Un pizzico di Sahara

Un pizzico di Sahara Un pizzico di Sahara (Nostro servizio particolare) Agades, 9 aprile. Con le vacanze di Pasqua migliaia di turisti si riverseranno sulla costa tunisina, da Hammamct all'isola di Gerba. Per molti sarà un'occasione per assaporare non solo un pizzico d'Africa, ma anche di Sahara. La Tunisia e infatti la « porta » più vicina dell'immenso, favoloso deserto. Dai centri della costa partono tours di pochi giorni che hanno per meta Nefta, Kebili e Douz, le oasi ai margini delle dune del Grande Erg Orientale. E' cosi possibile farsi un'idea del Sahara, prendere un primo contatto con le sue genti. Più numerosi e di maggior interesse gli itinerari che si snodano da Algeri, il « trampolino » ideale per il Sahara. Chi non intende penetrare nel suo cuore ha a disposizione una vasta gamma di circuiti di 8-10 giorni nella prima fascia del deserto. El Ucd, Tuggurt, Guardala e Beni Abbes sono alcune delle tappe classiche: oasi celebri, i cui nomi bastano per evocare i meharisti di « Escadron blanc » e le flessuose danzatrici Uled Nail. Coloro che si sentono veramente attratti dal deserto devono spingersi più lontano, anche se l'epoca non è, per il clima, la migliore. 11 vero Sahara è nel Grande Sud, dai forti motivi di richiamo. Come le vette dolomitiche dell'Hoggar, i pinnacoli del Tassili degli Aggicr con le loro stupende pitture preistoriche. Per non dire del mondo fantastico che il turismo comincia a scoprire qui nel Niger, dove per le sue tribù di Tuareg e Tcbu il tempo è fermo da secoli. Nelle fasce settentrionali del deserto il visitatore non ha problemi. I mezzi di comunicazione sono comodi e frequenti, le stra- de in gran parte bitumale, gli alberghi confortevoli. Nel Grande Sud le cose cambiano. I nastri d'asfalto diventano piste difficili e incerte, i punti d'acqua sono rari, i centri di rifornimento distano centinaia di chilometri l'uno dall'altro. Gli alberghi, poi, si contano sulle dita; quanto al cibo, tutto sommato è migliore quello in scatola. A meno che non si viaggi come certi sahariani di nostra conoscenza, con stic di polli e magari qualche capretto. Più che di viaggi turistici, nel Grande Sud, si tratta insomma di vere spedizioni. Di qui la necessità di essere ben preparati, premuniti contro le brutte sorprese. Si impongono veicoli robusti, guide esperte e dai nervi saldi. Indispensabili anche condizioni fisiche ottime, tutte le vaccinazioni, un'efficace profilassi antimalarica e scorte di medicine, con energici disinfettanti intestinali e per l'acqua di pozzo che spesso dà la nausea soltanto a guardarla. In ultimo si badi che passaporti e documenti siano in perfetta regola, e di mai derogare dalle norme locali. Gendarmi e poliziotti non vanno per il sottile. Il Sahara è immenso, difficile trovarli in giro. Ma quando si arriva dove ci sono, è d'obbligo andare da loro. Raramente basta un saluto per cavarsela. Il più delle volte, specialmente nel Niger, bisogna compilare lunghi questionari nei quali, fra l'altro, si richiede anche di indicare la razza. Quando non capita di dover subire interminabili interrogatori, restare impotenti mentre vi sciorinano di malagrazia sulla sabbia il contenuto di bagagli e veicoli. Tutto questo perché — bisogna dirlo — da queste parti vi sono mucchi di oggetti paleolitici e di fossili che risalgono, questi ultimi, a milioni di anni fa. Ancora oggi parecchi vengono qui per raccoglierli a sacchi e portarseli via alla chetichella. E' evidente che ciò non può durare. Perciò polizia e gendarmi mettono alle strette anche il turista più innocente. Cosi da arrivare al punto di sequestrargli le freccette di selce acquistate in qualche mercato e addirittura la sabbia dell'Erg raccolta come souvenir del Sahara, una terra che nonostante tutto resta per molti la più affascinante del mondo. Aldo Vite

Persone citate: Abbes, Aldo Vite

Luoghi citati: Africa, Algeri, Niger, Tunisia