Passivo commerciale 490 miliardi di lire di Emilio Pucci

Passivo commerciale 490 miliardi di lire Scambi con Pesterò in gennaio Passivo commerciale 490 miliardi di lire Rispetto allo stesso mese dell'anno scorso il deficit è salito di oltre il 116 per cento - Dichiarazioni del ministro Matteotti (Nostro servizio particolare) Roma, 11 aprile. In gennaio, informa oggi l'istat. i nostri scambi commerciali con l'estero sono stati passivi per 490 miliardi di lire, una cifra molto vicina all'aumento record del dicembre 1973 (503 miliardi di lire). Il deficit di gennaio deriva dalla differenza tra 1633 miliardi spesi per comprare le merci estere e 1143 miliardi incassati con i prodotti venduti all'estero. L'andamento di gennaio confrontato con lo stesso mese del 1973 è rilevante: la importazione è cresciuta in valore del 61,3 per cento, la esportazione del 45,3 per cento; il deficit complessivo è salito di oltre il 116 per cento. Per una corretta interpretazione dei dati si deve tenere presente però che a partire dal gennaio 1974, in conformità ai recenti accordi internazionali, vengono comprese nei dati del commercio estero anche le importazioni e le esportazioni di oro per usi non monetari che prima non venivano considerate. Inoltre, a causa della svalutazione della lira, tra il gennaio 1973 e il gennaio 1974 si sono avuti aumenti di prezzi, i quali sono risultati notevolmente più alti per le merci importate che per quelle esportate. I due fenomeni gravano in una certa misura sulle importazioni (intorno al 20 per cento), ma resta il fatto che importiamo in misura crescente e a costi maggiori. Le « voci » che hanno soprattutto contribuito a determinare il forte squilibrio sono due: i prodotti alimentari e quelli petroliferi. Leggendo i dati di dettaglio dello scorso gennaio si rileva che le importazioni dei prodotti alimentari e bevande sono ammontate a 255,7 miliardi di lire (con un aumento del 36 per cento rispetto al gennaio 1973) e le esportazioni a 88,7 miliardi (+23 per cento); per il petrolio, il carbone e derivati le importazioni sono state pari a 269 miliardi ( + 118 per cento) e le esportazioni pari a 59,5 miliardi (+41 per cento). Egualmente alto appare il controvalore delle importazioni di prodotti metallurgici (69,6 miliardi, con un aumento del 76 per cento rispetto al gennaio 1973), dei mezzi di trasporto (76,8 miliardi, +57 per cento) e dei prodotti meccanici (+46 per cento). Questi sensibili aggravi che hanno interessato i nostri acquisti oltre frontiera non sono stati « scaricati » in analoga misura sulle esportazioni. Il rialzo più alto si. è avuto per i prodotti metallurgici, con il 67 per cento in più rispetto al gennaio precedente (per incassi pari a 70,7 miliardi); seguono i prodotti meccanici (294,7 miliardi, +52 per cento) i prodotti tessili (213,3 miliardi, +32 per cento) e i mezzi di trasporto (124,3 miliardi, +28 per cento). Per tutti gli altri prodotti (legnami, granoturco, chimici ecc.), si sono avute importazioni per 555 miliardi (+36 per cento) ed esportazioni per 221,8 miliardi (+64 per cento). I problemi e le prospettive dei nostri scambi con l'estero sono stati puntualizzati oggi dal ministro Mat¬ teotti, intervenuto alla cerimonia di insediamento del nuovo Consiglio generale dell'Ice (Istituto per il commercio estero). Il ministro, richiamandosi ai dati definitivi dell'interscambio 1973 (che si è chiuso con un passivo di 3250 miliardi), ha sottolineato che il costante aggravamento della bilancia commerciale « è un problema serio: se si vuole davvero avviare una proficua iniziativa per riprendere in mano i conti commerciali, va ripensata l'intera politica degli scambi ». A giudizio di Matteotti gli strumenti disponibili per dilatare il campo dei nostri mercati sono due: quello del credito agevolato e quello promozionale. E' poi intervenuto il presidente dell'Ice, Dante Graziosi, il quale ha svolto una ampia relazione sull'attività dell'Istituto, denunciando le carenze finanziarie e legislative nelle quali si trova ad operare. Premesso che l'Ice è uno strumento « unico al mondo» — 1500 specialisti dislocati in 37 uffici in Italia e in 57 uffici di 44 paesi esteri — Graziosi ha detto che è in atto una radicale azione di ristrutturazione e ammodernamento dell'Istituto e che si stanno mettendo a punto nuove metodologie di lavoro capaci di assicurare all'Ice « una nuova e più produttiva collocazione ». In particolare, sono allo studio interventi destinati ad avvicinare i servizi dell'istituto alle piccole e medie imprese, così da rendere più aderente alle loro necessità l'attività promozionale che si sta programmando. Emilio Pucci

Persone citate: Dante Graziosi, Matteotti

Luoghi citati: Italia, Roma