Materie prime e sviluppo Ne discutono i Paesi Onu

Materie prime e sviluppo Ne discutono i Paesi Onu Materie prime e sviluppo Ne discutono i Paesi Onu Aperta da Waldheim la Conferenza sollecitata dall'Algeria - Il mondo divise in quattro gruppi (Dal nostro corrispondente) Washington, 9 aprile. « Il problema delle materie prime e dello sviluppo dei Paesi poveri è la chiave per un futuro pacifico e prospero dell'umanità intera »: con queste parole del segretario generale dell'Onu, Kurt Waldheim, si è aperta oggi pomeriggio la « Conferenza internazionale » sul commercio e il sottosviluppo, in seno alle Nazioni Unite. In realtà, più di una « Conferenza », la riunione Onu si presenta come un « confronto » fra interessi, concezioni dei rapporti internazionali, prospettive talora opposti. Tra i cento Paesi partecipanti, si distinguono infatti chiaramente quattro gruppi di nazioni: i « poveri-poveri », cioè coloro che non dispongono né di materie prime né di industrie, e sono praticamente alla mercé del resto del mondo. I «poveri-ricchi», detentori di petrolio, minerali preziosi e di cui le industrie hanno crescente bisogno, ma la cui forza potenziale ancora non si traduce nel livello di vita della popolazione. I « ricchi-poveri », come gli europei, la cui crescente dipendenza dai rifornimenti esterni sta come una inquietante ipoteca sul mantenimento futuro dell'attuale livello di benessere. E infine i « ricchi-ricchi », ad esempio gli Usa, ove la coincidenza di risorse naturali e forza tecnologico-produttiva è ancora inavvicinabile per qualunque altro Paese. Fra queste quattro categorie esistono contrasti a breve termine (prezzi, livello dei rifornimenti, scambi fra tecnologia e materie prime) e coincidenza di interessi in prospetta i « dopotutto — ha detto ancora Waldheim — la terra è una sola per tutti») ma piegare i primi nell'ottica del <( lungo termine » è impresa ardua. Perché, come scrive il documento di lavoro della Conferenza, si chiede ai partecipanti addirittura un «nuovo ordine economicocommerciale » mondiale, molto più facile a descrivere teoricamente che ad attuare nel confronto quotidiano degli interessi e degli egoismi nazionali. Lo stesso Waldheim ha parlato di « grandi difficoltà», pur aggiungendo doverosamente che si possono nutrire « grandi speranze ». Una delle maggiori difficoltà sta proprio nella estrema articolazione delle posizioni politiche ed economiche. E' tempo d dimenticare il tradizionale schematismo dei «Paesi ricchi » da una parte e del « Terzo Mondo » dall'altra, bisognoso e compatto. I « ricchi » hanno dato larghe prove della loro incoerenza, si pensi al sostanziale fallimento della « Conferenza energetica di Washington », alla crisi dell'alleanza occidentale, allo sfaldamento della Cee, mentre il «Terzo Mondo» è ormai spaccato da una effettiva divergenza di interessi. Aumentando i prezzi del greggio, calcola l'Onu, i Paesi produttori hanno presentato alle nazioni più povere e sprovviste di possibili contromisure un conto supplementare di 12-13 miliardi di dollari. Stamane l'ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Scali, ha detto che anche l'America è pronta a negoziare il pacchetto delle « tre F », fuel, food, fertìlizers, cardine di questo « nuovo ordine mondiale ». Ma delle « tre F » (carburante, cibo, fertilizzanti) le nazioni più povere controllano, e solo in parte, solo il carburante, mentre dipendono dall'esterno per cibo e fertilizzanti. Dunque esse sospettano ancora una trattativa in posizione di svantaggio e vedrebbero meglio un forte aumento nelle materie prime. Ma, osservano gli occidentali, dovendo poi esse reimportare il prodotto finito, il vantaggio si annullerebbe rapidamente lasciando il forte ancor più potente. v. z.

Persone citate: Kurt Waldheim, Waldheim

Luoghi citati: Algeria, America, Usa, Washington