Antieroi e fantasmi di Augusto Minucci

Antieroi e fantasmi NELLE GALLERIE TORINESI Antieroi e fantasmi Gli spaventapasseri di Angelo Ruga - Il simbolismo sontuoso di Imer Guala - Dipinti all'olio d'oliva di Mimmo Conenna e il pane-luminoso di Giancarlo Pacini Angelo Ruga, che dal suo « rifugio » sulle colline di Mongreno ha spiato per anni il pulsare segreto della vita dei campi (l'ansia dell'ape e della formica, il volo degli uccelli, il trascolorire dell'erba, lo sbocciare di un flore) traducendo sulla tela con palpitanti accenti di viva poesia, improvvisamente, come un bimbo che per ore ha giocato con la terra, ha alzato il capo e, fra gli sterpi dei campi, ha visto uno spaventapasseri. Una folgorazione: in quel fantasma che predica a cielo e terra e che nessuno, nemmeno gli uccelli, prendono sul serio, ha Intuito un personaggio antierolco, uno spettro che si contrappone, con la sua grottesca presenza, a tutti i miti e agli eroi di cui la nostra società è piena. Cosi, con furia quasi aggressiva, ha raccolto vecchi scarponi, fasce e giacche della prima guerra mondiale, abiti logori e bandiere lacerate, paramenti sacri, gabbie e catene; ha sbozzato nel legno teste squadrate e grosse mani ed ha creato otto personaggi polimaterici tra pop e folk, estremamente suggestivi e potenti ognuno dei quali ha nel taschino della giacca una carta da gioco come il ricordo di una partita perduta. I loro nomi sono: Poeta, Novellatore, Panoplia, Samurai, Arlecchino, Spettro, Cavaliere, Capodanno. Personaggi dell'epica e della poesia rimasti soli con i loro stracci e con I loro inappagati sogni di gloria. Da questi patetici protagonisti, Ruga ha ricavato anche venti forti dipinti dove I suoi antieroi, isolati nel bianco della tela, si stagliano in tutta la loro potenza e la loro tragica malinconia. Espone alla • Davlco » (Galleria Subalpina, 30). * * Un simbolismo sontuoso e cupo predomina nei dipinti che il biellese Imer Guala presenta, assieme a disegni e acquefortl, alla galleria « Lo Sguardo » in corso Stati Uniti 3. Espressionista per temperamento, Guala sembra costruire i propri personaggi frugando nel profondo del subconscio per rivelarne tutte le miserie, le bassezze e le segrete angosce. Sono donne dal volto disfatto, feticci, sibille con la testa d'uccello, prelati con le stimmate della morte sul viso. Figure ieratiche e inquietanti che sembrano uscire dalle tenebre per accendersi d'improvviso come se fossero centrate da fari che ne scandiscono le plaghe interiori. C'è forse In questi racconti, condotti con grande abilità e sorretti da un colore (specie i rossi e i verdi) pieno di preziosi accenti, una esasperata ricerca del simbolo che si placa nelle bellissime Incisioni e nel disegni I quali, pur nella loro semplicità, riescono ugualmente ad evocare quel senso di angoscia che predomina nelle opere di questo artista. ★ ★ Il barese Mimmo Conenna presenta alla • Stein » in piazza San Carlo 206 una serie di veri di pinti ad olio. Ci spieghiamo: non si tratta di opere realizzate con I colori tradizionali, ma fatte escluslvamente con olio puro vergine di oliva. In una prima tela Conenna ha lasciato cadere al centro, soltanto una goccia d'olio che ha fatto un piccolo alone; In una seconda la macchia d'olio e l'alone sono leggermente più grandi; nella terza e nelle successive (sono una decina) I pallidi soli si allargano sempre più sino a ricoprire tutta la tela. L'intento, chiaramente Ironico, mira a demistificare la pittura tradizionale che, specie nel Sud, dice Conenna, ha ancora I suoi baroni. Ma l'operazione di questo artista, che sino a poco tempo fa • pre¬ dicava ecologia » creando foreste con bottigliette di essenze di pino e recuperava vecchi utensili dell'artigianato locale, non si ferma qui. Con l'olio egli realizza anche dei dipinti astratti con gradazioni che vanno dal giallo paglierino all'arancio scuro, sensibilissime e piene di lirici accenti, insomma: con un tipico frutto della terra del suo Sud, ironizza sulla vecchia pittura e tenta di crearne della nuova. ★ ★ Dall'olio puro di Conenna al pane fragrante di Giancarlo Pacini, un artista quest'ultimo, del quale ricordiamo una interessante mostra allestita nel 1968 alla « Bussola » In cui espose, fra l'altro ■ vita-oggetto » prèt-à-porter e che ora presenta alla • Mela verde • (via Des Ambrois, 1) una piccola antologica delle sue ultime ricerche. Il lavoro di questo artista, da alcuni anni a questa parte è teso a rivalutare la materia organica (come II pane, la pasta, I fagioli) da quella indifferenza in cui l'ha fatta cadere la consuetudine, e ad esaltarne il valore estetico. Cosi una nuvola di fagioli o una matassa di tagliatelline si trasformano in mondi pulsanti di vita e la torta picchiettata di mandorle, in una galassia distante chissà quanti anni luce. Un mondo fantascientifico fatto con elementi estremamente semplici e naturali, ma soprattut¬ to un'operazione di riscatto che diventa estremamente sensibile ne negli « spettropane-cosmo »: forme di pane che, vetrificate con un procedimento particolare e illuminate internamente, appaiono su cieli cupi o stellati come pianeti pulsanti di misteriosa vita. Augusto Minucci