La burrasca in Consiglio per un problema tecnico

La burrasca in Consiglio per un problema tecnico La burrasca in Consiglio per un problema tecnico Riguarda i mutui che la società può contrarre per il metrò • Il sindaco: "Votazione valida" Non è il caso di parlare di crisi. Dopo la lunga, vera crisi che travagliò il Comune per quattordici mesi, adesso basta un minimo contrattempo per far rinascere apprensioni (o speranze, chissà) che in realtà appaiono senza fondamento. L'altra sera il Consiglio comunale, al termine di una seduta durata quasi otto ore, approvava quattro delibere riguardanti gli indirizzi programmatici per la sistemazione dei trasporti e il progetto per la metropolitana. Ma la votazione riservava qualche sorpresa. Gli indirizzi programmatici per i trasporti ottenevano 44 voti favorevoli (centro-sinistra e pll): il progetto di massima per la linea numero 1 del metrò 38 voti favorevoli e 10 astensioni (pll, msi, Astengo e Salerno psi, quest'ultimo perché presidente della società per la metropolitana); uguale risultato anche per l'affidamento del progetto definitivo all'Intermetro di Roma. I comunisti non partecipavano alle votazioni, in segno di protesta erano usciti dall'aula. I guai maggiori incominciavano al momento di votare la quarta delibera: l'autorizzazione alla società ad acquisire direttamente i contributi statali. Benché presentatore del documento insieme con il collega Migliano, verso le 2 l'assessore Valente aveva un ripensamento e chiedeva il rinvio di una settimana. Il sindaco Picco osservava che la delibera era stata regolarmente approvata dalla giunta, l'impegno era di votarla in quella seduta e quindi non concedeva il rinvio. Seguiva una breve sospensione della seduta, sollecitata soprattutto dai liberali, durante la quale l'episodio si chiariva. La delibera veniva approvata con 37 sì e due astensioni, Salerno e Paonni, mentre Astengo dichiarava di non partecipare alla votazione. Sorgeva quindi il dilemma: Astengo, presente in aula anche se non votante, concorreva a formare il numero legale di 40? O invece i presenti dovevano considerarsi 39, e il numero legale mancante, con conseguente invalida della votazione? Il dilemma verrà risolto dal Co.re.co., quando dovrà ratificare il voto. Se il parere risultasse negativo, bisognerà ripetere la votazione. Il sindaco Picco ci ha dichiarato: «Ritengo che la delibera in questione abbia tutte le caratteristiche della legittimità, essendo presenti in aula durante la votazione i 40 consiglieri prescritti, ed avendo la votazione dato esito favorevole a larga maggioranza». Non c'è, infatti, nemmeno il dubbio che lo scarto di un voto facesse mutare i risultati, come sarebbe potuta avvenire se l'opposizione fosse rimasta in aula e avesse votato contro. Spiega l'assessore Valente: «La mia richiesta era di carattere tecnico, non politico, anche se politiche sono state le immediate ripercussioni. Volevo unicamente rinviare di qualche giorno il voto per un ulteriore esame, anche alla luce del dibattito in aula, e di quanto era stato detto in mattinata nella riuntone della commissione consiliare ». Le perplessità dell'assessore al bilancio deriverebbero dal fatto che i mutui garantiti dallo Stato per il metrò non pregiudicano la accensione di mutui per le altre opere, se concessi direttamente al Comune. Ma la situazione cambia se la concessione passa invece alla società. Infatti questa è composta per il 60 per cento dal Comune (il rimanente 40 è costituito dalla Provincia, Cassa di Risparmio, Istituto S. Paolo, Automobile Club), il quale se contrae mutui per conferimento di capitale non gode più dei previsti vantaggi; e la sua operazione viene quindi ad incidere sugli interessi e le delegazioni degli altri mutui per il bilancio straordinario.

Persone citate: Astengo, Paonni

Luoghi citati: Roma, Salerno