I rossoneri alla deriva Pure Maldini si dimette

I rossoneri alla deriva Pure Maldini si dimette I rossoneri alla deriva Pure Maldini si dimette A Verona quinta sconfitta consecutiva (2-1) - Il trainer accusa i giocatori - Adesso la squadra verrà affidata a Trapattoni (Dal nostro inviato speciale) Verona, 6 aprile. Il Milan sta vivendo, forse, la pagina più nera della sua storia. Oggi a Verona ha toccato il fondo: ha perso la partita, parecchi giocatori sono stati autori di una prestazione indecorosa, Cesare Maldini, l'Incolpevole allenatore, ha dato le dimissioni. Maldini ha comunicato la sua decisione al presidente e al giocatori al termine dell'Incontro. « Avete cosa scrivere — Buricchi ha affrontato così i giornalisti —: Maldini abbandona il Milan. E' arrabbiato con la squadra. E' lui che se ne va, non sono io a mandarlo via. lo l'ho pregato vanamente di restare. Ora ho bisogno di riorganizzare le idee. Domani alle 11 tutti i giocatori sono convocati in sede: attenderò il rientro di Trapattoni dalla Germania (il «Trap» ha visionato oggi il Borussia impegnato in campionato contro lo Stoccarda • n.d.r.), non posso mettermi a fare l'allenatore ». A chi sarà affidata la squadra? « Forse a Trapattoni. A questo punto non mi pare indispensabile ingaggiare un trainer libero, ammesso che ne esistano ». Maldini se n'è andato, indignato per il comportamento dei giocatori: la società prenderà nei loro confronti provvedimenti? « Ci devo pensare, non lo so. Non c'è nemmeno il tempo di riunire il consiglio. Fra quattro giorni dovremo incontrare il Borussia in Coppa delle Coppe. Speriamo che i ragazzi reagiscano. Adesso non ho più niente da dire: a domani ». Mentre Buticchi lasciava sofferente lo stadio (le sue condizioni fisiche sono imperfette per un attacco influenzale e disturbi circolatori ma aveva voluto essere presente a Verona), ancora una volta fatale al Milan, Maldini, occhiali scuri, viso paonazzo, lineamenti tesi, usciva dagli spogliatoi: « Confermo quanto ha detto il presidente — comunicava Il trainer — me ne vado. I motivi? Perché mi pare Impossibile che una squadra si possa ridurre in queste condizioni. Mi è impossibile rimanere e lascio. Le colpe e le responsabilità me le prendo tutte io. Sono abituato ad affrontare con coraggio e determinazione ogni situazione: e di ciò vado orgoglioso. Restare vorrebbe dire patteggiare con la mia coscienza ». Quello che doveva essere l'erede di Rocco lascia dunque il Milan. Il suo è un gesto che fa sensazione e che può prestarsi a diverse Interpretazioni. Quel che è certo, comunque, è che Cesare Maldini è sicuramente responsabile in minima parte di quanto sta accadendo al Milan. Da Rocco aveva ersditato una situazione pesantissima ma si era buttato a capofitto, con grande entusiasmo, nel lavoro. Cercava la grossa occasione: ancora non sapeva che Buticchi aveva deciso di fare a meno del suo apporto a fine stagione, avendo ormai ingaggiato Gustavo Giàgnoni. Divenuta di dominio pubblico questa notizia, vistosi ormai scavalcato dalla società, Maldini sperava di trovare almeno collaborazione fra i giocatori. Ma dopo l'ennesima prova incolore, stucchevole, della squadra, Maldini si è sentito tradito. E ha preferito abbandonare un ara- biente ormai inesorabilmente deterioratosi. Noi non ci sentiamo di dargli torto e gli formuliamo i migliori auguri per l'avvenire. Fra I giocatori, usciti a capo chino fra i fischi, solo Sogllano ha espresso la sua opinione sul delicato momento del Milan: « Ha ragione Maldini e mi dispiace — ha detto con sincerità —. lo ero sceso in campo soprattutto per aiutarlo, per dare un po' di grinta. Però ho capito presto che avrei potuto fare ben poco... ». Rivera non ha voluto affrontare l'argomento e si è limitato a dire: « Ho saputo della decisione di Maldini sotto la doccia. Spero di aver riportato soltanto uno stiramento e non uno strappo — ha aggiunto il capitano cambiando subito argomento —, per mercoledì però temo di non farcela ». Rivera si è infortunato al 57' ed è rimasto praticamente inutilizzato in campo sino alla fine. Tuttavia Gianni fino ad allora non si era certo dannato l'anima e praticamente era stato annullato dalla marcatura decisa di Cozzi. Contro un Milan deconcentrato e svogliato, il Verona ha disposto a suo piacimento la partita: ha dominato nel primo tempo mettendo a segno due gol con Sirena al 26' e Zaccarelli su rigore al 41'. Nella ripresa la compagine di Cade ha contenuto agevolmente un timido ritorno del Milan. Il gol dei rossoneri è stato realizzato da Turini a un minuto dal termine con un fendente da lontano. Pochi secondi prima Chiarugi aveva tirato sul portiere, mossosi anzitempo, un rigore concesso per atterramento dello stesso Chiarugi da parte di Bet. Al 70' Benetti veniva giustamente espulso dall'arbitro (su segnalazione di un guardalinee) per aver « scalciato » Zigonl e successivamente mollato una sberla a Luppi. Guido Lajolo VERONA: Giacomi 6; Nanni 7, Sirena 7; Cozzi 7, Bet 7, Mascalaito 6; Franzot 7, Busatta s. v. (Pace, dal 27', 6), Luppi 6, Zaccarelli 6, Zigoni 7. MILAN: Pizzaballa 6; Anquilletti 5, Sabadini 4; Biasiolo 5, Turane 5, Maldera 5; Stigliano 6 (Bergamaschi, dal 46', 6), Benetti 5, Turini 6, Rivera 4, Chiarugi 4. ARBITRO: Gialluisi. 6. RETI: 26' Sirena, 41' Zaccarelli su rigore, alI'89' Turini.

Luoghi citati: Germania, Stoccarda, Verona