Ferrari ha trovato con Lauda il vero erede di re Stewart?

Ferrari ha trovato con Lauda il vero erede di re Stewart? Ferrari ha trovato con Lauda il vero erede di re Stewart? « Sono sei anni che lavoro per questo giorno ». Nicolaus Lauda, Niki per tutti e Bunny (ricordate il leprotto dei « comics - americani, quello con i dentoni che mangia sempre carote?) per gli amici della Ferrari, ha appena vinto il Gran Premio di Spagna. Queste sono le prime parole che rivolge a chi gli chiede le sue impressioni sulla corsa e sulla vittoria. Poi dice tante altre cose, la sua felicità, la gratitudine per la Ferrari, I momenti di paura, le speranze per II titolo mondiale. Sono parole che rivelano l'uomo, che chiariscono il carattere di questo austriaco che i tifosi italiani hanno accolto con diffidenza e quasi con rancore, perché aveva la sola colpa di esser stato chiamato a sostituire Arturo Merzario. C'è stato chi ha cercato di aizzare il pubblico contro Lauda, dimenticando che era un « cavaliere del rischio » come gli altri e un onesto e valido professionista come pochi. Professionismo e lavoro sono per Niki un assioma. Non si può oggi guidare una monoposto di Formula 1 nei Grandi Premi se non si è concentrati soltanto su questo tipo di attività e non si può rendere in modo efficiente se non ci si dedica agli impegni relativi con una dedizione quasi totale. Lauda si comporta come chi persegue un ideale con tutte le sue forze. Non un fanatico, ma certo un giovane con le Idee ben chiare ed una ferrea forza di volontà per applicarle. Lauda è nato il 29 febbraio 1949 a Vienna. Famiglia bene, una gioventù tranquilla divisa fra la passione per lo sci e quella per il motocross e le auto. Prime gare nel 1968, naturalmente corse in salita, scuola dei piloti austriaci, a partire dal « grande » Jochen Rindt. Poi, una « escalation » ra- pida e sicura, ogni anno una tappe verso l'olimpo della Formula li nel '69 con la Formula Volkswagen, nel '70 con la Formula 3, nel '71 con la Formuia 2. Finalmente, nel '72 il debutto nella formula regina, grazie alla March e alle sovvenzioni di una banca viennese. L'anno scorso ecco Niki alla Brm. Una stagione sfortunata per la scarsa competitività delle vetture britanniche, tuttavia il giova¬ notto si mette in mostra: due o tre Grandi Premi bellissimi dimostrano che la classe c'è e c'è anche una notevole abilità nella messa a punto della macchina. La sua Brm è sempre quella più preparata. Luca Montezemolo lo contatta. ■ Vuoi venire alla Ferrari? ». gli chiede il biondo ed effervescente avvocato che ha saputo ridare al • clan > di Maranello serenità ed allegria. La risposta è pronta e sicura: • Si ». Lauda arriva a Mannello — gli sembra di sognare — e con Regazzoni prova la 312B 3. 'Era una macchina difficile da guidare, capricciosa — confessa Niki — rfovei'a ancora essere domata ». Cominciò cosi un lavoro lungo, delicato, faticoso. Quel lavoro che non era mai piaciuto a Jackle lekx, pure uomo intelligente e grandissimo pilota. Ickx odiava le prove, gli allenamenti, Lauda — e con lui Clay Regazzoni — Il affronta con feroce impegno. » Sapevo — dice — che II futuro della B 3 e le possibilità della Ferrari e mie dipendevano da quei giorni ». Mesi intensi, dieci ore al giorno a provare sulla pista di Fiorano, e poi a Misano, a Vallelunga, a Le Castellet. Albergo a Modena, pranzi a Maranello. 'Sempre tortellini — confessa Lauda — mi sono piaciuti subito ». Ogni tanto un salto a Salisburgo per trovare Mariella, la sua ragazza (che ha una nonna lombarda). In Italia pochi lo conoscevano. Un autografo qualche volta, perché — bene o male — era pur sempre un pilota della Ferrari. Proprio quel lavoro condotto con serena determinazione ha permesso di trasformare i rossi puledri di Maranello in campioni di razza. Lo scambio di idee ed esperienze con tecnici e meccanici ha favo¬ rito l'evoluzione della 312-B3 ed ha propiziato li grande ritorno di Madrid. Lauda ha confermato di essere un magnifico collaudatore. Questa dote in Formula 1 è di estrema importanza. Il pilota che ha un orecchio fine per la meccanica, che individua ed espone rapidamente e In modo chiaro ai tecnici i problemi della vettura che guida ha molte più possibilità di altri capaci solo di premere il piede sull'acceleratore. Basta guardare che cosa è successo alla Tyrrell dopo il ritiro di Stewart, che, appunto, era capace di mettere a punto le monoposto in modo magnifico. Proprio a Stewart assomiglia Lauda anche come stile di guida. Niki — ed è chiaro — ha bisogno di arricchire la sua esperienza, ma porta la sua Ferrari con la stessa pulizia, compostezza e metodicità con cui lo scozzese conduceva la Tyrrell. Non diciamo che Lauda è Stewart, per carità, tuttavia ha buone possibilità per arrivare al livello, o quasi, del « re » in pensione della Formula 1. Lauda ora è In Belgio. La Ferrari prova domani a Nivelles, dove il 12 maggio si svolgerà il Gran Premio del Belgio. Altri allenamenti, altro lavoro. A tavola niente vino, niente caffè, acqua minerale non gassata; a letto alle dieci, mai più tardi, per poter riposare a lungo e presentarsi in pista In eccellenti condizioni fisiche. E Niki non è un robot: è un giovane che scherza, che ha trovato con I meccanici modenesi un facile accordo, che pare non un austriaco serio e compassato ma un cordialissimo emiliano. Ma il lavoro è lavoro, e Niki, vinto il suo primo Gran Premio, pensa ora al titolo mondiale. Amici e nemici permettendo. m. fe. Niki Lauda