AIta moda per biancheria

AIta moda per biancheria Nuova fortuna dei tessuti destinati alla casa AIta moda per biancheria Designers e sarti famosi inventano disegni e stili per tovaglie e lenzuola - Dopo il successo dei colori e della fantasia, ora si assiste a un generale ritorno al bianco (Nostro servigio particolare) Milano, aprile. «Regalate biancheria», diceva lo slogan d'una delle più riuscite iniziative del Comitato moda casa, appena pochi anni or sono. L'intento era di rompere l'annosa concentrazione di vendite — e gli inevitabili svantaggi a livello fabbrica e negozio — stabilita dall'uso all'inizio della primavera. Un intento tuttavia molto sfaccettato, non per nulla a presiedere il Comitato moda casa, forte di ben sette ditte note nel settore, è stato chiamato lo psicologo Antonio Miotto: dietro lo slogan che presentava la biancheria come il regalo per tutte le occasioni, dal Natale al rinnovo della casa, dalle vacanze all'inizio della vita a due, c'era il nuovo modo di sentire la fornitura per la tavola; il letto, il bagno quale espressione della personalità, d'un vivere quotidiano in sintonia con il mondo esterno, continuamente mutevole. Oggi le grosse ditte specializzate hanno superato, e su un piano diverso, la validità d'invito dello slogan citato: le vendite stagionali hanno fatto registrare un accrescimento del 40 per cento rispetto all'anno prima ed il problema attuale riguarda piuttosto, nell'aumento di costo del cotone e delle fibre acriliche, il riapprovvigionamento e la produzione. La biancheria sembra essere diventata di moda, le cifre di vendita del settore rialzano la staticità di un mercato interno come quello italiano, non ancora allineato con i Paesi della Comunità europea in quanto alle spese per l'abbigliamento. E' l'arredo per la casa a segnare punti all'attivo, le recenti fiere del bianco sono apparse frequentate come non accadeva da anni. «Ormai — dice il dottor Fadigati dell'ufficio acquisti della Rinascente — esiste una moda attiva anche per la casa. Anche le lenzuola, pur senza essere consumate, possono invecchiare come espressione del gusto. Il problema non è più soltanto qualitativo, non tanto di durata guanto estetico: non esiste più un'azienda tessile che con maggiore o minore decisione, non si sia aggiornata, uscendo dall'anonimo del lenzuolo in pezza, della tela da tovagliato, per rispondere alle richieste della clientela con il colore o addirittura con la biancheria firmata da grossi designer». A quando si fa risalire il tramonto dell'ancestrale gesto femminile nell'accostarsi ad una pezza di lino o di cotone? L'assaggio dello schiocco per verificarne la solidità e la grana è passato dal tatto alla vista e l'esplosione del colore, del disegno stampato ha una data: il 1954. La tradizionale fiera del bianco, inteso sotto tutti i cieli, da Roma a Londra, da Milano a Parigi o New York, come biancheria, organizzata nel mese di gennaio dalla Rinascente, si chiamava «Bianco America» e mai con altrettanta forza, l'aggettivo sostantivato stava per biancheria a prescindere dal colore, perché in nome dell'America, i lenzuoli erano verdi e rosa, a pallini o a fiori, le tovaglie ospiti di giungle e giardini. Sconfitto il costosissimo ricamo, allontanati i pizzi contrari alla lavatrice, festoni in tinta unita e viva, collegati con orlo al giorno, bordavano lenzuoli e tovaglie ancora vicini al classico, giocando con il cuscino o il tovagliolo per alternare colori e bordature. «La moda è entrata nella biancheria come elemento di rottura — afferma il dottor Artom della Eliolona, la ditta che è stata l'antesignana precoce e convinta della biancheria non più bianca ma fantasia —. Cambiato l'atteggiamento della consumatrice nei riguardi della biancheria, bella, vivace, da guardare, da cambiare, questa si è trasformata da un bene durevole o semidurevole, in un bene di largo consumo. Gli acquisti sono diventati più frequenti anche se con minore investimento per unità acquistata. Oggi stiamo vivendo la seconda fase della biancheria fantasia. Quando il prodotto era nuovo per il solo fatto d'essere stampato, le aziende trovavano facile gabellare per nuovo o di moda qualsiasi cosa, oggi si è alla ricerca, a livello produzione e consumatrice, di idee e novità reali». Dal 1954 a oggi sono trascorsi vent'anni e anche se in Italia i consumi di biancheria, pur apparendo allineati con quelli di altri Paesi ad economia avanzata, sono tuttora frenati dalla giacenza di corredi, magari intatti e tramandati da madre in figlia, occorrerà mettere all'attivo il boom del 1963, il cosiddetto benessere, il generalizzarsi dell'uso degli elettrodomestici e il revival della cucina e la riscoperta della casa, soprattutto doppia fra campagna, città, montagna e mare. C'è un arredo adatto alla casetta rustica o al bungalow marino, ma c'è anche la voglia di far ^!?*5Ì..L-„-H^0:?.™™"ttt-anella diversa fornitura da bagno; se ieri il marron imperava oggi si preferisce l'arancio, il verdone, i colori pastelli per le spugne della sala da bagno, compresi gli accappatoi e gli asciugamani per gli ospiti. Le riviste femminili e quelle, numerosissime, di cucina si rallegrano di splendide foto di tavole apparecchiate in tutti gli stili e in carattere con il pranzo particolare o la cena esotica: le ricerche di marketing permettono alle ditte produttrici di venire incontro alle esigenze anche riposte della donna. E' ancora la donna a decidere con quali lenzuoli si dorme, con quali asciugamani si completa la toilette, ma si profila all'orizzonte il gusto della coppia e quello dei giovani. Uno dei convegni più sentiti, voluto dal Comitato moda casa, nel marzo 1973, aveva per tema «Influenza del colore nella psicologia dei giovani» e psicologi, giornalisti di moda, produttori si schierarono dalla parte della libertà da concedere anche ai bambini nella scelta della fornitura per la camera e sui benefici risultati d'un lenzuolo da bagno nel colore desiderato. Del resto, se le migliori firme dell'Alta Moda hanno ormai un proprio reparto biancheria, a cominciare da Cardin e Valentino e sono molti i sarti e sii stilisti, come Roberta di Camerino, Irene Galitzine. Ken Scott a firmare per note ditte specializzate, tovaglie e arredi da bagno di grande bellezza, non mancano le novità per i ragazzi e i bimbi con stampati legatissimi ai personaggi e agli oggetti cari al loro mon- d0. Lucia Sollazzo

Persone citate: Antonio Miotto, Artom, Cardin, Fadigati, Irene Galitzine, Ken Scott, Lucia Sollazzo, Roberta Di Camerino

Luoghi citati: America, Italia, Londra, Milano, New York, Parigi, Roma