Allegri nonni del divorzio di Vittorio Gorresio

Allegri nonni del divorzio TACCUINO Allegri nonni del divorzio Nel suo discorso contro il divorzio in Piazza del Popolo a Roma, l'altro ieri, domenica mattina 21 aprile, Fanfani è stato a volta a volta drammatico e scherzoso. Ha letto, per esempio, una lunga missiva indirizzatagli da una povera donna ripudiata dal marito proprio al momento in cui lei stava per entrare in ospedale a causa di una grave malattia. Al ripudio seguì la separazione legale ed alla separazione il divorzio, proprio mentre la povera donna peggiorava via via perdendo le sue ultime speranze di vita. Ma c'è una provvidenza, e Dio si prese cura di invertire il corso degli eventi: fu il marito malvagio ad improvvisamente morire, e gli sopravvisse la moglie d'improvviso risanata. Io stavo in piazza fra gli ascoltatori domenicali del segretario della de, e a questo punto del suo racconto epistolare a lui salì dai miei vicini un applauso di gioia. « II Dio che atterra e suscita / che affanna e che consola » (Manzoni, // cinque maggio, vv. 1065-6) cioè quel Dio che elimina il marito colpevole di divorzio e in compenso risana la moglie abbandonata, è un Dio che piace; è quello stesso che invocavano i cultori della sacra jettatura che avrebbe dovuto punire i liberali durante gli anni del Risorgimento. « Erunt inala super mala in domo tua », presagiva don Bosco a Vittorio Emanuele II. Fanfani — è noto — non è truce come quel santo profeta di sventure, e i mali che predice inevitabili nelle nostre case qualora il divorzio non sia abrogato dal referendum del 12 maggio sono infatti tutt'altro che orripilanti. Idealmente rivolgendosi ai quattordici milioni di elettori italiani in età superiore ai cinquant'anni, li ha avvertiti del pericolo che specificamente li sovrasta. Poiché essi già sono o quanto meno hanno la probabilità di diventare nonni tra breve. « Colleghi nonni! — egli ha gridato —. E se ai vostri figli venisse in mente di divorziare? ». Il pubblico qui tacque, come se non trovasse chiara o pertinente la domanda, ed allora Fanfani giulivo incominciò a tracciare una descrizione dell'età senile, quando si è lieti di una vita tranquilla, contenti di vedere i nipotini che vengo¬ no a farci visita di quando in quando, mettiamo una volta la settimana o in occasione di feste. Quei vispi frugoletti portano grande animazione nella casa dei nonni, trasformandola col loro chiasso vivace in un piccolo inferno, ancorché giocondo. Esso è comunque tollerabile, a condizione che sia breve la durata della coabitazione fra i piccolissimi e gli anziani. « Colleghi nonni! — ha ammonito Fanfani —. Se i nostri figli divorziano, il giudice tutelare ce li spedisce a casa per pacco postale, e ce li accolla in permanenza, e addio alla nostra quiete. Signore nonne, se i vostri figli divorziano voi vi terrete in casa i nipotini, e non avendo voi più latte data la vostra età, li allatterete con quello della centrale municipale come tante balie asciutte ». Lui parlava ridendo, guizzando di allegria, aguzzando l'immagine dei nonni condannati a babysitter: ma devo dire che al suo argomento il pubblico mi è parso rimanere indifferente. Se fosse stato un pubblico borghese e cittadino, la prospettiva di irrequièti infanti da tollerare e da gestire gli sarebbe probabilmente sembrata sgradevole. Ma, per la maggior parte, la gente che riempiva l'altro ieri mattina più di metà della Piazza del Popolo non era di città; era arrivata da piccoli paesi di contadini, convogliata sui pullman noleggiati dal comitato romano della de. Erano insomma — eventualmente — nonni di campagna, di quelli che amano ancora una famiglia composta da successive generazioni conviventi nella stessa vecchia casa: quindi, l'idea di avere attorno i nipotini allorché i figli si siano dispersi, essi potrebbero anche averla veduta come una dolce speranza, che magari ha segnalo nell'animo loro un punto a favore del divorzio. Io perciò mi permetto di osservare al senatore Fanfani che a parlare come egli ha parlato di nonni e nipotini forse ha commesso un errore. A parte il fatto che non è bello far leva su un egoismo dei nonni, chi afferma che i bambini rimasti senza genitori tornano ai nonni diminuisce anziché accrescere il terrore del disfacimento della famiglia italiana. Si tratterà di saltare una generazione sbagliata, ma alle «vittime innocenti » della legge Fortuna-Baslini è lo stesso Fanfani che promette il migliore dei focolari sostitutivi possibili. Vittorio Gorresio

Persone citate: Baslini, Fanfani, Manzoni, Vittorio Emanuele Ii

Luoghi citati: Roma