Critiche dei comunisti per il decreto sulle Spa di Giulio Mazzocchi
Critiche dei comunisti per il decreto sulle Spa Critiche dei comunisti per il decreto sulle Spa I socialisti, pur esprimendo "perplessità", spiegano perché approvano la decisione di lunedì sulla "cedolare secca" - Governo e opposizione impegnati per rivedere le norme dell'austerità (Nostro servìzio particolare) Roma, 9 aprile. Due decreti legge tra quelli più recenti trovano in Parlamento una più decisa opposizione comunista. Quello che a fine febbraio ha portato a 260 lire il litro il prezzo della benzina super non riuscirà a essere, perciò, votato in tempo. Si prevede che il governo lo ritirerà. Questa previsione ha dato adito, oggi, al formarsi della « notizia » che il governo porterebbe, con un nuovo decreto, a ben 280 lire la benzina. Pare invece che sarà trovata dal governo una diversa formulazione, lasciando inalterato il prezzo attuale. Il nuovo decreto sulla benzina passerebbe, poi, in Parlamento, perché sarebbe accompagnato dalle misure definitive sulla « austerità »: da tutta la sinistra, non solo di opposizione, si chiede che si decida, infine, di abolire le norme sulla restrizione do¬ menicale del traffico, che recano perdite a numerosi settori economici caratterizzati da alta occupazione (settore dei trasporti, del turismo, del paraturismo). Il risparmio di benzina sarebbe invece da conseguire mediante misure di riduzione del traffico privato nei centri storici, accompagnate da una decisa e finanziata politica del mezzo pubblico. Il governo ha inoltre oggi ritirato il decreto delegato sugli aumenti dell'Iva presentato la scorsa settimana alla Commissione parlamentare dei 30. Il governo attenderà il parere della commissione, che contenga nuove proposte in materia, prima d'una nuova decisione: appare perciò stasera probabile che un nuovo consiglio dei ministri si tenga solo dopo Pasqua. Altro annuncio di difficoltà parlamentari per il governo viene stasera da una dichiarazione del parlamentare del pei, on. Barca. Ha detto che i comunisti osteggeranno il decreto-legge emanato ieri dal governo sulle società per azioni: non tanto per l'introduzione della «tassazione secca» delle cedole, quanto perché « non si è sentito l'elementare dovere di applicare le decisioni del Parlamento in relazione al bilancio tipo e alla chiarezza dei bilanci ». Queste norme dovranno essere definite dalla « Commissione di vigilanza » che sarà nominata dal presidente del Consiglio, sentiti i ministri (con decreto a firma del Presidente della Repubblica). Sarà formata da quattro esperti, distaccati da incarichi professionali, più un presidente. La commissione verrà costituita non appena il decreto sarà convertito in legge, quindi entro giugno. Spetterà poi alla commissione, in base al testo del decreto, di stabilire una serie di norme. Tra queste norme rientra la fissazione della forma tecnica che dovranno avere i bilanci. Inoltre la commissione stabilirà l'obbligo di redazione di bilanci consolidati di gruppi industriali e finanziari. A parere del responsabile della sezione economica del psi, Giannotta, « precise perplessità » sono nutrite sul decreto ma esse non hanno impedito al psi « di non opporsi pregiudizialmente al tentativo di superare, anche per questa via. taluni dei limiti imposti al finanziamento della nostra economia dalle clausole del prestito contratto col Fondo monetario ». In altri termini il deficit petrolifero c'impone di contrarre prestiti esteri; per impedire che siano strozzati gli investimenti si deve cercare di far affluire il risparmio direttamente alle imprese mediante emissione di nuove azioni. Per ottenere questo ultimo risultato-chiave, la cedolare secca appare opportuna. Riccardo Lombardi, leader della sinistra socialista, rende noto che « in seguito a un'energica sollecitazione della commissione economica del psi si è almeno ottenuta l'istituzione della commissione di controllo ». Avanza riserve sul « quando » funzionerà. Ma Giolitti ieri sera ci assicurava che la commissione « andrà a regime » non appena costituita: pare che, in Parlamento, si giungerà a maggiore precisione in materia, assicurando validità al decreto entro i suoi termini. Il presidente dell'Associazione « Società per azioni » Rodino, ha tra l'altro osservato che « in Italia abbiamo un risparmio altissimo che deve essere indirizzato verso la produzione ». « Si tratta — ha detto — di rendere il più ampia possìbile la strada che porta il risparmio agli impieghi produttivi. Gli studi non mancano, occorre volontà. Le decisioni del governo sembrano preludere all'inizio di tale volontà ». Giulio Mazzocchi
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