Bozzi molto critico col suo partito Recuperiamo relitti verso destra" di Luca Giurato

Bozzi molto critico col suo partito Recuperiamo relitti verso destra" Al congresso liberale ha parlato il capo dei dissidenti Bozzi molto critico col suo partito Recuperiamo relitti verso destra" Ha accusato il presidente, Malagodi, di occuparsi di "problemi cosmici" e il segretario, Bignardi, di "stare alla finestra a veder passare la storia" - Bozzi avrebbe voluto "un impegno maggiore sul referendum" (Nostro servizio particolare) Roma, 22 aprile. Al congresso liberale, che si chiude domani con una prevista vittoria di Malasodi e Bignardi, oggi ha parlato Aldo Bozzi, leader del gruppo dissidente della maggioranza, e i delegati hanno ascoltato le critiche più sottili ed insidiose alla linea e alla gestione del partito, gli attacchi più duri e maligni al presidente e al segretario. L'intervento di Bozzi è stato uno show politico, che molti hanno approvato e molti hanno disapprovato, ma che tutti hanno seguito con grande attenzione. Tutti, tranne Malagodi, che è scomparso dal palco appena il «carissimo nemico» ha cominciato a parlare; Bignardi è invece rimasto, ed ha dovuto incassare, non sempre impassibile, le frecciate più cattive. Il segretario ha perso la pazienza quando Bozzi, dopo avergli detto che «più che un politico, è un politologo», ha aggiunto: «Ci sono letterati che fanno dell'ottima poesia poi fanno malissimo i sindaci». «Non'è àncora dimostrato che io abbia fatto male il sindaco», l'ha interrotto Bignardi, rosso in volto. Bozzi, dalla tribuna, ha finalmente spiegato qual è la posizione sua e del gruppo dissidente (Gerolimetto, Papa, Cottone ed altri 45 delegati): «Se dovessi indulgere alle immagini cinofile di Malagodi dovrei definirmi un cane sciolto; ma non sono un cane sciolto: la nostra è una posi zione critica nell'ambito della corrente di maggioranza "lì berta nuova"». In altre parole: Bozzi ed i suoi amici, pur presentando una mozione propria, non escono dalla corrente di maggioranza, rimanendovi come «coscienza critica», pungolo continuo che forse animerà il dibattito all'interno del partito. L'ex ministro non ha però spiegato perché è fallito il «cartello» con le sinistre, nonostante che in quattro giorni non si sia parlato d'altro; al «cartello», per il quale le correnti di sinistra di «Rinnovamento» e «Presenza» hanno insistito fino all'ultimo con passione e tenacia, Bozzi non ha dedicato neppure una parola. «Non avendo con sé abbastanza delegati per capovolgere la situazione in suo favore, ha fatto finta di dimenticarsene», dicono i suoi avversari. «Non ci ho proprio pensato», ci ha detto l'ex ministro, precisando che calcoli e giochi di potere non c'entrano per niente. «Star seduto su una poltrona del pli oggi non è poi una cosa tanto seducente». La parte dedicata al partito ed ai suoi leaders è stata ampia, provocatrice e, nello stesso tempo, amara e affettuosa; benevola mai: «Il pli sembra oggi un'azienda recupero relitti politici a destra; certo, bisogna cercare voti anche a destra, non solo; la nostra politica è quella delle forze laiche intermedie, alle quali bisogna avvicinarsi». In tutto l'intervento spiccano le polemiche dirette: «Caro Giovanni — ha detto ad un certo punto, come se Malagodi fosse lì ad ascoltarlo — ti conosco da tanti anni e so che pesi bene le parole. Quando hai detto no alla destra hai aggiunto un aggettivo molto importante: "No alla destra retriva". Se togli quel "retriva", ti senti ugualmente in grado di negare che non guardi a destra?». Se il presidente del partito è stato accusato di occuparsi di «problemi cosmici», di disdegnare i temi concreti, di «tollerare» i gruppi di minoranza invece di riconoscerli come interlocutori validi, al segretario Bignardi Bozzi ha anche rimproverato «di stare alla finestra a veder passare la storia; se continuiamo in questo modo corriamo il rischio di trasformarci in club giornalistico o meramente culturale». Poi l'attacco più duro, sul divorzio: «Si è fatto qualcosa, ma con un tono "allegro ma non troppo, vivace ma non troppo", per esempio sul divorzio ci siamo impegnati come ci dovevamo impegnare? ». Bignardi, che durante il discorso di Bozzi ha preso continuamente appunti, replicherà domattina al suo «amicorivale» e a tutti gli oratori del quattordicesimo congresso li¬ berale, la maggioranza dei quali ha approvato la sua re- lazione. Tra questi, ogsi hanno parlato Catella e Ferioli. Il deputato di Torino ha polemizzato con le sinistre interne, osservando che «l'immagine che si è cercato di accreditare presso l'opinione pubblica di un partito liberale chiuso nella conservazione o negato al progresso, deriva anche dagli attacchi che all'interno del pli sono venuti alla maggioranza che ha condotto e conduce il partito». Hanno parlato anche i dissidenti Gerolimetto e Cotto- ne. Nei loro interventi sono emerse critiche molto dure alla linea politica e alla gestione del partito. A tarda sera ha parlato anche l'on. Altissimo, il quale ha negato che l'opposizione (Rinnovamento e Presenza) si trovi in una « condizione dì disperazione »; ha precisato che la proposta fatta dai gruppi di sinistra non è stata quella di una gestione unitaria del partito, ma la ricerca di una nuova maggioranza che riuscisse ad esprimere una nuova politica. Luca Giurato

Luoghi citati: Roma, Torino