I primi protessi con miniriforma

I primi protessi con miniriforma I primi protessi con miniriforma Tre mesi per un piccolo furto (prima del decreto-legge avrebbe avuto 2 anni) - Altro caso: confessa una rapina, gli abbuonano 3 anni La « miniriforma » dei codici penale e di procedura penale è stata applicata ieri per la prima volta dai giudici della quarta sezione del Tribunale (pres. Franco, p. m. Pepino, cane. Gentile). Un ragazzo di 19 anni, imputato di furto di 3 pneumatici (difesa avv. Paroncilli) è stato condannato a 3 mesi di carcere con i benefici di legge. Se fosse comparso in giudizio qualche giorno fa, cioè prima dell'entrata in vigore del decreto-legge 11 aprile '74 n. 99, avrebbe dovuto subire una condanna a 2 anni di carcere. Spieghiamo il perché. Prima delle attuali modifiche, solo in alcuni casi il giudice aveva la facoltà di dichiarare le circostanze attenuanti «prevalenti o equivalenti» alle aggravanti. Ades so questa facoltà gli è ricono soluta sempre. Prendiamo un esempio « classico »: il furto di auto, al quale il giudizio di « prevalenza o di equivalenza » delle attenuanti e delle aggravanti, non poteva essere applicato. Il furto d'auto è quasi sempre pluriaggravato, perché è compiuto con violenza sulle cose, con mezzo fraudolento, e su un bene esposto alla pubblica fede. Le aggravanti fanno aumentare la pena da un minimo di 3 anni a un massimo di 10. Il tribunale, concedendo all'imputato le attenuanti generiche, non aveva la facoltà di ritenerle « equivalenti o prevalenti » sulle aggravanti, per cui non poteva far altro che ridurre il minimo della pena di un terzo ed emettere sentenza di condanna a 2 anni. Adesso invece il decreto-legge dà al giudice ampia discrezionalità nel bilanciare attenuanti ed aggravanti. Nel caso in esame, le « generiche » sono state ritenute « equivalenti » alle due aggravanti, e il furto pluriaggrava¬ to è diventato furto semplice. Il tribunale ha potuto così contenere la pena in 3 mesi (il codice non fissa un minimo per 11 furto semplice, ma solo un massimo di 3 anni). Le aberrazioni di condanne spropositate per i furti di minima entità dovrebbero essere cancellate per sempre. •k Un'altra applicazione del nuovo decreto-legge si è avuta in assise (pres. Donzelli, p. m. Burzio, cane. Ferlito). Vincenzo Marasco, 24 anni e Benedetto Ligorlo, 19 anni, erano accusati di furto e di rapina. La notte del 27 agosto '73, giunti davanti ad un'autorimessa di via Nuoro su una 1300 rubata, i due, secondo l'accusa, si impadronirono di un'Alfa Romeo 2000 minacciando il custode Cesare Rosso, 74 anni. Dopo essere sfuggita a due blocchi, l'Alfa, inseguita da una autoradio della polizia, in via Pastrengo di Moncalieri, sbandava schiantandosi contro un palo della luce. Ligorio e Marasco venivano catturati, entrambi leggermente feriti. Il primo ammise il furto della 1300 compiuto a Moncalieri la sera prima ma escluse le minacce al custode. Marasco negò: diceva di aver soltanto chiesto un passaggio. Ieri, difeso dall'aw. Perla, ha mantenuto la sua versione. Ligorio, assistito dall'aw. Dal Piaz, ha tentato di scagionarlo. La corte ha ritenuto i due colpevoli di entrambi i reati e, unificandoli con 11 vincolo della continuazione (secondo la nuova norma), ha condannato Marasco a 5 anni e Ligorio a 2 e 5 mesi, più due mesi di arresto per guida senza patente. La differenza sta nel fatto che Ligorio, confessando, ha ottenuto due vantaggi: l'esclusione della recidiva e le « generiche » prevalenti sulle aggravanti.

Luoghi citati: Moncalieri