Sognava una vita di gloria e avventura la ragazza fuggita con il suo professore di Liliana Madeo

Sognava una vita di gloria e avventura la ragazza fuggita con il suo professore La sedicenne Maurizia è ritornata nella sua casa di Lavinio Sognava una vita di gloria e avventura la ragazza fuggita con il suo professore Da quando è stato scoperto (mesi fa) che tra i due c'era del tenero, è rimasta quasi segregata - Non usciva più sola, il mondo degli adulti la opprimeva e le sembrava ostile - Il suo innamorato, 48 anni, è in carcere a Bari (Nostro servizio particolare) Roma, 13 aprile. Mancano pochi minuti alle otto, quando il direttissimo Bari-Roma arriva sui binari della Stazione Termini. Pioviggina e c'è un'aria fredda. La gente che attende il treno sotto la pensilina, da mezz'ora, ha la faccia livida. Maurizia Di Cesare appare sul predellino e si guarda intorno coi grandi occhi neri inquieti, il bel corpo sinuoso proteso in avanti. Veste in modo approssimativo, da ragazza povera che sfoglia con avidità i rotocalchi: ha i piedi nudi negli « zatteroni » ortopedici, pantaloni neri con risvolto rosso, giubbetto bianco da atleta sotto una lunga giacca di lana verde. Si conclude in quel momento la sua romantica fuga da casa, iniziatasi il 5 marzo, scorso: il suo maturo innamorato, Francesco Bettella, 48 anni, moglie e 7 figli, da due giorni è in cella d'isolamento nelle carceri di Bari, arrestato per sottrazione consensuale di minorenne e ratto a fine di libidine. L'attendono a terra i genitori, un parente, l'avvocato di famiglia, una piccola folla dì cronisti e fotografi. Sono gli stessi che hanno fatto diventare un « caso » la sua sgangherata avventura. Adesso, di nuovo, sono tutti lì pronti a impadronirsi di lei. I genitori la stringono in un lungo abbraccio, di affettuoso possesso. I flash dei fotografi la aggrediscono impietosi, incalzano, si moltiplicano. Le domande dei cronisti piovono, arroganti. Maurizia viene sballottata ancora, condotta verso una macchina della polizia. Fa in tempo a dire, con durezza inattesa: « Tutto ciò che ho fatto, l'ho voluto io. Ho sedici anni, ma non sono una bambina sciocca. So decidere da sola ». La portano prima in questura, poi a casa. La casa si trova a circa 40 chilometri da Roma, a Lavinio. Sorge in mezzo alla campagna, parecchio distante dal litorale dove si ammassano le lottizzazioni e le villette plurìf amiliari che vengono abitate soltanto d'estate. E' una costruzione non ultimata, coi blocchi di tufo scoperti, i buchi neri delle finestre in alto, la terra coltivata a orto intorno. Ha l'aria già vecchia delle cose fatte in tutta economia. Qui dentro Maurizia è vissuta segregata, per mesi, dopo che : aenitori avevano scoperto che c'era del tenero con il suo allenatore. Non usciva più sola, lei che era abituata ad allenarsi correndo per sei ore al giorno. Le arrivavano soltanto, clandestini, biglietti infuocati che la lusingavano, facendola sentire eroina ili una storia romantica e impossibile. «I tuoi ti vogliono bene ma non ti capiscono — lui le scriveva. —. Io ti amo e ti voglio. Con me diventerai un'atleta, una seconda Paola Pigni ». Un cerchio di violenza si | pI tj sti topnodeqmnnstringeva intorno a lei. I pet-1 ntegolezzi del paese, che la \ umiliano. La moglie del Bei- j utella, che l'affronta per stra-\lda insultandola. Il Bettella. qche le fa credere di avere i ! ggiorni contati e le chiede di mandare a vivere con lui. Il \ 1 teggiamenti repressivi alle sue inquietudini di adolescente. Il mondo degli adulti la opprimeva, con ordini, imposizioni, valori a lei estranei. La scuola — incapace di offrirle una mediazione valida fra i modelli tradizionali e la sua ansia di novità, per quanto confusa — non la interessava più. In un paese anomalo come quello — dove non ci sono centri culturali, nuclei associativi, luoghi d'incontro per i giovani — la vita si consumava in gesti banati, senza prospettive, Il « professore » era invece un « altro », con la sua vitalità. il passato avventuroso, quel suo vivere come un rogazzo — in una roulotte ai margini del campo — nonostante gli anni: un padre più comprensivo e divertente. E l'amava. E le assicurava un avvenire da campionessa, trofei, viaggi, gare, la Tv, un'esistenza avventurosa, un riscatto dalla sua condizione sociale. Forse si è anche innamorata di lui. Forse è vero quanto il legale della sua famiglia riferisce, che a un'amica Maurizia avrebbe confidato: « Quando ero vicina a lui, mi sentivo stregata ». La sua « scelta » è uno scandalo che si tenta di giù-stificare. « E' appena una bambina » dice la madre, « Avrei dovuto ucciderlo, quello lì — dice il padre —, I giudici avrebbero capito, un anno di galera, e sarei u-scito ». « Con sottile programmazione le è stato fatto il lavaggio del cervello. E' un caso di plagio, dimostrato dalle ossessionanti pressioni psicologiche esercitate sulla ragazza, che è emotiva, fragile » dice l'avv. Tommaso Ugo D'Amico, che ha presentato al procuratore della Repubblica di Bari una memoria per sostenere l'ipotesi i 'l plagio. Che Maurizia Di Cesare abbia agito di sua iniziativa, senza soccombere ai filtri d'amore del suo innamorato, è fuori discussione nell'ambiente della sua famiglia. Sulla porta della casa il padre sta fermo, col capo basso. Ripete sempre le stesse parole, costernato: « Che vergogna! Come potremo dimenticare? La "bambina" — assicura — è pentita. Ma non vuole vedere nessuno. Bisogna capirla ». Poi dice che i colpevoli andrebbero puniti con la pena di morte. Da quattordici anni lavorava come operaio alla Palmolive. Ma dal 5 marzo, praticamente, non ha avuto più la testa che per correre dietro alla figlia, segnalata oggi qua oggi là. Qualche giorno fa è stato licenziato, « per assenze in- giustificate ». Non si ribella. « Le leggi sono leggi — dice —. I casi singoli non possono interessare una grossa azienda. Rivolgermi ai sindacati? Non ci penso nemmeno. Sono orgoglioso, io. Preferisco arrangiarmi da solo ». Liliana Madeo Roma. Maurizia arrivo, con la madre (Tclefoto Bartoloni) Roma. Maurizia arrivo, con la madre (Tclefoto Bartoloni)

Persone citate: Bartoloni, Bettella, Francesco Bettella, Maurizia Di Cesare, Paola Pigni, Tommaso Ugo D'amico

Luoghi citati: Bari, Roma