solo dei pareggi». Ma basteranno, per salvarsi? Che la Samp fatichi maledettamente ad andare in gol lo si sapeva da tempo. Stupisce, piuttosto, il fatto che il Napoli — più solido, più quadrato, più incisivo, nonostante un Clerici fuori forma — non abbia saputo approfittarne per guadagnare un punticino sulla Lazio. C'è un abisso, tra le due squadre, e oggi nel primo tempo se n'è avuta una chiara conferma. Eppure il Napoli, nella ripresa, ha avuto paura: di che cosa non lo sappiamo, e forse non lo sa neppure Vincenzi, perché la sua Samp oggi avrebbe potuto segnare soltanto per caso, o per un rimpallo fortunato. Resta il fatto che il Napoli, prudente fino all'eccesso, si è improvvisamente fermato, come se la partita si fosse esaurita nei primi 45 minuti. Una partita strana. E anche nervosa, con parecchi falli «cattivi» da entrambe le parti: dopo neppure un quarto d'ora, in seguito a uno scontro con Maraschi, Vavassori ha dovuto essere portato in barella negli spogliatoi (distrazione ai legamenti del ginocchio destro) e Vinicio ha messo in campo Landini. Ci si attendeva un grosso duello a distanza tra Improta e Juliano, che l'anno scorso aveva insistito perché il Napoli lo cedesse. Ma la sfida l'ha vinta Juliano praticamente senza combattere, perché Improta fin dall'inizio s'è messo a girare a vuoto, facendo poco e sbagliando molto. Juliano invece nel primo tempo è stato il «faro» della squadra: tutte le azioni più belle partivano da lui, e sembrava che i suoi piedi calamitassero il pallone. Purtroppo però parlava nel deserto, o quasi: perché se Cane lo coadiuvava bene, correndo e tirando e tornando indietro come se avesse un polmone in più, Bragli andava a corrente alternata e Clerici non combinava nulla, o quasi. Non cercava lo smarcamento, cadeva, tirava spesso, ma senza precisione: insomma, un disastro. Comunque bastava Juliano a tener su il centrocampo del Napoli, anche perché dall'altra parte c'era un vuoto spaventoso. Sabatini aveva il compito di controllare «Totonno», ma stava sempre ad almeno dieci metri da lui, e quando si decideva a contrarlo Juliano si era già liberato del pallone; Badiani e Lodetti correvano molto ma si capivano poco. In avanti, poi, la Samp aveva Maraschi e Cri- stin, completamente isolati. Cristin, in particolare, era quasi nullo: come al solito si gettava avanti a corpo morto, finiva a terra e poi correva a protestare con l'arbitro. Il primo tempo, come s'è \ detto, è stato uno show di Juliano: e se i frutti non sono venuti, la colpa non è certo sua. Al 6', un episodio contestato: Clerici tira, Lodetti è a pochi metri, il pallone gli rimbalza su un braccio e finisce in corner. Michelotti non concede il rigore e a parer no¬ stro ha ragione, perché il fallo era chiaramente involontario. Un minuto dopo Cane sfiora il gol con una stangata che sorvola di pochissimo la traversa. Poi, alla mezz'ora, Cristin, pressato da Bruscolotti, finisce a terra in area e invoca il penalty, ma ancora Michelotti dice di no. Il Napoli torna avanti, con tiri di Cane (33'), Juliano (42') e Braglia (45'), ma la Samp — che esce raramente dalla propria area — bene o male (spesso con affanno) riesce a cavarsela. Sembra che il gol non possa tardare, e invece nella ripresa cambia tutto: Juliano è meno lucido, e ora cammina, non corre più; Cane limita le sue scorribande, Esposito e Orlandini arretrano. E allora la Samp, che pareva sull'orlo del k.o., prende coraggio e comincia a punzecchiare la difesa partenopea. Dato che Cristin continua a non fare assolutamente nulla, al 71' Vincenzi lo fa uscire e lo sostituisce con Petrini. Ma quelli dei blucerchiati sono piccoli colpi di fioretto, non attacchi veri. E il Napoli esce da Marassi con un punto meritato, ma con la convinzione amara che potevano essere due. Bastava soltanto un po' più di coraggio. Maurizio Caravella Antonio Juliano

Luoghi citati: Genova, Lazio, Napoli, Sampdoria