Piano comunale per la casa con fondi pubblici e privati

Piano comunale per la casa con fondi pubblici e privati Palazzo Civico; riunioni per alloggi e quartieri Piano comunale per la casa con fondi pubblici e privati Nell'area metropolitana occorrono 150 mila vani in cinque anni - Ma l'offerta, invece di salire, scende - Bisogna contrastare la tendenza - Un programma da discutere con i Comuni e la Regione - Due incontri per le proposte sul decentramento Per soddisfare il fabbisogno di alloggi dovuto al presumibile aumento della popolazione nell'area metropolitana torinese, costituita dalla città e da una larga fascia dei comuni della provincia, nei prossimi cinque anni si dovranno costruire, in media, 6 mila alloggi ogni dodici mesi. Nel quinquennio un totale di almeno 150 mila vani. Sono i dati del rapporto Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali) per il piano regionale '74-'78. L'assessore al lavoro del Comune, Fantino, li ha ricordati ieri in una relazione ai capi gruppo del Consiglio sui problemi della casa e le prospettive di impegno della civica amministrazione. Ha aggiunto che l'insufficienza di alloggi è « una delle strozzature più gravi che presenta il sistema economico e sociale italiano. In Piemonte si è passati dalle 46.7S2 abitazioni del '70 alle 38.106 del '71, alle 26.408 del '72, con una diminuzione, tra il '70 e il '72, del 43,6 per cento. Si è quindi creato un divario crescente tra offerta e domanda, che ha contribuito a indebolire l'offerta senza che diminuissero i prezzi ». Il fenomeno non è stato corretto dagli investimenti pubblici, che invece di aumentare sono diminuiti, passando dal 7 per cento del '68 al 3,5 per cento del '72. Fantino ha detto: « Bisogna rilanciare l'edilizia economica, accompagnando i finanziamenti statali con iniziative che mobilitino anche gli imprenditori privati, nel quadro di rigorose norme urbanistiche e sui canoni di affitto ». Secondo l'assessore « si dovrebbe puntare largamente sulle convenzioni tra privati ed enti locali tenendo come base un regolamento nazionale. Inoltre la nuova legge per l'edilizia dovrebbe dare agli enti locali, specie alle Regioni, possibilità di interventi a completamento di quelli statali, anche per quanto riguarda impegni finanziari ». Infine, nella ripartizione del fondi, si dovrà tenere conto delle « situazioni di disagio in cui si trovano le grandi aree metropolitane e rivedere le procedure di spesa per evitare che ancora una volta i fondi stanziati si traducano in residui passivi anziché in case ». Anche se gravoso, l'impegno finanziario che il governo deciderà di assumere per l'edilizia in Piemonte non colmerà le lacune della nostra area metropolitana. « I poteri locali dovranno integrarlo, superando le limitazioni delle deleghe che oggi rendono difficile un'azione regionale in materia ». In questa prospettiva il Comune di Torino dovrebbe predisporre, d'intesa con la Provincia e le altre amministrazioni interessate, un programma da discutere con la Regione. L'assessore al lavoro di Torino suggerisce cho abbia validità di 15-20 anni e punti in due direzioni: « Incremento dell'edilizia pubblica; rilancio di quella privata orientando le scelte delle aree e del tipo di costruzioni, allo scopo di eliminare le forme speculative e far corrispondere al massimo l'offerta alla domanda di alloggi ». E' 11 lancio di un " Piano per la casa " nell'area metropolitana torinese. Fantino ha detto che occorre mettersi subito al lavoro perché la preparazione richiederà un certo tempo. Frattanto, considerato che la mancanza di alloggi è drammatica e non può più tollerare attese, si dovrà predisporre un " plano di emergenza ", come stralcio Iniziale. Urge anche per « contrastare la prevedibile, ulteriore caduta della produzione edilizia nel '74 con l riflessi negativi, soprattutto per l'occupazione ». Con il « piano stralcio », in tre anni, si potrebbero edificare 5 mila alloggi, parte in Torino e parte nella cintura. Per le costruzioni di « emergenza » non mancano i mezzi. La Regione ha inserito nel bilancio '74 due stanziamenti: 10 miliardi per case da destinare a famiglie residenti in alloggi da abbattere a e 6 n l a . , o l a o l 0 da risanare; 5 miliardi per acquisto di beni immobili. « Se questi due stanziamenti — ha detto l'assessore — saranno distribuiti per contributi in conto capitali, l'Istituto delle case popolari potrà realizzare una parte cospicua del "piano". Anche il Comune ha delle possibilità: utilizzo integrale dei finanziamenti per il piano Case popolari-Fiat; acquisto di una quota di alloggi Gescal a Venaria; I costruzione diretta di case-par- ' cheggio e case-albergo, utilizzabili per gli anziani ». In totale 600 alloggi in breve tempo. Fantino ha concluso ricordando che il Comune deve sistemare circa 500 famiglie (253 con urgenza), domiciliate in edifici pericolanti o da espropriare per opere pubbliche. Prowederà utilizzando alloggi delle case popolari e requisendo i 104 appartamenti Gescal costruiti sull'area E/2 della 167. La relazione sarà discussa dai capi gruppo il 9 maggio. * * In municipio si sono tenute ieri due importanti riunioni per 1 quartieri. La prima, della commissione consiliare al decentramento, per esaminare la bozza di regolamento per l'attuazione dei Consigli di quartiere. Nella seconda, la commissione paritetica, composta da rappresentanti del Comune e del Coordinamento quartieri, si è discusso come rinsaldare i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione. Al termine della prima assemblea l'assessore Valente ha dichiarato: « / consiglieri Notaristefano, Arcart e Lodi hanno chiesto cIsèsnrsp«mc di aggiornare la seduta al mese prossimo in quanto sono annunciati nuovi documenti che affiancheranno la proposta comunista». Il consigliere Vindigni (pei) ha spiegato: « La bozza di delibera è stata presentata perché è già scaduto H termine, fissato a gennaio da tutti i partiti, per chiarire le rispettive posizioni su questo problema che è ormai maturo per la soluzione ». Ha aggiunto: « Ho accettato il rinvio dal momento che non vogliamo un accordo artificioso, ma un confronto serio per la soluzione migliore ». Esiste dunque un impegno dei gruppi consiliari per affrontare e risolvere con proposte con- crete la spinosa questione di un più democratico governo cittadino. I motivi della seconda riunione sono stati illustrati dagli assessori Valente e Carli: « La commissione paritetica è stata convocata su richiesta del Coordinamento dei quartieri, preoccupato per i giudizi, espressi da alcuni consiglieri, né graditi, né apprezzati. Do le massime garanzie per il corretto operare dei partiti politici ». Manilio, Sereno Regis e Allemani del quartieri hanno espresso le loro perplessità su molti problemi che fino ad ora « non sono stati risolti », e cioè il blocco delle licenze edilizie, che è stato evaso da molti costruttori, la lunga e spesso vana attesa di sedi e finanziamenti. Infine hanno chiesto quale ruolo spetti ai cittadini nella attuazione pratica e nella gestione della « variante 17 ». L'impegno del Comune, hanno detto gli assessori, è dimostrato, per quel che riguarda il blocco delle licenze edilizie, dal solleciti inviati al Coreco che deve stabilirne la legittimità. « Altre sedi — hanno aggiunto — sono state concesse ai Comitati in sette quartieri ». Da ultimo Crapanzano ha osservato: « Vorremmo che non succedesse come per la metropolitana. Prima che le delibere vengano proposte in Consiglio comunale e discusse, devono essere portate a conoscenza del cittadini con una serie di dibattiti ». Valente ha replicato: « Mi impegno a non portare nessuna proposta in Consiglio senza che prima sia avvenuta la consultazione ».

Persone citate: Allemani, Carli, Crapanzano, Fantino, Notaristefano, Sereno Regis, Vindigni

Luoghi citati: Comune Di Torino, Piemonte, Torino, Venaria