Uccide con cinque colpi di rivoltella l'uomo che gli ha insidiato la moglie

Uccide con cinque colpi di rivoltella l'uomo che gli ha insidiato la moglie Un meccanico dentista, l'altra sera, a Bologna Uccide con cinque colpi di rivoltella l'uomo che gli ha insidiato la moglie La vittima è un radiotecnico - L'assassino era stato più volte in casa di cura per esaurimento nervoso - Si è costituito tramite l'avvocato (Dal nostro corrispondente) Bologna, 12 aprile. (g.n.) Un meccanico dentista bolognese, Alessandro Bolognini, 31 anni, ha ucciso, con cinque colpi di pistola, Mario Brunetti, anch'egli di 31 anni, radiotecnico, che aveva avuto una relazione con sua moglie, Natalina Cavalieri Foschini, 30 anni. Poco do- P° S1 e costituito alla polizia. li delitto è avvenuto nel laboratorio di Brunetti, in via Luigi Serra, alla periferia Nord della città, poco prima delle 20. La scoperta è stata fatta, verso le 20,30, da una parrucchiera che ha il negozio di fronte. Chiudendo, assieme al marito, si è accorta che nel laboratorio della vittima la luce era ancora accesa. Ha dato un'occhiata ed ha visto Brunetti in una strana posizione: inginocchiato con la testa sotto una sedia. Ha pensato ad un malore o a un incidente ed ha chiamato il «113». Quando la polizia ò arrivata, l'uomo, colpito al petto, alla cora segni di vita. E' morto durante il trasporto all'ospedale. Il delitto appariva inspiegabile, nessuno aveva sentito il rumore degli spari, dalla cassa non mancava nulla. Dopo quattro ore, l'avvocato Susani si è recato in questura ed ha parlato con il capo della Mobile, dottor Alberto Mattioli. I due sono usciti insieme e sono ritornati poco dopo con Alessandro Bolognini. Innamorato della moglie, dalla quale ha avuto un figlio che ora ha nove anni, aveva saputo, proprio ieri, non si sa come o da chi, di essere stato tradito. Messa alle strette, la donna pare abbia ammesso di essersi incontrata, almeno una volta, con il radiotecnico che aveva conosciuto tempo addietro per averlo chiamato a riparare il televisore. Bolognini l'ha picchiata duramente, tanto che la donna ha dovuto ricorrere alle cure dei medici. Poi è uscito di casa e si è recato al laboratorio di via Serra. Ha spalancato la porta ed ha chiesto al giovane che stava lavorando al banco: «Sei tu Brunetti?». «Sì», ha risposto quest'ultimo. L'altro non ha replicato e se ne è andato. Circa due ore e mezzo dopo è tornato portando una pistola calibro 22 con un rudimentale silenzia tore fabbricato da lui stesso. Brunetti stava ancora lavo rando, solo, nel laboratorio (il suo socio, Mauro Bergamini, è stato fuori tutta la giornata) nessuno sa se i due uomini si siano parlati e cosa si siano eventualmente detti. Bolognini ha sparato; prima al petto, sembra, poi, mentre il rivale si piegava ai suoi piedi, alla nuca e alle spalle. L'assassino è uscito ed è andato dal padre. Franco, impiegato dell'Enel, che abita poco distante. E' stato dalla casa dei genitori che, qualche tempo dopo, ha telefonato all'avvocato, ed è stato qui che la polizia lo ha trovato, imbottito di tranquillanti, perché da tempo soffriva di esaurimento nervoso ed era stato più volte ricoverato in clinica.

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