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Le reazioni politiche al processo unificato Le reazioni politiche al processo unificato (Dalla redazione romana) Roma, 19 aprile. «Un grave inquinamento nella ricerca della verità, che ormai si è affermata nella coscienza di classe prima ancoro che negli uffici della magistratura »: con queste parole l'onorevole Vincenzo Balzamo, responsabile della sezione «diritti civili» della direzione del psi, ha definito la decisione della corte di Cassazione di unificare i processi relativi a Valpreda, Freda, Ventura. «E' una grave lesione del diritto di ogni cittadino ad avere giustizia tempestivamente — prosegue la dichiarazione dell'onorevole Balzamo —. Sotto il profilo giuridico, la legge consente la riunificazione dei procedimenti solo se ne consegua un vantaggio per la "speditezza dei processi". Una condizione che, in questo caso, non solo non è presente ma è palesemente capovolta. Trovano così conferma tutta una serie di storture ed inefficienze dell'amministrazione della giustizia che da tempo vengono ripetutamente segnalate dalle forze politiche e culturali democra tiche e dai settori più vivi e moderni della stessa magi stratura ». La decisione della corte di Cassazione ha suscitato vivaci commenti. Per l'«Avanti!» « al d4 là di qualsiasi valutazione sull'immoralità civile di una decisione che porta sullo stesso banco i fascisti e gli anarchici, la sentenza della Cassazione crea gravi problemi giuridici, ponendo un ennesimo ostacolo all'accertamento dello verità. Il processo sulla strage di piazza Fontana fa troppa paura: si è deciso di renderlo "impossibile" creando un unico, gigantesco "orrido" giudiziario, con l'unificazione dei processi Freda-Ventura e Valpreda». Secondo «l'Unità» « la decisione della Cassazione significa che la verità può anche rimanere nascosta per sempre». «La 'sostanza dei fatti è che davanti all'accertamento della verità si è aperta una sorta di voragine che sarà assai arduo colmare persino se lo si volesse». Da parte sua «Il Popolo» scrive che « forse il processo unificato finirà per complicare la vicenda», aggiungendo che « sarebbe deleterio per la giustizia, per la memoria delle vittime innocenti di piazza Fontana, se il processo dovesse risolversi senza una risposta precisa, rinviando una verità che il Paese oggi ha il diritto di chiedere».