Tra Custer e Valpreda

Tra Custer e Valpreda LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Tra Custer e Valpreda Un mediocre film sulla battaglia di Little Big Horn e un dibattito sul processo - Stasera programmi unificati per una protesta sindacale Senz'ombra di dubbio l'interesse maggiore di ieri sera veniva dal « secondo », con un dibattito sul caso Valpreda. Ma sul « nazionale » c'era un film e questo film si intitolava Custer eroe del West. Punto e basta. Non c'è argomento, per quanto appassionante, per quanto polemico, che possa far preferire alla maggioranza che si accomoda in poltrona dopo cena una tavola rotonda ad uno spettacolo cinematografico. E' anche logico, è anche umano. Si tratta di uno dei tanti alibi della politica televisiva: di quando in quando si mandano in onda discussioni su grossi problemi, ma le discussioni, guarda caso, vanno sempre a coincidere con il cinema del lunedì che — cifre alla mano, e fornite dalla stessa Rai — raccoglie folle da venti milioni e oltre. Così i temi « scottanti » sono a volte affrontati sul video, certamente: ma solo un'esigua minoranza se ne accorge. Custer eroe del West, abbiamo detto. Sul generale massacratore di indiani e disastrosamente sconfitto a Little Big Horn dalle forze di Toro Seduto che egli aveva assalito, il cinema s'è sbizzarrito. Sono svariate le esaltazioni sul versante nazionalistico, militarista e razzista e forse la più celebre è la mistificatoria « Storia del generale Custer » realizzata nel 1941 da un regista per altro di valore come Raoul Walsh, in cui Errol Flynn, in quegli anni specializzato in eroi, trasformava in fulgido eroe americano pure Custer e moriva fermo e impavido accanto ad una lacera bandiera sventolante opponendo la sua dignità di bianco alla furia di pennuti guerrieri dalla pelle color mattone. Siamo curiosi di vedere cosa ha tirato fuori dal falso mito di Custer uno spirito dissacratore e beffardo qual è Marco Ferreri (ma il film, girato a Parigi, tarda a comparire). Intanto la tv è andata a ripescare questo Custer eroe del West che è del 1967, una delle ultime opere di Robert Siodmak, autore in tempi lontani de « La scala a chiocciola » e de « I gangsters ». E' una pellicola mediocre e sostanzialmente ipocrita. Si riconosce, sì, che Custer ha commesso degli eccidi e degli errori ma si aggiunge che le sue azioni erano una risposta alla guerra condotta dagli indiani irriducibili e che soprattutto erano volute e ordinate dal suo superiore generale Sheridan. Solita musica, insomma. Si cerca di salvare capra e cavoli: Custer era un valoroso, « costretto » a massacrare gli indiani e a farsi massacrare... Un paio di sequenze d'effetto, un cast dignitoso, e niente di più: per i film del lunedì si potrebbe veramente trovare di meglio. Quanto all'animato dibattito sul processo Valpreda, hanno partecipato alla tavola rotonda il sostituto procuratore della Cassazione Giovanni De Matteo, l'avvocato penalista Gatti e i giornalisti Bartoli e Cingoli. Dopo il dibattito, Chi dove quando con un profilo di Olga Korbutt, giovane e acclamata campionessa sovietica di ginnastica artistica. Nel primo pomeriggio alle 13,30, per uno sciopero dei dipendenti Rai, il telegiornale è stato ridotto al minimo e i tre programmi radiofonici sono stati unificati. ★ ★ Domenica: nel pomeriggio due repliche, una molto bella de La diabolica invenzione di Karel Zeman, e l'altra, superflua, di un fiacco episodio di Arsenio Lupin. In serata bene come di consueto Settimo giorno (incontro con l'architetto Bruno Zevi) e maluccio invece, anzi male decisamente Malombra che proprio non ci convince su tutta la linea e su cui torneremo alla fine per un discorso conclusivo che non s'annuncia lieto (c'è gente che ha lasciato Malombra per assistere al fumettone La stirpe dei Mogador alla tv svizzera perché «più divertente»). ★ ★ Stasera Tribuna del referendum e un'avventura di Nucleo centrale investigativo, la serie (sino ad ora deludente) di polizieschi all'italiana. Sarà questo il programma unico su entrambi i canali, per uno sciopero dei lavoratori della Rai sulla riforma dell'ente. Sulla tv svizzera, Viva Zapata di Kazan, con Marion Brando. u. bz.

Luoghi citati: Parigi