Due fratelli trovati morti nella loro stalla da un'assistente sociale: delitto-suicidio?

Due fratelli trovati morti nella loro stalla da un'assistente sociale: delitto-suicidio? Misterioso dramma familiare in una frazione di Dronero Due fratelli trovati morti nella loro stalla da un'assistente sociale: delitto-suicidio? Avevano 49 e 44 anni; il decesso risalirebbe a quindici giorni - Erano già stati in manicomio perché tenevano sequestrata la sorella - Forse uno ha sgozzato il fratello, poi si è impiccato (Nostro servizio particolare) Dronero, 10 aprile. Due fratelli di Pratavecchia di Dronero, Camillo e Attilio Arnaudo, rispettivamente di 49 e 44 anni, sono stati trovati morti ieri sera nella stalla da un'assistente sociale incaricata di visitarli: il primo strangolato, il secondo sgozzato. Le prime indagini dei carabinieri hanno subito escluso che i due fossero stati assassinati: la porta d'ingresso della stalla era infatti sprangata dall'interno con assi e l'unica finestra del locale muiata con mattoni. Si vagliano ora due ipotesi: la prima, che Attilio e Camillo Arnaudo, entrambi già ricoverati in manicomio, si siano tolti di comune accordo la vita; la seconda, che uno dei due abbia ucciso il congiunto e poi si sia suicidato. Una parola definitiva dovrebbe comunque dirla l'autopsia, forse prevista per domani. Romana Perotti, 24 anni, residente a Cuneo nel sobborgo di Madonna dell'Olmo, assi stente sociale dell'ufficio psico-diagnostico dell'amministrazione provinciale, è la giovane che per prima ha dato l'allarme. La Perotti svolge la propria attività nelle valli Grana e Maira con visite periodiche ai dimessi dai manicomi. Ieri l'assistente sociale ha bussato alla porta degli Arnaudo senza però ottenere risposta; subito dopo, ha notato che inspiegabilmente la finestra della stalla era stata murata; intanto alcuni vicini di casa le confidavano che da tempo non avevano più visto i due fratelli. Preoccupata, la Perotti ha raggiunto Dronero dove ha informato i carabinieri dei suoi timori. E' accorsa una pattuglia al comando del maresciallo Voarino che con spranghe di ferro ha abbattu¬ to la porta della stalla: sul pavimento giacevano due cadaveri in stato di avanzata putrefazione; a poca distanza v! erano le carogne di una capra e d'una pecora, l'una sgozzata e l'altra strangolata, la stessa fine violenta dei due fratelli. Dopo il sopralluogo del vicepretore avvocato Pomero le salme sono state rimosse e messe a disposizione della magistratura. La morte dei due fratelli è stata fatta risalire a 15 giorni addietro. Camillo e Attilio Arnaudo cinque anni fa, il 19 marzo 1969, erano stati protagonisti di un drammatico episodio: con le accette si erano avveni tati contro i carabinieri venu¬ ti ad arrestarli perché tenevano rinchiusa in casa la sorella Anna, di 53 anni, ferendo il comandante della stazione di Dronero, maresciallo Astori. Ridotti all'impotenza, dopo un breve periodo in carcere erano stati riconosciuti infermi di mente e internati nel manicomio giudiziario di Montelupo Fiorentino. Attilio Arnaudo era comunque uscito due anni dopo, apparentemente guarito, il fratello Camillo è stato invece dimesso solo qualche mese fa in licenza di esperimento. I due, che godevano di una discreta situazione economica, erano entrambi celibi e dopo la morte della sorella vi- vevano soli. La follia si era comunque dimostrata solo con l'assurdo sequestro della sorella e con l'aggressione ai carabinieri: prima infatti erano laboriosi agricoltori con numerose mucche nella stalla e molto terreno da lavorare. Camillo era stato anche eletto dieci anni fa consigliere comunale di Dronero e successivamente assessore. Dopo il ritorno dal manicomio, Attilio — che in città molti ritengono fosse succubo del fratello maggiore — aveva venduto il bestiame e rotto ogni rapporto con gli abitanti della borgata. Nessuno saprà mai chi dei due ha deciso per primo di farla finita. In tasca di Attilio i carabinieri hanno rinvenuto un biglietto con queste parole. «Caro fratello, perdonami per quello che ho fatto». Solo una perizia calligrafica potrebbe stabilire chi lo ha scritto. Una ricostruzione abbastanza logica e verosimile è comunque la seguente: Camillo ha sgozzato il congiunto, quindi in un barlume di pentimento ha vergato il biglietto che ha infilato nel taschino deila vittima; poi ha abbattuto i poveri animali, ha murato la finestra e sprangato la porta e successivamente si è strozzato con la cordicella. Date le condizioni in cui sono stati trovati i corpi sarà però molto difficile stabilire chi dei due è morto per primo. g. d. m.

Luoghi citati: Cuneo, Dronero, Montelupo Fiorentino