Liberali: Riguardi ha vinto Linea di centro confermata di Luca Giurato

Liberali: Riguardi ha vinto Linea di centro confermata Chiuso il congresso con la replica del segretario Liberali: Riguardi ha vinto Linea di centro confermata La corrente di maggioranza ha avuto 350 voti su 547 delegati - Le correnti di sinistra "Rinnovamento" e "Presenza" ne hanno ottenuti rispettivamente 86 e 57; i gruppi di destra 24; trenta gli astenuti - Bignardi segretario, Malagodi presidente (Nostro servizio particolare) Roma, 23 aprile. Nel suo discorso di replica, che ha chiuso oggi il 14" Congresso liberale, Bignardi, in polemica con le opposizioni interne di sinistra e di destra, ha ribadito la « linea indeclinabile » del pli partito di centro, «unico oppositore democratico al centro-sinistra ». Ha parlato sapendo che il consiglio del partito lo confermerà domani segretario (Malagodi resta presidente) ed ha indicato ai delegati quella che dovrà essere l'azione immediata e futura del pli, un partito che negli ultimi anni ha visto dimezzata la forza elettorale. E' un'azione tattica e strategica: «L'unica tattica che ci conviene è quella dell'opposizione rigida, continua, martellante, con battaglie immediate; la strategia è invece a lungo periodo, con l'impegno di salvare la democrazia nel nostro Paese ». Bignardi si è detto convinto che esiste spazio politico per la «riscossa liberale»: «Purché si abbia fiducia, per dar fiducia ad un elettorato colpito dalle difficoltà economiche». Questo riferimento alla fiducia è stato uno dei tanti ammonimenti alle minoranze del partito, verso le quali Bignardi ha tenuto un atteggiamento meno duro di Malagodi, pur confermando il «no» secco del presidente del pli alla gestione unitaria, definita un «pasticcio». Ma la replica più ampia è stata dedicata ad Aldo Bozzi, capo del gruppo dissidente, che ieri gli ha rivolto le critiche più maligne. Ha negato che il pli sia oggi un «partito di frontiera a destra» e ha aggiunto che la frontiera dei liberali esiste non solo nei confronti del msi, ma anche del pei, del radicalismo, dell'integralismo de. Quindi, non partito di destra, ma di centro: «Non siamo né degli aristocratici reazionari né dei radicali». «Debbo respìngere — ha poi detto, sempre rivolto a Bozzi — di stare alla finestra a guardare la politica scorrere per la strada. Siamo scesi in battaglia ». Accusato di tiepidezza e di scarso impegno nel referendum, si è difeso attaccando: «Il divorzio è, fino al 12 maggio, non uno dei problemi, è il problema del pli». Presentandosi come segretario di tutto il pli (.«faccio alle minoranze un cavalleresco saluto delle armi») si è rivolto alla destra e ai critici di centro. All'ambasciatore Sogno, che avspica riforme costituzionali guardando alla Repubblica presidenziale, ha detto: «Non bisogna pensare a mitiche città del sole, dobbiamo fare lotte concrete, mettere le mani nella creta e costruire. In Italia, non abbiamo una cattiva Costituzione, ma una cattiva politica, che minaccia la democrazia». Al senatore Valitutti: «Hai detto che la posizione di centro \ quella dell'asino di Buridano; è invece la vera posizione di difesa dello Stato». La replica è durata due ore e Bignardi ha dedicato una buona parte di questo tempo agli aspetti ideologici dei partiti, trascurando un poco quello che c'è di concreto nella loro azione. E' un fatto che il segretario ha ammesso più volte e infatti subito dopo, per riscaldare la platea, sono partite alcune frecciate: «La formula di centro-sinistra, partita con grandi ambizioni, si è ridotta come un albero senza foglie». «La Malfa ha una intelligenza singolare, è un uomo de laboratorio di politologia, da alambicchi ». «Rumor hu scavalcato Moro a sinistra realizzando le Regioni». A tarda sera, si è appreso ufficialmente che la mozione della sua corrente ha avuto il maggior numero dei voti, 350 su 547 delegati votanti. Le correnti di sinistra «Rinnovamento» e «Presenza» ne hanno avuti, rispettivamente 86 e 57; i gruppi uniti di destra «Italia liberale»-«Incontro democratico» 24. Gli astenuti sono 30 ed appartengono soprattutto ai «dissidenti» della maggioranza che fanno capo a Bozzi, Cottone, Gerolimetto e Papa. Luca Giurato

Luoghi citati: Italia, Roma