Il Piemonte escluso dal convegno alpino
Il Piemonte escluso dal convegno alpino I problemi dei due versanti Il Piemonte escluso dal convegno alpino In discussione i trasporti e la strada pedemontana che partendo da Udine e Belluno raggiungerà Lugano: previsto un ramo fino a Biella - L'impegno per le comunità montane (Dal nostro inviato speciale) Schruns, 26 aprile. I presidenti o rappresentanti di otto regioni delle Alpi Centrali hanno aperto oggi, in questa località turistica e termale del Vorarlberg, la loro riunione semestrale sui problemi comuni ai due versanti alpini. In particolare si discute — e le conclusioni saranno tratte domani — su agricoltura, trasporti, colture. Per l'Italia sono presenti la Regione Lombardia, col presidente Bassetti, e le Province autonome di Bolzano, con Magnago, e Trento, con Grigolli. Gli altri cinque enti territoriali al tavolo della conferenza sono: il Land di Salisburgo (presidente Lechner); il Tirolo, con Wallnòfer; il Vorarlberg, con Kessler; la Baviera, con Groppel, e i Grigioni, con Schutz. Manca il Piemonte, che non fa parte di questo «gruppo di lavoro», ma che ha comunque problemi comuni. Sull'ingresso del Piemonte si era discusso a lungo durante il convegno delle Alpi svoltosi a Milano nell'autunno scorso, ma la proposta, venuta in particolare dalla Lombardia, di considerare la catena alpina come un tutto unico da Grenoble a Bratislava non è stata ancora accettata dai tedeschi. Tanto per dare un esempio di quanto il Piemonte non possa essere tenuto fuori dal discorso: domani si parlerà di trasporti e della famosa strada Pedemontana, che partendo da Udine e Belluno, per Trento, Edolo e Colico, raggiungerà Lugano. Ma è previsto anche un altro ramo, che proseguirà fino a Biella. Il discorso di questo convegno è, dunque, parziale, come parziale è quello relativo all'altra grande arteria sul versante opposto: da Salisburgo e Innsbruck a Feldkirch, poi dovrebbe inserirsi sull'autostrada per Vaduz, capitale del Liechtenstein, e Lugano. Un anello che lascia fuori tutta la parte occidentale delle Alpi, Pur essendo un discorso parziale, è tuttavia da vedere con un certo ottimismo come preparazione ad uno più completo. «Si può affermare — ha dichiarato il presidente della Lombardia, Bassetti, al termine di questa prima giornata di lavoro — che l'incontro di Schruns segna un'ulteriore tappa di una cooperazione tesa ad approfondire nella coscienza dell'unità culturale e sociale dei nostri territori alpini i temi del nostro comune impegno per un loro sviluppo ordinato e pianificato, nella salvaguardia dei valori della loro storia e della loro cultura e nel quadro di una visione europea, che nelle Alpi vede un momento fondamentale per l'aumento della sua compattezza interna». "Perché, è stato ripetuto più volte oggi, le Alpi devono essere considerate una vera e propria regione dell'Europa. Non un ostacolo che divide, ma un tutt'unico che deve fa¬ re da ponte di unione tra il Nord Europa e il Sud Italia. In questo quadro vanno visti anche i provvedimenti per l'agricoltura, da riassumersi nella piena autonomia di ciascuna delle regioni alpine con ben precisi indirizzi. Uno di questi prevede la concessione di un indennizzo adeguato e riferito all'effettivo lavoro per la coltivazione di aree producenti un reddito insufficiente o nullo, ma la coltivazione delle quali sia necessaria nell'interesse pubblico. Un capitolo particolare è dedicato all'economia forestale, con l'impegno a «conservare e migliorare il bosco nella sua funzione protettiva, produttiva, di ricreazione e come elemento fondamentale del paesaggio». Nel discorso dell'agricoltura, che prevede anche la protezione della natura e la tutela del paesaggio, la sistemazione idrogeologica per impedire le piene e le valanghe, l'uso del tempo libero e il turismo, sono da impegnare nel versante italiano — è stato osservato — le appena nate comunità montane. E' proprio quello che il Piemonte sta cominciando a fare. Domenico Garbarino
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