Applausi al Guia, la più piccola barca nel giro del mondo a vela in otto mesi
Applausi al Guia, la più piccola barca nel giro del mondo a vela in otto mesi Il primo scafo italiano in classifica a Portsmouth Applausi al Guia, la più piccola barca nel giro del mondo a vela in otto mesi Ha conquistato il quinto posto, malgrado un ritardo nella Manica - Il proprietario, l'industriale Giorgio Falck e l'equipaggio dicono: "Una faticaccia, ma una meravigliosa avventura" (Dal nostro inviato speciale) Portsmouth, 16 aprile. Il Guia è la prima barca italiana ad aver percorso tutto il giro del mondo a vela, la seconda ad aver passato il tremendo Capo Horn, una delle migliori in senso assoluto nella «Round the World Race». Ha concluso in modo trionfale la gigantesca competizione tagliando il traguardo del Southsea di Portsmouth alle 16,52 di oggi. E' stata applauditissima, tanto più che è la più piccola barca tra le partecipanti. E' lunga soltanto tredici metri e ottanta centimetri, dieci centimetri in meno del Copernicus. Mentre i polacchi non sono mai stati «in corsa» per Quanto riguarda le posizioni di testa, la barca costruita nei cantieri Craglìetto di Trieste nel 1970 è sempre risultata tra le prime. Quarta a Città del Capo, quinta a Sydney, ancora quinta a Rio de Janeiro. Oggi si è classificata sesta di tappa, avendo perso un po' di tempo nelle ultime giornate nel Canale della Manica, ma conserva il quinto posto in classifica generale. Uno splendido piazzamento, che giustifica l'entusiasmo con cui Giorgio Falck ha abbracciato Luciano Dadavas, che lo ha sostituito nei due tratti (il secondo e l'ultimo) in cui il proprietario non ha potuto essere a bordo. Dadavas, con il marinaio Giorgio Verbini, che tutti conoscono meglio come «Jeppson», ha fatto tutto il giro, durato otto mesi: «Una faticaccia — ha dichiarato non appena è giunto in banchina—, ma è anche una meravigliosa avventura». «Come è andata quest'ultima tappa?» «Abbiamo avuto sempre vento in faccia e siamo stati obbligati ad andare di bolina per oltre trenta giorni consecutivi. Soltanto alle Azzorre abbiamo trovato tempo splendido, sole, caldo: un vero invito al turismo, che naturalmente abbiamo trascurato. In quel momento eravamo primi assoluti in tempo compensato. Se la fortuna ci avesse assistito, avremmo compiuto un'impresa sbalorditiva». Gl'italiani, invece, hanno poi rotto lo strallo di prua e sono stati costretti a un'aggiustatura di fortuna, quindi hanno strappato uno spinnaker e tre vele. Negli ultimi giorni, entrati nel Canale della Manica, sono stati obbliga¬ ti a continue manovre per navigare controvento. La loro corsa nei riguardi del Kriter che li minacciava in classifica di tappa ha avuto fasi emozionanti. Sulla banchina del Vernon questa sera si parla italiano. Giorgio Verbini ha concluso il suo giro esclamando: «E' ora che si scriva che la nostra barca mediterranea, così poco quotata al via e giudicata non adatta ai diversi mari, ha tenuto bene. Siamo stati tra quelli che hanno percorso la rotta più a Sud nella seconda tappa, insieme al Cserb. Anche noi velisti italiani siamo dunque all'altezza dei famosi francesi e inglesi». Paolo Bertoldi Classifica della 4* tappa, Rio de Janeiro-Portsmouth: 1. Adventure (Inghilterra); 2. Great Britain (Inghilterra); 3. 33 Export (Francia); 4. Sayula (Messico); 5. Grand Louis (Francia); 6. Guia (Italia). Classifica generale in tempo compensato: 1. Sayula (Messico); 2. Adventure (Inghilterra); 3. Grand Louis (Francia); 4. Kriter (Francia); 5. Guia (Italia); 6. Great Britain (Inghilterra).
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