La tifosa "aggredisce" Chinaglia di Bruno Bernardi

La tifosa "aggredisce" Chinaglia Entusiasmo eccessivo per la Nazionale ad Appiano Gentile La tifosa "aggredisce" Chinaglia Qualche insulto e un accenno di schiaffo per il centravanti da parte di una sostenitrice juventina Oltre 3000 persone ai bordi del campo, in frantumi una vetrata degli spogliatoi - Chinaglia elogia Boninsegna: "A Monaco ci sarà gloria per tutti: è meglio che ci sia concorrenza tra noi centravanti" (Dal nostra inviato speciale) Appiano Gentile, 10 aprile. C'è un grande entusiasmo attorno alla nazionale di calcio italiana che si sta preparando ai mondiali. Ce n'è anche troppo. Oltre tremila persone si sono assiepate ai bordi del campo di Appiano Gentile per assistere alla partita d'allenamento degli azzurri. Le linee laterali, lungo il perimetro del rettangolo di gioco erano pressoché cancellate dalla presenza degli spettatori e ciò ha disturbato non poco l'attività della squadra di Valcareggì. Per il troppo entusiasmo, alla fine, c'è stato pure qualche piccolo incidente. Per la calca un gruppo di tifosi napo'etani ha infranto una vetrata degli spogliatoi. Dopo questo episodio Valcareggì e Allodi hanno deciso di non lar più effettuare partite ad Appiano Gentile, ma di recarsi, nei prossimi raduni, allo stadio Sinigallia di Como. E non basta. Nel quadro di questo eccessivo entusiasmo, s'inserisce anche un curioso episodio che riguarda Chinaglia. Adesso anche le teen-agers ce l'hanno con • Long John ». // capo cannoniere del campionato è stato oggetto, se cosi possiamo chiamarla, di una specie di aggressione da parte di una giovane e graziosa tifosa juventina, romana ma residente in Lombardia, che si era già distinta in altri raduni per latti analoghi. A fine allenamento, Chinaglia si è sentito afferrare per una spalla e insultare dall'accesa tilosa, la quale ha anche tentato di dargli uno schiaffo: Chinaglia ha accennato ad una reazione, più che altro istintiva, poi s'è fermato proprio mentre la tifosa ormai aveva rivolto le sue attenzioni a Spinosi e gli aveva gettato le braccia al collo. Chinaglia è abituato a sopportare l'ostilità — non sempre giustificata — dei tifosi (non quelli della Lazio, beninteso). » Sono fischiato da tutt'ltalia — dice Chinaglia con una punta di amarezza nella voce —. Sono il primo in classifica con la Lazio, primo dei cannonieri e primo nella graduatoria dei ...fischiati. Prima ancora che la palla mi arrivi nei piedi sento i fischi. Agli italiani, evidentemente, piacciono i giocatori stilisti, anche se questa categoria non esiste quasi più. lo non sono certo un modello di grazia, ma tecnicamente sono tutt'altro che scarso. A tanta gente potrei insegnare come si controlla la palla, e lo dico a costo di apparire presuntuoso ». — / fischi le danno la carica? « Sino ad un certo punto. Si sopporta e poi si... scoppia. Uno diventa anche cattivo e questa rabbia la scarico in campo. Però non cerco mai di provocare il pubblico. Eppure me ne dicono di tutti i colori, mi ambiano i peggiori appellativi. Mi hanno persino chiamato "gobbo". Solo vincendo il campionato del mondo a Monaco potrei finalmente rendermi simpatico alla gente ». — Lei sta andando torte, ma a Monaco la concorrenza per il posto di centravanti sarà terribile. Che ne pensa? « E' meglio che ci sia questa incertezza. Guai a vivere sugli allori. Certo, egoisticamente, sarebbe meglio che io fossi il solo centravanti titolare, ma ci sarebbe il rischio di adagiarsi ». — £' stata una sorpresa per lei la convocazione di Boninsegna? » La ritengo invece un giusto premio ao uh giocatore che se l'è meritata a suon di gol. In certe partite Boninsegna potrebbe essere più utile di me e lo stesso discorso vale per Anastasi. Siamo tre centravanti diversi. Anastasi e Boninsegna hanno carat¬ teristiche che si avvicinano, mentre io sono l'opposto. Nella Lazio a volte faccio anche il terzino pur di rendermi utile. Valcareggì ha fatto bene a convocare Boninsegna, che io considero l'unico pericoloso rivale nella classifica dei tiratori scelti. Forse ha un po' le caratteristiche di Riva, ma Gigi è unico, lo non ho problemi: sarà sufficiente che mi dicano se dovrò giocare due giorni prima della partila per ritrovare la tranquillità necessaria. A Monaco, comunque, ci sarà gloria per tutti ». — Come spiega che lei, cresciuto alla scuola inglese, non è molto forte sui palloni alti? « Come Nordhal non ce ne sono più. E' difficile far gol di testa in contrasto con l'avversario ». — La Lazio comanda il campionato eppure solo due giocatori sono stati convocati da Valcareggì. Perché? » Noi non abbiamo grossi campioni, ma un forte gioco di squa- dra. Presi singolarmente siamo bravissimi, ma nel "collettivo" siamo ottimi. Naturalmente la Nazionale vuole i migliori e non può convocare in blocco tutta la Lazio. Re Cecconi è rimasto un po' male per l'esclusione da questo raduno. Domenica, a Napoli, aveva giocato benissimo. Se continuerà così, meriterà sicuramente di andare ai mondiali ». Chinaglia spera che Riva dia una mano alla Lazio fermando domenica prossima la Juventus a Torino. Riva oggi non ha giocato per motivi precauzionali e s'è allenato per conto suo. I medici azzurri assicurano che potrà scendere in campo contro i bianconeri. Nella gara di andata, vinta dal Cagliari. Riva aveva segnato il gol decisivo su punizione. Gigi ripete che giocare con la Juventus non è per lui motivo di rivalsa per la cifra astronomica che il club bianconero era disposto a sborsare l'estate scorsa per ingaggiarlo e che lui aveva pubblicamente contestato. « Comprendo perfettamente la Juventus — spiega Riva — che era disposta a fare un grosso sacrificio per avere quella "vite" che serviva a completare la macchina. Mi dava solo fastidio che il Cagliari trattasse la mia cessione senza interpellarmi, lo in campo sudo anche per i miei dirigenti e non ritengo di meritare di essere trattato come un oggetto. Sia ben chiaro che se avessi voluto essere ceduto avrei potuto puntare I piedi, sin dal 1966 quando Scopigno voleva acquistare Vastola, che lui stimava moltissimo. Se fossi passato all'Inter avrei guadagnato tre volte di più. Invece ho preferito rimanere in Sardegna ». — Non ha dunque rimpianti per non essere passato alla Juventus? « Non ho rimpianti. Sono convinto di poter fare grosse cose anche a Cagliari con gli opportuni ritocchi. Per ora non c'è motivo di pensare ad un trasferimento, ma non è detta l'ultima parola». — A Torino ci saranno molti immigrati sardi. Si sente responsabilizzato? « Sono responsabilità che possono dare grosse soddisfazioni se le cose vanno bene, ma che qualche volta ti schiacciano, lo, più che ai colori della squadra per cui gioco, sono affezionato agli aspetti umani della Sardegna. Mi identifico nel Cagliari. La gente, quando il Cagliari perde, mi chiede spiegazioni. Per i sardi sono come un parente ». — Una voce maligna dice che il Cagliari la paga con il contributo annuale della Regione. » Non credo. I soldi, evidentemente, la società II spende prima perché io sono sempre in arretrato ». Bruno Bernardi Giorgió Chinaglia