Richiesto il rinvio a giudizio per i'ex presidente Aci a Roma

Richiesto il rinvio a giudizio per i'ex presidente Aci a Roma Dopo le indagini del sostituto procuratore Richiesto il rinvio a giudizio per i'ex presidente Aci a Roma L'avv. Luigi Bertet sarebbe accusato di peculato e concussione - L'Automobile Club avrebbe ottenuto illegalmente 14 miliardi dai soci (Dalla redazione romana) Roma, 25 aprile. Per anni l'Automobile Club d'Italia ha preteso dagli automobilisti balzelli non dovuti: qualcosa come quattordici miliardi. Questo è il convincimento del sostituto procuratore della Repubblica Niccolò Amato, il quale ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex presidente dell'Aci, avvocato Luigi Bertet, del segretario generale, dottor Francesco Mungo, del direttore del Pubblico registro automobilistico (Pra) Alfredo Piroddi. Costoro, secondo il rappresentante della pubblica accusa, sarebbero i responsabili di una illecita attività che per oltre un decennio avrebbe caratterizzato la gestione dell'Automobile Club. Peculato e concussione so¬ no i reati che il dottor Amato puntualizza nella sua requisitoria, consegnata al giudice istruttore Antonio Alibrandi. La concussione sarebbe stata compiuta da Bertet e da Piroddi per aver preteso diritti ed emolumenti non dovuti dagli automobilisti; il peculato è stato invece attribuito all'ex presidente e a Mungo per aver incamerato gli interessi versati da una banca presso la quale venivano momentaneamente depositati gli incassi dell'ente. C'è da aggiungere che Bertet era stato anche incriminato a suo tempo per interesse privato in atti di ufficio, ma il p.m. ne ha chiesto la piena assoluzione, riconoscendo che egli non ha mai approfittato della carica ricoperta per conseguire vantaggio personale. A suscitare l'interessamento della magistratura sulla gestione dell'Aci fu, nel 1966, l'allora ministro dei Trasporti onorevole Scalfaro, il quale trasmise alla procura della Repubblica una relazione su presunte irregolarità amministrative, accompagnata da alcuni esposti che gli erano stati inviati da privati cittadini. Tra i denuncianti figurava il dottor Ugo Amoresano, conservatore supplente del Pubblico registro automobilistico di Napoli. Costui accusava l'ente di violare sistematicamente le norme statutarie che gli vietano tra l'altro di pretendere dagli automobilisti diritti inesistenti o di maggiorare le tariffe fissate dal ministero. Il magistrato attribuisce infine a Bertet un altro peculato per aver distribuito personalmente, ad alcuni funzionari, dieci milioni versati tra il maggio 1966 e l'aprile successivo dalla Banca Nazionale del Lavoro per essere divisi tra il personale più meritevo le. Secondo il rappresentante dell'accusa, il presidente non avrebbe dovuto disporre per sonalmente della somma, inserita regolarmente nel bilancio dell'Aci, ma avrebbe dovuto demandare al comitato esecutivo dell'ente il compito della sua distribuzione.

Persone citate: Alfredo Piroddi, Antonio Alibrandi, Luigi Bertet, Niccolò Amato, Piroddi, Scalfaro, Ugo Amoresano

Luoghi citati: Napoli, Roma