Oro: tra i "Nove" forse un accordo di Renato Proni

Oro: tra i "Nove" forse un accordo Oro: tra i "Nove" forse un accordo Il metallo potrebbe essere utilizzato per le transazioni tra le Banche centrali - Ma occorre l'assenso degli Stati Uniti - Il vertice in Olanda (Dal nostro inviato speciale) Zcist (Olanda), 22 aprile. Una certa identità di vedute sta emergendo tra i nove paesi della Cee sull'opportunità di utilizzare l'oro nella transazione tra le banche centrali dell'Europa ad un prezzo realistico, ma una decisione unilaterale delle nazioni europee è improbabile senza il consenso del governo degli Stati Uniti. Questo problema è stato discusso in un incontro «non formale» (cioè al di fuori delle istituzioni comunitarie) dei ministri delle Finanze dei Nove al castello di Zeist, vicino a Utrecht, in Olanda. I ministri hanno anche esaminato le questioni dell'inflazione e dei tassi d'interesse. Gli inglesi, però, hanno evitato che fosse trattato il problema dell'unione economica e monetaria, dato che il governo britannico deve riunirsi ai Chequers il prossimo weekend per esaminare questo programma. Il ministro italiano del Tesoro Emilio Colombo, nel suo intervento, ha sottolineato il piano della commissione europea, aggiungendo però che la soluzione deve essere raggiunta d'intesa con gli Stati Uniti e il Fondo monetario internazionale. Colombo ha proposto che le banche centrali possano vendere e comperare oro sul mercato libero, oltre a scambiarlo, ad un prezzo liberamente e bilateralmente pattuito. Al fine di regolare queste transazioni, è accettata — come altri avevano già proposto — un'intesa per non fare acquisti ad un prezzo inferiore e superiore a limiti da definirsi. Inoltre le banche centrali dovrebbero poter intervenire sul mercato libero dell'oro per regolarne l'andamento. Il ministro delle Finanze inglese, Uenis Healey, si è allineato alla tesi americana sull'aumento del prezzo ufficiale dell'oro proposto dalla commissione europea allo scopo di aumentare la liquidità per far fronte al disavanzo delle bilance dei pagamenti di alcuni Paesi, un disavanzo dovuto in gran parte al rialzo del prezzo del petrolio. Il signor Healey ha detto che il suo governo non vuole che l'oro svolga un ruolo importante nella transazione internazionale. Tuttavia, l'Inghilterra sarebbe in linea di principio favorevole ad utilizzare l'oro nelle transazioni tra le banche di emissione ad un prezzo che fosse fissato di volta in volta (a livello ovviamente più alto dell'attuale prezzo ufficiale). Healey ha anche posto il problema se non sia sufficiente che l'oro venga scambiato tra le banche centrali e venduto, ma non acquistato, da esse, sul mercato libero. In ogni caso, ha detto il ministro inglese, è essenziale che ogni misura sia presa nel quadro di un accordo mondiale, cioè assieme agli Stati Uniti. Oggi non si poteva comunque prendere una decisione a causa dell'assenza del ministro francese Valéry Giscard d'Estaing, che è impegnato nella campagna elettorale per l'Eliseo. Infine, mister Healey ha messo in rilievo i danni di un aumento del prezzo ufficiale dell'oro per i Paesi in via di sviluppo e gli eccessivi vantaggi che trarrebbero i due maggiori Paesi produttori, Sud Africa e Unione Sovietica. La Germania, qui rappresentata dal ministro Helmut Schmidt, non è molto interessata all'aumento del prezzo ufficiale dell'oro (che è di 42,22 dollari per oncia di fino contro i 180 dollari sul mercato libero) perché non vuole indispettire Washington e perché non ha drammatici problemi per la sua bilancia dei pagamenti. La Francia e l'Italia sono le più favorevoli alla proposta della commissione europea per un aumento del prezzo ufficiale dell'oro, anche perché detengono circa la metà delle loro riserve in questo metallo prezioso. E' chiaro, tuttavia, che l'Europa non dispone, in un periodo in cui le numerose crisi nazionali si sovrappongono ed acuiscono la crisi comunitaria, di agire indipendentemente dagli Stati Uniti. Si vedrà prossimamente se gli europei riusciranno ad accordarsi su questo delicato problema e poi cercheranno di farlo approvare dagli Stati Uniti. L'incontro dei ministri delle Finanze al castello di Zeist si conclude domani pomeriggio. Renato Proni

Persone citate: Emilio Colombo, Giscard D'estaing, Healey, Helmut Schmidt