L'oro perde a Londra 7,75 dollari l'oncia
L'oro perde a Londra 7,75 dollari l'oncia L'oro perde a Londra 7,75 dollari l'oncia Cedono l'argento e i metalli non preziosi (Nostro servizio particolare) Londra, 8 aprile. (Radiocor) L'oro ha subito oggi una brusca flessione: in fase di chiusura sulla piazza di Londra il metallo è stato quotato 166,50 dollari per oncia (prezzo del venditore) con una perdita di 7,75 dollari rispetto alla chiusura di venerdì. Gli operatori riferiscono che gli scambi sono stati molto intensi, con una netta prevalenza di vendite nella mattinata, allorquando sono state registrate le perdite maggiori, e un modesto interesse all'acquisto nel pomeriggio. Il ritorno dei compratori non è stato, tuttavia, sufficiente per annullare gli effetti delle vendite, per cui il mercato ha chiuso su una nota debole. Alcuni analisti del mercato collegano il declino dell'oro alle forti pressioni esercitate sin da venerdì scorso sull'argento negli scambi a New York, e proseguite oggi a Londra, ove al fixing si sono registrate cedenze sino a 27 pence. Il prezzo dell'argento si è riportato sui livelli di febbraio, quotando intorno ai 190-194 pence per oncia. Al declino dell'oro avrebbero contribuito anche l'incapacità del metallo di superare i 180 dollari per oncia e di arrivare, come previsto da parecchi operatori, ai 200 dollari. Gli speculatori, delusi per questo mancato guadagno e colpiti dal generale rialzo dei tassi di interesse, negli Stati Uniti e sul mercato dell'eurodollaro, che rende onerosi i costi di finanziamento delle posizioni in oro, hanno smobilizzato oggi parte delle proprie posizioni nonostante i vari fattori di sostegno, quali l'incerta situazione politica in Francia, l'aggravarsi della tensione tra Siria ed Egitto e la possibilità di un aumento del prezzo dell'oro monetario. Cedenti anche i prezzi del metalli non ferrosi; il rame ha perso 38 sterline sulla posizione disponibile, il piombo 9, lo zinco 18; soltanto lo stagno si è mosso in controtendenza, guadagnando 45 sterline a causa del mancato accordo nel corso dei lavori dell'International Tin Council sulla nuova gamma di prezzi che i paesi produttori intendono adottare. Tasse e assicurazioni (g. al.) Col 1° gennaio scorso i possessori di polizze sugli infortuni e sulle malattie stipulate con istituti assicurativi, anche privati, hanno potuto detrarre il premio dalle imposte sul reddito delle persone fisiche (Irpef). In precedenza la detrazione dei premi assicurativi era consentita solamente ai possessori di polizze sulla vita (pensionamenti, rendite, ecc.). Si calcola che almeno 15 milioni di persone hanno potuto usufruire della nuova disposizione di legge. L'ammontare dei premi che gli assicurati italiani hanno pagato nel ramo infortuni e malattie durante l'esercizio 1973 è stato di oltre 170 miliardi di lire. A questa cifra va aggiunta quella delle assicurazioni « vita » che nello scorso anno hanno chiuso con 380 miliardi di lire.
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