La Francia attende durissimi sacrifici

La Francia attende durissimi sacrifici La Francia attende durissimi sacrifici Previsti 600 mila disoccupati per l'autunno Il franco perde quota - Aumenta l'inflazione (Dal nostro corrispondente) Parigi, 13 aprile. Le promesse elettorali sono incominciate: aumento dei salari più bassi, maggior giustizia sociale, pensionamento a sessantanni (e non più a sessantacinque, come oggi), controllo dei prezzi, difesa del franco, garanzia dell'impiego, eccetera. Ma nessuno dice chiaramente come intende realizzare tale programma. Negli ambienti economici e finanziari si giudica che tali promesse non potranno essere mantenute e che è anzi incominciato per i francesi un lungo periodo durante il quale dovranno fare durissimi sacrifici. Il governo lo sa e non ha ancora diffuso, per evidenti motivi elettorali, una relazione con le previsioni economiche che il presidente Georges Pompidou chiese agli esperti due mesi prima della sua morte e che essi consegnarono al primo ministro il 15 marzo scorso. Nella relazione, di sessantotto pagine, gli esperti giudicano che «un aggravarsi del mercato del lavoro è inevitabile», e prevedono che i disoccupati saranno circa 600 mila in autunno, cifra mai i aggiunta in Francia. Gli esperti aggiungono che è urgente prevedere sin d'ora «un insieme di azioni vigorose per prevedere e prevenire le difficoltà, inevitabili sin dall'autunno prossimo, e attenuarne le conseguenze». E' indispensabile, secondo gli esperti, «ottenere rapidamente un freno dei rincari, magari con mezzi costrittivi» e «che i francesi capiscano il carattere inevitabile di un freno ai loro redditi»... nonché «l'ampiezza dello sforzo fiscale che è in ogni modo necessario chiedere». Si prevede che il disavanzo del commercio estero francese per il 1974 ammonterà a 20 miliardi di franchi (2600 miliardi di lire) e che soltanto nel 1978 potrà essere eliminato Nel frattempo occorrerà frenare il consumo interno e sviluppare al massimo le esportazioni per le quali si chiedono al governo incoraggiamenti e facilitazioni. Ma un'inchiesta dell'Istituto nazionale di statistica e studi economici rivela che numerose aziende, tranne le automobilistiche, sono nell'impossibilità di accrescere la propria produzione per l'insufficienza delle attrezzature, di personale qualificato e di approvvigionamenti. I costi, saliti notevolmente, rendono inoltre poco competitivi i prodotti francesi e si teme quindi che le esportazioni, invece di aumentare, calino, come avviene appunto per le automobili. Infine, malgrado l'elezione presidenziale, non si registra la «tregua sociale» che il governo sperava. Molti scioperi sono tuttora in corso, altri sono previsti ed un aumento dei salari è inevitabile, e ciò inciderà sui costi. Sarebbe d'altra parte in corso una notevole fuga di capitali e si prevede un forte ri¬ basso dei titoli quando la Borsa, dove si accumulano gli ordini di vendita, verrà riaperta alla fine della serrata incominciata lunedì scorso. Il franco continua a calare. L'economista Roger Priouret afferma, in un articolo pubblicato su L'Express, che l'inflazione proseguirà, e commenta: «Il 5 maggio o, più probabilmente il 19, il successore di Georges Pompidou riceverà dunque in eredità un bilancio aggravato su due punti essenziali: il rialzo dei prezzi e quello dei guadagni e salari. E non è certo che non sia aggravato anche sul capitolo della competitività commerciale».

Persone citate: Georges Pompidou, Roger Priouret

Luoghi citati: Francia, Parigi