Crisi nella Coldlretti: a Cuneo s'è dimesso un alto dirigente di Piero Cerati
Crisi nella Coldlretti: a Cuneo s'è dimesso un alto dirigente Crisi nella Coldlretti: a Cuneo s'è dimesso un alto dirigente Da domani diventa direttore dell'Unione agricoltori (Confagricoltura) -1 giovani della Coldiretti sentono il disagio d'un sindacato troppo politico (de) : "A Roma devono cadere le teste di alcuni dirigenti" (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 6 aprile. I mercati di bestiame bloccati dagli allevatori, il ministro Coppo contestato a Carmagnola, le critiche all'on. Baldi per l'impostazione troppo politica data alla Coldirel ti, la minaccia di fermare al le frontiere i bovini importati dall'estero «se il governo non risponderà in brevissimo termine alle richieste degli agricoltori»: dopo anni di immobilismo, la protesta contadina cresce, grazie anche alla spinta dei giovani della Coldiretti, i quali cercano di impedire che il sindacato (rappresenta il 75-80 per cento degli agricoltori) entri in crisi. Le dimissioni di Ettore Bandiera, segretario di zona della Coltivatori diretti di Cuneo (diecimila capifamiglia, 67 mila agricoltori sotto ia sua giurisdizione) sono il primo, concreto sintomo della difficile situazione in cui è venuta a trovarsi la «bonomiana». Bandiera da lunedì prossimo diventerà direttore dell'Unione provinciale agricoltori (Confagricoltura) di Cuneo (rappresenta il 25 per cento degli agricoltori), in sostituzione di Angelo Peano, che lascia la carica per raggiunti limiti di età, ma rimane nel consiglio di presidenza. Dopo diciassette anni trascorsi nella Coldiretti, Bandiera ha un forte ascendente sugli agricoltori, perché si è sempre battuto per i loro problemi sociali ed economici con proposte avanzate, «ma da un po' di tempo — ci spiega — mi ero accorto che la Coldiretti non rispondeva più alle esigenze sindacali per cui avrei dovuto operare; inoltre venivano disattese le richieste della categoria che intendo rappresentare. Mi sono ribellato: non ci si può ridurre nd accaparrare voti e basta. Sono stati gli agricoltori ad aprirmi gli occhi, mi hanno fatto capire la situazione con le loro accuse. Dicevano: ci tenete buoni soltanto per le elezioni, senza rappresentarci sindacalmente». Secondo Sandra, presidente nazionale dei giovani della Coldiretti, il passaggio di Bandiera all'Unione agricoltori non è un fatto negativo: creerà una dialettica più vivace nella Coldiretti. Sembra che la crisi sia servita a dare uno scossone ai sindacati dei contadini: la Coldiretti ha cominciato a rinnovare le cariche periferiche (in 71 sezioni su 350, il 25 per cento dei 600 dirigenti) che sembravano inamovibili da sempre. Non si è trattato di un rinnovo massiccio, che avrebbe potuto mettere in pericolo i vertici del sindacato; tuttavia la maggiore parte dei capisezione non è stata rieletta e lo spazio è stato occupato dai giovani, «sotto una spinta che i dirigenti non riescono più a frenare». dicono i vitivinicoltori di Sinio, nelle Langhe. «L'immobilismo è anche colpa nostra: abbiamo presentato le piattaforme riven dicative — dice Sandra —, ma non abbiamo mai fatto pressione perché fossero rese esecutive». Ora, invece, si è passati all'azione e forse si giungerà addirittura al blocco delle frontiere. Anche l'on. Baldi sembra si sia adattato al nuovo clima: era in piazza a Fossano pei il blocco del mercato, poi si è recato a Carmagnola, dov'è avvenuta la contestazione a Coppo. «Ma se i dirigenti si muovono — dicono i giovani — è perché noi siamo passati all'attacco e perché Bandiera, uomo di punta, abile organizzatore, se n'é andato». Bandiera, 42 anni, di Benevagienna (nel Fossanese) era considerato un «collettore» di voti per i deputati democristiani che si appoggiano alla Coldiretti (almeno tre possono essere eletti nella circoscrizione Cuneo-Asti-Alessandria dagli agricoltori). «Certo, i contadini hanno fiducia in me, che sono stato con Carlotta uno dei pionieri della Coldiretti; la categoria avrebbe spesso voluto votare in blocco su Baldi, ma abbiamo sempre respinto questa richiesta e Sarti ha anche beneficiato dei voti contadini. La democrazia cristiana, però, non ha mai contraccambiato, a mio giudizio, sindacalmente e politicamente la Coldiretti. Per questo me ne sono andato». Sandra non mette in discussione la fedeltà ai valori diffusi dalla de, «partito in cui i giovani credono ancora», ma chiede la incompatibilità tra cariche politiche e sindacali, per poter agire più liberamente nei confronti del go verno. I giovani vogliono un discorso aperto con tutte le forze politiche e sindacali sui problemi dell'agricoltura, sen. za che esso diventi condizionante al momento delle elezioni: «Non vogliamo più vedere — dicono — certi assurdi manifesti ispirati ad un anticomunismo cieco e ottuso: è a Roma che devono cadere le teste di alcuni dirigenti passatisti». «Ho aderito all'Unione agricoltori — spiega Bandiera perché è un sindacato apartitico, al quale possono iscriversi tutti, qualunque sia il credo politico professato; ora diventerà sempre più dinamica, per difendere la categoria e garantirle un salario agrico lo. Io mi estranierò dalla po litica attiva, dalla partitocra zia». Piero Cerati
Persone citate: Angelo Peano, Baldi, Bandiera, Ettore Bandiera, Sarti
Luoghi citati: Alessandria, Carmagnola, Cuneo, Roma, Sinio
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