Safari: non è un rally, è un'avventura di Michele Fenu

Safari: non è un rally, è un'avventura Cinquemila chilometri: il via domani da Nairobi Safari: non è un rally, è un'avventura Modificato il percorso poiché decine di chilometri di piste sono allagati - Pronostici impossibili, il ruolo della fortuna è determinante - Fiat e Lancia hanno messo a punto l'organizzazione (Dal nostro inviato speciale) Nairobi, 9 aprile. Pioggia e sole si alternano sul Kenya e, dopo tanta siccità, sta tornando il verde. Le previsioni meteorologiche per il Safari che partirà dopodomani da Nairobi indicano tempo brutto. ■ Acqua e fango », dice Darek Gates, il manager di questo così eccezionale rally, e pare molto contento. E' convinto che le difficoltà per i concorrenti aumenteranno e che lo spirito ..'venturoso del « viaggio » sarà rinforzato. Gates, perdi è stato costretto ad abolire alcuni tratti difficili, poiché decii e di chilometri di piste e di sentieri erano allagati. Sarebbe stato veramente impossibile passare. Gates ha rimediato facendo compiere al Safari un secondo giro intorno al monte Kenya nella frazione di apertura e raccordando il percorso in quella successiva tramite una deviazione. La lunghezza totale del rally rimarrà inalterata: 5000 km. Questi cambiamenti hanno costretto i responsabili dei vari • teams » a mutare I piani di assistenza in tempi relativamente brevi. Quelli della Fiat Rally e della Lancia, naturalmente, non si sono spaventati ed hanno adeguato con la consueta efficienza i loro programmi. Anzi, tutto sommato, le modifiche sono state positive. « Per noi — affermano i piloti delle due squadre — è ora possibile sfruttare meglio la maneggevolezza delle nostre vetture, specie nel tratto intorno al monte Kenya ». La Fiat Rally partecipa al Safari, seconda prova del campionato mondiale marche, con tre spider Fiat Abarth 124 affidati a Barbasio-Sodano, Paganelli-Russo e Ulyate-Smith. Le vetture sono ospitate dalla Fiat Kenya nella sede di Nairobi. Intorno si affollano i meccanici, che stanno affinando la preparazione, incominciata a Torino. Questi brillanti e robusti spider sono pur sempre modelli di serie, nati per uso turistico, ed occorre adeguarli alle difficoltà del Safari. 5000 km di piste africane equivalgono a 150 mila km di strade normali. I tecnici della Fiat e dell'Abarth hanno ideato numerosi accorgimenti, che riassumiamo brevemente: filtri aria antipolvere per il motore sono stati regolati per offrire la migliore carburazione ad ogni altitudine (nel Safari si sale dalla costiera di Mombasa ai 2000 metri delle montagne dell'interno): assetto rigidissimo con ammortizzatori e molle speciali; protezione in titanio per la coppa motore e il cambio; gabbia in tubi e reti contro gli animali; spazzole per pulire i proiettori; attacchi per un cric in grado di sollevare o spostare l'auto nel caso di un impantanamento; maniglie e pedane per facilitare il disincagliamento nel fango, e così via. Nella grande sala della Fiat Kenya sono disposti in perfetto ordine i ricambi e i materiali per l'assistenza. Da Torino sono arrivati a Nairobi quasi 2000 kg di attrezzature per un totale di 280 voci. C'è di tutto, persino ombrelloni per permettere ai meccanici di lavorare sotto la pioggia. • Eppure — dice l'ing. Aurelio Lampredi — l'organizzazione non basta. Bisogna avere tanta fortuna, perché questa è una gara con ostacoli imprevedibili e difficoltà uniche, tanto che è un rally per modo di dire: è un raìd, una avventura. I nostri spider sono alla loro prima esperienza africana. Ci farebbe quindi piacere arrivare sino in fondo: sarebbe già un buon risultato, che ci permetterebbe di accumulare preziosi Insegnamenti e punti per il campionato mondiale ». Parole altrettanto misurate si sentono presso la Lancia, che nel Safari allinea due Fulvia Hf per Munari-Drews e Mehta-Doughty. La Casa torinese ha più esperienza della Fiat Rally in tema di Safari, avendo già partecipato a tre edizioni (1969, '70 e '71). » Però — afferma Sandro Munari — negli scorsi anni abbiamo sempre trovato strade asciutte e polvere: piogge e fango sono una novità. Comunque, penso che nel giro doppio del monte Kenya potrò dire qualcosa: la trazione anteriore dovrebbe avvantaggiarmi ». Le due Fulvia hanno ricevuto una preparazione analoga a quella degli spider 124: protezioni e accessori per migliorarne le possibilità. « Abbiamo curato ogni particolare — dice Cesare Fiorio — per non avere sorprese. E' chiaro che ci accontentiamo di un piazzamento ». Fiat Rally e Lancia, dunque, sul filo di una ragionata prudenza. Ed è interessante notare che nessuno parla di avversari, di probabilità di vittoria, di valori tecnici e sportivi. L'unico vero grande rivale si chiama Safari. Battendo il Safari, si battono anche gli altri concorrenti. Michele Fenu