L'indiano Singh vince il Safari La Fulvia HF di Munari è terza

L'indiano Singh vince il Safari La Fulvia HF di Munari è terza L'indiano Singh vince il Safari La Fulvia HF di Munari è terza Polemiche per il successo del pilota "locale" che è stato apertamente favorito dall'organizzazione - Le Fiat 124 Rally, malgrado i ritiri nel finale di Paganelli e Barbasio, hanno disputato una prova brillante - Sono state molte le insidie e le difficoltà della durissima corsa (Dal nostro inviato speciale] Nairobi, 15 aprile. Un indiano con tanto di turbante, Joginder Singh, 42 anni, e David Doig, 34 anni, direttore di una « farm » di caffè, hanno vinto con una Mitsubishi « Colt Lancer - l'East African Safari. ! due « locali » hanno preceduto la Porsche Carrera di WaldergaardThorszelius. la Lancia Fulvia HF di Munari-Drews e la Datsun 260 Z di Kallstrom-Billstam. Il signor Singh, sguardo furbo e barbetta caprina, si è preso il lusso di battere tre assi europei con la sua berlina, preparata in Giappone e messa a punto nella officina di Nairobi di cui è proprietario. Un risultato che potrebbe anche suscitare ammirazione e rinsaldare la teoria della superiorità dei concorrenti africani rispetto a tutti gli altri nel Safari, ma che, in realtà lascia perplessi. Nessuno, credo, potrà sostenere che Singh è più bravo di Waldergaard o del nostro Munari o che la sua vettura (1600 ce, 160 cv) fosse meglio preparata della Carrera o della Fuvla. E allora? Allora, questo è un Rally davvero speciale, con molti, moltissimi favoritismi verso I « locali ». Dall'annullamento della sezione di Meru, nella prima tappa, che è servito a rimettere in gara la maggioranza degli equipaggi africani (compreso Joginder), al far partire con 4-5 minuti d'anticipo dai controlli orari le vetture di casa, Munari, che con la Fulvia ha compiuto l'ennesima grande gara, ha detto chiaro e tondo che gli hanno rubato la vittoria togliendo il tratto di Meru ». In quel punto — ha detto Sandro — Jogindei /èva preso quasi tre ore di ritardo. Il Safari avrebbe potuto risolversi fra noi ». Joginder gli ha risposto seccamente • Prima vinca, poi parli ». Comunque sia, Munari ha dimostrato che la Fulvia è sempre una vettura capace di prestazioni eccezionali (Mehta è giunto 11°) su quel terreno. Un'altra conferma dell'altissima qualità della produzione della casa torinese. - Nel '75 — ha aggiunto Sandro — mi piacerebbe proprio tornare con una Beta coupé ». Meno consistente, ai fini del risultato, la conclusione del Safari per la Fiat Abarth, che può contare solo sul decimo posto di Ulyate-Smith. Si voleva acquisire esperienza e portare al traguardo gli spider. Il primo punto è stato raggiunto, il secondo parzialmente, ma bisogna dire che a metà gara si poteva persino puntare ad una importante affermazione. Un trabocchetto, la salita di Toht, ha fatto capitolare Paganelli e Barbasio, ma la prova dei 124 Rally è stata egualmente validissima. Questa macchina quasi di serie è oggi una delle più competitive, e robuste (motore, sospensioni, assetto, non hanno accusato il minimo cedimento), con prestazioni che !e hanno consentito di essere protagonista del Safari al suo primo appuntamento (non altrettanto si può dire, ad esempio, dell'Alpine). Vediamo ora di riassumere le ultime fasi di questo Safari di 500 chilometri. Sparite le Peugeot 504 di Mikkola ed Andersson per il cedimento del motore, nella seconda tappa Waldegaard era passato in testa davanti a Joginder. A Kitale — oltre metà gara — lo svedese e l'indiano erano seguiti da Paganelli, Munari ed Ulyate. Il peggio pareva passato e i due italiani procedevano a pieno ritmo allorché dovevano affrontare le « scale » di Toht, una vertiginosa salita di circa 14 km Mentre Waldegaard e Joginder riuscivano a passare abbastanza agevolmente, Munari perdeva 112' e poteva ringraziare tutti i santi se arrivava in cima. Paganelli, invece, non riusciva nell'impresa, tentava due volte e due volte doveva fermarsi con la frizione in crisi e il motore fumante. » Fango e polvere — ha spiegato Paganelli — devono aver intasato il radiatore dell'acqua. La temperatura era salita a 130 gradi e non avevo più potenza sufficiente per salire le "scale", cosparse di pietroni e buche. Peccato, perché la vettura stava andando meravigliosamente ». Nello stesso punto si fermava, sempre per la frizione, anche Bar¬ basio, veramente sfortunato in questo Safari. Il ligure stava rimontando posizioni su posizioni e già si trovava fra i primi dieci. L'unico della Fiat Rally a proseguire era Ulyate, ma in ritardo. La tappa si concludeva a Nairobi senza altri colpi di scena. Munari giungeva con la Fulvia un po' barcollante per il duro sforzo sopportato sulle « scale », sospensioni anteriori danneggiate, ventilatore rotto, motorino d'avviamento da sostituire. « Me ne sono capitate di tutti i colori — ha affermato Munari —, ho persino perso una ruota e sono rimasto senza luci. Questo non è un rally, è un cross per matti. Neanche le capre vanno per le piste su cui ci hanno mandato in auto ». Mehta, con l'altra Fulvia (l'indiano deve esser grato ad un provvidenziale veicolo da « fuoristrada » che lo trainava fuori dalle » scale ») aveva problemi con la frizione ed i meccanici facevano miracoli per sistemargli la macchina. La terza tappa del Safari è partita sabato alle 13. Appena 20 i concorrenti, alcuni con un ritardo di oltre 14 ore rispetto a Waldegaard. Solito cambiamento del percorso per evitare una zona fango*sa a danno di Waldegaard, Munari e dello stesso Ulyate, che non poteva cosi sfruttare le doti dello spider, ed ultimo colpo di scena. La Porsche di Waldegaard si fermava con la sospensione posteriore rotta fra Maungu e Mariakoni, sulla strada per Mombasa. La riparazione costava 72' di penalità agli svedesi: per Sing — che si era imposto anche nel 1965 — e Doig la via per Nairobi era definitivamente libera. Michele Fenu Classifica: 1. Joginder-Doig (Mitsubishi) pen. 678; 2. WaldergaardThorszelius (Porsche Carrera) 706; 3. Munari-Drews (Lancia Fulvia HF) 742; 4. Kallstrom-Billsteam (Datsun 260 Z) 781; 5. RemtutlaJvvani (Datsun 260 Z) 809; 6. Aaltonen-Stiller (Datsun 1800 SS) 826; 7. Shankland-Bates (Peugeot 504) 842; 8. Huth-Hechle (Peugeot 504) 881; 9. Preston-Barnard (Ford Escori) 896; 10. UlyateSmith (Fiat Abarth 124) 913; 11. Mehta-Doughty (Lancia Fulvia HF) 975. AI traguardo 16 auto delle 99 partite giovedì da Nairobi. Mondiale: 1. Fiat punti 21; 2. Mitsubishi 20; 3. Datsun 18; 4. Porsche 15; 5. Lancia 12; 6. Toyota 10; 7. Bmw 6; 8. Alpine, Renault, Ford e Peugeot 4; 11. Citroen 3. Sandro Munari, un'altra affermazione con la Fulvia HF (Telef.)

Luoghi citati: Giappone, Nairobi