Assaltano un postale alla stazione sparano e fuggono con 240 milioni

Assaltano un postale alla stazione sparano e fuggono con 240 milioni Cinque banditi armati di mitra ieri a Firenze Assaltano un postale alla stazione sparano e fuggono con 240 milioni Hanno tramortito un agente di pubblica sicurezza in servizio di scorta - Il treno con i valori del Monte dei Paschi era diretto a Siena (Dal nostro corrispondente) Firenze, 17 aprile. (e. b.) Cinque banditi hanno assaltato un treno nella stazione di Santa Maria Novella, a Firenze. L'attacco è avvenuto stamane, alle 5, sul binario 4, dove era in partenza per Siena un convoglio con vagone postale. L'agente di scorta è stato sorpreso da due dei banditi che gli sono saltati addosso, gli hanno puntato una pistola alla tempia e lo hanno disarmato. Gli altri, col volto coperto e mitra (hanno anche sparato in aria), sono sbucati da dietro un altro treno e hanno preso sul carrello accanto al vagone i sacchi diretti al Monte dei Paschi di Siena. In tutto, un bottino di circa 240 milioni, oltre ad assegni e altri documenti inutilizzabili. Poi tutti sono fuggiti in direzione di Rifredi. Sulla strada, ad aspettare i rapinatori c'erano i complici alla guida di una «Giulia» e di una «Mini». Il vagone postale, che i ferrovieri chiamano l'«ambulante», era in fondo alla pensilina, dopo la motrice e un vagone bagagliaio delle Ferrovie. Alcuni dipendenti dell'ufficio poste ferrovia e dei carrellisti sotto scorta armata avevano iniziato da poco a caricare sul vagone i pacchi valori diretti a Siena. Sul vagone c'erano il capoturno responsabile del servizio, Stefano Lombardo, 51 anni, l'impiegato Ciro Lupo e due agenti addetti al lavoro di carico e scarico: Carlo Guasti e Mario Ardenghi. I banditi hanno aggredito la guardia, Giandomenico Lamma, 20 anni, residente a Bologna, in servizio presso il compartimento della polizia ferroviaria di Firenze. Uno ha stretto il collo dell'agente con un braccio in maniera molto forte, quasi lo volesse soffocare; l'altro gli ha puntato una pistola a una tempia. Con accento pare toscano, uno dei due ha gridato: «Fermò, non ti muovere, questa è una rapina». «Tutti e due — ha raccontato successivamente l'agente Lamma — li avevo notati poco prima, ma non mi avevano insospettito in quanto sembravano dei comuni viaggiatori. Camminavano tranquillamente uno accanto all'altro, chiacchierando. All'improvviso, mi sono balzati addosso». L'agente ha osservato gli aggressori. Uno era alto circa 1,80, snello, con il viso magro allungato e gl'incisivi lunghi, capelli biondi con un ciuffo sulla fronte; indossava un impermeabile bianco e teneva in mano una borsa di tela (è stata ritrovata dagli investigatori sul luogo della rapina e dentro c'era solo una copia del settimanale comunista «Rinascita»). L'altro era un po' più piccolo, aveva la faccia rotonda, capelli neri e un abito marrone. Avevano in mano una pistola Beretta e una Fiobert a tamburo. Qualcuno degli impiegati ha cominciato a gridare aiuto. A quel punto uno dei banditi ha sparato alcuni colpi in aria. Il capoturno Stefano Lombardo racconta: «In quell'attimo ero all'interno del vagone, per cui non ho visto in faccia i rapinatori. Ho solo sentito degli spari, sicuramente più di due; forse anche quattro, non ricordo bene. Ho sentito anche qualcuno, che potrebbe essere stato un mio collega, che gridava di stare fermi perché era una rapina. Mi sono buttato in terra sul vagone insieme al Lupo e abbiamo aspettato in quella posizione per qualche minuto. Sono stai' momenti terribili».

Persone citate: Beretta, Carlo Guasti, Ciro Lupo, Giandomenico Lamma, Lamma, Mario Ardenghi, Stefano Lombardo

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Siena