In pista al Nürburgring soltanto 6 sconosciuti di Giorgio Viglino

In pista al Nürburgring soltanto 6 sconosciuti In pista al Nürburgring soltanto 6 sconosciuti Le gare si sono svolte egualmente, ma senza gli assi della moto Provocatorio atteggiamento degli organizzatori tedeschi, che definiscono "mafia" i piloti che hanno aderito al boicottaggio (Dai nostro inviato speciale) Nùrburgring, 27 aprile. Per la prima volta II buonsenso ha avuto la meglio e il Nùrburgring è rimasto senza le gare che non merita. La seconda prova del Campionato mondiale motociclistico si è trasformata in una specie di farsa e in luogo delle centinaia di concorrenti previsti gli organizzatori ne hanno raffazzonati sei per classe in modo da giustificare il biglietto fatto pagare a parecchie migliaia di persone tenute all'oscuro di ogni vicenda grazie ad una certa complicità della stampa tedesca. Il boicottaggio deciso dai piloti a questo tracciato ha avuto un successo superiore al previsto. All'iniziativa di Agostini, Dodds e compagni, hanno aderito direttamente altri ventidue concorrenti che hanno sottoscritto il comunicato di protesta. Sono I dipendenti delle sei Case impegnate ufficialmente in gara: Buscherini (Malanca), Nleto (Derby), Lansìvuori, Kneubuehler, Andersson, Braun oltre a Dodds e Agostini (Yamaha), Bonera e Read (MV), Villa e Rougerie (Aermacchi H.D.), Sheene, Smart e Findlay (Suzuki). Ad essi si aggiungono I privati, assistiti dai diversi importatori: l'inglese Mortimer, I Irancesi Bourgeois, Pons, Chevalier e Leon, Il brasiliano Celso Santos, lo spagnolo Palomo, l'italiano Grassetti e il tedesco Eickelberg. In pratica hanno aderito tutti poiché altri cento e più hanno imbarcato i loro arnesi più o meno efficienti o arrugginiti e se ne sono andati alla svelta accettando la decisione presa dai loro più titolati compagni e sottoscrivendola con calore. Lo stesso Agostini, che è stato praticamente l'animatore di tutta la rivolta, non sperava in un successo slmile ed è rimasto tutta la mattina a tjirare per I boy.es e nel ristorante che è il luogo di ritrovo per tutti a ringraziare uno, a dare una pacca sulla spalla all'altro, incurante degli organizzatori che lo prendevano di mira con attacchi diretti. L'atteggiamento degli organizzatori tedeschi, ieri sconcertante, è diventato oggi provocatorio. Hanno cominciato con il far entrare il pubblico come se non ci fossero dubbi sulla partecipazione dei corridori. Alle 12, quarantacinque minuti prima del via della prima gara in programma, la 50, un comunicato della giuria annunciava via radio che • la mafia dei corridori aveva deciso di sabotare lo spettacolo ». La parola mafia veniva ripetuta ancora parecchie volte in modo da far capire bene che i colpevoli erano I corridori italiani e quelli che italiani non erano ma 'isultano legati alle nostre Case. Perfettamente convinto di aver ragione, il signor Kurt Bosch, presidente della Federazione tedesca e responsabile della gara, ha risposto ad alcune domande in questo modo assurdo. — Quale è stata la vostra reazione alle richieste dei piloti? « Avevamo già speso troppi soldi per la sicurezza montando tutti i guard-rail — Ma i guard-rail non servono per I motociclisti. « Non è vero, i guardrail vanno bene per tutti e noi abbiamo speso due milioni di marchi per metterli. Debbono andare bene ». — Alla riunione di Ginevra vi hanno avvertito di allestire le protezioni. « E' quello che abbiamo fatto, bastava ». — Tutti I piloti sono stati d'accordo nel non prendere lì via, perché? « Hanno un complesso d'inferiorità nei confronti del piloti d'auto, perché guadagnano meno soldi ». — Nessuno ne ha fatto una questione di soldi, signor Bosch. ■ Read voleva un ingaggio di quattro milioni ». — Ma tutto questo prima, dopo ha rinunciato al piccolo milione che gli avevate concesso. Perché, se gli Interessavano I quattrini, Il ha buttati via? A questo punto la pronta risposta si è bloccata. Bosch ha allargato le braccia visibilmente a disagio ed ha fatto lui una domanda: « Perché non andate a farvi un giro del circuito? Vi do una macchina, cosi potete controllare di persona ». — Accettato signor Bosch, ma ancora un ultimo problema. L'articolo 22 del regolamento Firn non dice che auto e moto non possono correre Insieme? « Beh, veramente, sì. Ma... a Nùrburgring sono trentasette anni che facciamo così ed è sempre andato bene. CI voleva proprio la mafia per rovinarci tutto ». Chiamiamola mafia questa responsabilizzazione dei singoli. Chiamiamo mafia il fatto che la MV sia riuscita a mettere d'accordo tutte le Case, I rappresentanti federali e I rappresentanti del privati. Chiamiamo mafia la rinuncia ad un Ingaggio ricco o ad un rimborso spese povero da parte dì chi fa questo mestiere di professione, nell'Intento di salvare Il mestiere stesso. .Diciamo: • viva questa mafia » mentre percorriamo Il circuito dove le balle di paglia sono preziose, una ventina per curva, messe orizzontali con il guard-rail che spunta dì sopra così apparirà più lunga la superficie coperta, oppure distanziate un metro /'una dall'altra, sempre con lo stesso scopo. Il signor Bosch e i suol amici tedeschi ci hanno veramente presi in giro. Adesso hanno quello che si meritano. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Ginevra