Bimbo di 5 anni cade nel Sangone un carabiniere lo ripesca morente

Bimbo di 5 anni cade nel Sangone un carabiniere lo ripesca morente Tragico epilogo di un gioco tra fratelli sulla riva Bimbo di 5 anni cade nel Sangone un carabiniere lo ripesca morente La disperata corsa della " gazzella " verso l'ospedale - Ma ogni cura è inutile - Il pianto dei soccorritori - Ritrovato nel Po il corpo della ragazza suicida il giorno di Pasqua Tragico epilogo per un gioco tra fratelli Ieri mattina, sulle rive del Sangone. Mentre correva spensierato lungo la sponda, un bimbo di cinque anni e precipitato nelle acque del torrente, subito trascinato via dalla corrente Impetuosa sotto gli occhi atterriti del genitori. Non gli ha salvato la vita 11 pronto Intervento di un carabiniere, che si è tuffato riuscendo ad afferrarlo, né la corsa disperata della radiomobile verso l'ospedale. Pochi minuti dopo 11 ricovero al Maurlzlano 11 bambino ha ces- salo di vivere al pronto soccorso. SI chiamava Massimo Mascia, abitava in via Quarello 18/a con il padre Francesco, 32 anni, immigrato sardo, operaio alla ditta Cornaglia, la madre Anonietta, 28 anni, e quattro fratelli tra 1 due e i dieci anni. Approfittando della giornata festiva, era andato con loro verso le 8,30 in un orticello che la famiglia affitta a circa due chilometri da casa. Tre ore più tardi, alle undici e mezzo, è accaduta la disgrazia. Mentre il padre lavora e la madre si appresta a distribuire il cibo portato per il pranzo. Massimo gioca tranquillo con uno del fratelli, Nicola, di undici anni. A cento metri dal campo scorrono le acque del Sangone; la riva è ripida, scoscesa. VI si avvicinano, forse Massimo inciampa: un grido che richiama l'attenzione dei genitori e il corpo del bimbo scompare nella corrente. Nicola sporge un ramo che il fratellino non riesce ad afferrare, lo vede allontanarsi annaspando verso strada del Drosso. Qualcuno telefona ai carabinieri: per radio il tenente Cannelli, del nucleo radiomobile, ordina ad alcune « gazzelle » di raggiungere il ponte sul Sangone. La prima è quella del brigadiere Michele Guido con il carabiniere scelto Antonio Chessa; alle grida di Pietro Sechi, 33 anni, Impiegato comunale di Nichelino, che richiama la loro attenzione indicando il corpo trascinato dalla corrente. Michele Guido si tuffa senza esitare e riesce ad agguantare Massimo. Scende in acqua anche Antonio Chessa, il brigadiere passa al compagno d'equipaggio il bambino privo di sensi. Da questo momento la tragedia vive nelle parole concitate che si scambiano « gazzella » e centrale operativa. A sirene spiegate ha inizio la corsa contro il tempo, verso l'ospedale: le divise fradicie, un uomo al volante, l'altro con il bambino stretto al petto che tenta di rianimarlo. « Respira, lo portiamo al Mauriziano » annuncia per radio, e spera ancora. Il carabiniere Chessa entra di corsa all'ospedale reggendo Massimo tra le braccia, lo affida ai medici del reparto rianimazione. Un nuovo messaggio per la centrale: « Aspettiamo di sapere, più tardi verremo a cambiarci », e pochi minuti dopo solo una comunicazione con voce asciutta: « E' morto adesso ». Poi il militare scoppia in singhiozzi, mormora: « Pensavo a mio figlio ». * Il cadavere di Maria Angela Graglia, l'impiegata che il giorno di Pasqua si gettò dal ponte delle Molinette, è riaffiorato ieri nel Po, alla diga dell'Aem di lungo Stura Lazio. L'ha tratto a riva il guardiano, Adolfo Cabrio, 40 anni, verso le 13: « SI era Impigliato nella griglia, trascinato dalla forte corrente ». La ragazza, 31 anni, via Guala 5/5, da qualche tempo soffriva di crisi depressive, era In cura per un grave esaurimento nervoso dovuto all'eccesso di fatica. Ricordano I genitori: « Lavorava tutto il gior¬ no, di sera studiava, era logorata dal punto di vista fisico e psichico ». Il giorno di Pasqua la giovane era uscita all'ora di pranzo dicendo che andava dalla sorella. Raggiunse invece le sponde del Po. Alcuni passanti la videro camminare per qualche minuto lungo il fiume, poi salire sulla spalletta del ponte. Un volo senza un grido. Ha lasciato un biglietto: « Non ne posso più, perdonatemi ». Nei giorni scorsi una nipote della suicida aveva scritto a Specchio dei tempi: « Il padre di Maria Angela è disperato; pregate i sommozzatori di cercare il corpo di sua figlia. Che almeno abbia una tomba su cui piangere ». ir Attraversando il controviale di corso Trapani, all'altezza del 39, Franco Cristofanelli, 5 anni, via Canova 42, è stato investito dalla « 128 » di Vincenzo Pudda, via Omegna 21. Ha riportato un grave trauma cranico; è ricoverato, con riserva di prognosi, all'Istituto di neurochirurgia. Massimo Mascia all'ospedale tra le braccia del carabiniere Antonio Chessa - L'angoscia dei parenti al pronto soccorso

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