La scuola: scendono le spese dello Stato di Felice Froio

La scuola: scendono le spese dello Stato Quest'anno stanziati 3755 miliardi La scuola: scendono le spese dello Stato L'incidenza sul reddito è stata del 19,2% nel '70, del 19 nel '71, del 17,6 nel '72 e del 16,9 nel '73 - Per il '74 solo 376 miliardi negli investimenti e nel potenziamento degli istituti (Nostro servizio particolare) Roma, 25 aprile. Dopo l'incremento degli Anni Sessanta la spesa dello Stato per l'istruzione è diminuita in percentuale, ossia nel rapporto con le spese degli altri settori, anche se è aumentata in assoluto (come accade per tutti gli altri ministeri) in quanto il bilancio dello Stato è in continua espansione. Contemporaneamente è anche diminuita l'incidenza della spesa per la scuola sul reddito nazionale. Nel 1961 lo Stato aveva destinato all'istruzione 982 miliardi, pari al 15,2% del bilancio complessivo; nel 1970 ben 3068 miliardi pari al 19,2%. Dall'anno seguente è cominciata la riduzione: 19% nel 1971 e poi 17,6% nel 1972 fino a giungere al 16,9% nel 1973. Quest'anno il bilancio del ministero della Pubblica Istruzione prevede una spesa di 3755 miliardi. La maggior parte è destinata agli stipendi del personale in servizio e a quello in pensione. Restano appena 376 miliardi per le spese d'investimento e per quelle destinate all'acquisto di beni e servizi che contribuiscono a potenziare le scuole e l'università. E' preoccupante constatare come i fondi destinati agli stipendi del personale continuino a salire: dall'80,9% del 1969 siamo arrivati all'87,5% del 1972 e all'89,9% del 1974. Il salto di quest'anno va collegato agli aumenti concessi al personale docente e non docente con lo stato giuridico. La prima conseguenza che discende dalla mancata espansione del bilancio del ministero della Pubblica Istruzione si nota osservando le varie voci. I fondi per l'acquisto di beni e servizi, ad esempio, sono diminuiti dai 127 miliardi 303 milioni dell'anno scorso ai 105 miliardi di quest'anno. Nella suddivisione dei 105 miliardi il ministero è stato costretto ad operare tagli anche per spese importanti. Nel 1974 spenderemo 5 miliardi 900 milioni per l'aggiornamento degli insegnanti e per la ricerca pedagogica, 5 miliardi 425 : lioni per i corsi abilitati , 50 miliardi per i sussidi didattici, 1 miliardo 550 milioni per il trasporto gratuito degli alunni, 11 miliardi 200 milioni per i libri gratuiti agli alunni delle elementari. La relazione generale sulla situazione economica del Paese, presentata in questi giorni al Parlamento, fa alcune osservazioni sull'andamento dell'istruzione alla luce dei dati del 1974. Quest'anno abbiamo 7 milioni 481 mila alunni nella scuola dell'obbligo (4 milioni 966 mila nelle elementari, 2 milioni 515 mila nelle medie) con un incremento dell'1,4% rispetto al 1973. Le iscrizioni complessive nelle scuole secondarie superiori (licei, magistrali, tecnici e professionali) sono aumentate del 4,9°<>, un incremento pari a quello dello scorso anno. Abbiamo complessivamente 1 milione 802 mila giovani suddivisi nei vari istituti; in testa sono gli istituti tecnici con 795 mila studenti, seguono i licei scientifici con 338 mila, gli istituti professionali con 311 mila, i licei ginnasi con 197 mila, gli istituti e le scuole magistrali con 195 mila e all'ultimo posto gli studenti degli istituti d'arte e dei licei artistici (51 mila). Gli studenti universitari, esclusi i fuori corso, arrivano a 674.138; un aumento di 16.522 studenti in cifr-3 assolute, pari al 2,5%. La relazione osserva che l'anno scorso c'era stata una leggera flessione (—0,6). Sono in rilevante aumento le iscrizioni al primo anno di medicina, lettere, agraria, educazione fisica; diminuiscono, invece, ingegneria, magistero e lingue straniere. Hanno conseguito la licenza elementare 885 mila ragazzi, quasi la totalità della leva demografica, e solo il 3,4% non si sono iscritti alla scuola media. I licenziati della media sono 695 mila (l'82,3% della leva demografica) di cui il 77,3% proseguono gli studi negli istituti superiori. I diplomati delle superiori nel 1973 sono arrivati a 249 mila (31 giovani su 100 coetanei), mentre i laureati sono saliti a 64.570. Gli iscritti al primo corso universitario rappresentano il 27,5% dei coetanei, mentre i laureati equivalgono all'8,5%. Ecco la suddivisione dei laureati per gruppi di corsi; gruppo letterario 26.070 (40,4%); scientifico 9.629 (15 per cento); economico 9.181 (14,2%); ingegneria 6."52 (10,5%); medico 5.411 (8,4 per cento); giuridico 5.201 (8%); agrario 938 (1,4%); diplomi 1.388 (2,1%. Felice Froio

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