Case: la redditività in declino di Arturo Barone

Case: la redditività in declino L'assemblea biennale della Confedilizia a Roma Case: la redditività in declino (Nostro servizio particolare) Roma, 5 aprile. I proprietari di case sono obiettivamente preoccupati per la redditività declinante dei loro investimenti. Delle loro preoccupazioni si è reso interprete stamane il professor Delli Santi, presidente della Confederazione italiana della proprietà edilizia, l'organizzazione unitaria della categoria su base nazionale. Nella sua relazione all'assemblea biennale Delli Santi ha passato in rassegna le molteplici cause di progressivo deterioramento dell'attività edilizia: lentezza della burocrazia tradizionale, che si sente svuotata della sua autonomia amministrativa dai partiti politici e dalle neonate Regioni; revisione permanente dei piani regolatori e degli altri strumenti urbanistici che ingenera permanente incertezza; scarsità crescente di aree agibili, causa prima del rincaro fortissimo dei terreni fabbricabili insieme alla speculazione recentissima alimentata dall'inflazione. Altri inconvenienti, pure dovuti alla perdita di potere d'acquisto della moneta, si sono tradotti in costi crescenti della costruzione e della manutenzione di case proprio in un periodo nel quale il governo, nell'illusione di bloccare le pressioni inflazionistiche, rin- viava ed inaspriva il regime vincolistico sulle locazioni. Questo regime, che dovrebbe cessare il 30 giugno prossimo, verrà certamente prorogato, in attesa di un fantomatico «equo canone», per almeno altri sei mesi. Intanto, continua a diminuire la prò I duzione di case nuove, au- menta lo squilibrio fra do manda ed offerta di case po polari, soprattutto nelle aree metropolitane, dove si moltiplicano gli episodi di occupazioni illegittime di case ultimate o prossime ad esserlo. Questa situazione, preoccupante anche sotto il profilo sociale, rende sempre meno attraente, specie per i piccoli risparmiatori, l'investimento in case d'abitazione; il perdurare del blocco, in regime d'inflazione spinta, rischia pertanto di far cadere ulteriormente l'edilizia abitativa. La Confedilizia, attraverso un dialogo sistematico con tutti i partiti — non escluso quello comunista — cerca attualmente di favorire una programmazione dell'attività edilizia che sia conforme alle esigenze dell'economia e perfettamente compatibile con l'uso razionale del territorio. Con ciò l'organizzazione mostra di volersi distinguere dalle forze speculative che per lungo tempo si opposero a qualsiasi collaborazione fra pubblico e privato. L'edilizia convenzionata, nelle zone vincolate della «167», è ritenuta oggi auspicabile e si ritiene necessario giungere al più presto a una «legge quadro» operativa che consenta di produrre case a costi minori valendosi delle più moderne tecniche d'industrializzazione. Come si pensa di uscire dalla grave crisi in atto? Secondo il presidente della Confedilizia, è necessario che gli enti locali s'impegnino ad acquisire rapidamente le aree per l'edilizia economica e popolare, (in base alla legge per la casa debitamente modificata per quanto riguarda il diritto di superfìcie) e a farvi intervenire in massa gli operatori privati. Ma, poiché questi ultimi dovranno fornire almeno il 75° b delle abitazioni indispensabili a coprire il fabbisogno totale, bisogna mobilitare il risparmio privato con formule innovatrici che riducano al minimo i tempi morti come potrebbe essere la procedura, adottata con successo in altri Paesi, per la quale chi presenta domanda per la costruzione di una casa, può cominciare senz'altro i lavori una volta trascorsi 90 giorni senza obiezioni da parte dell'autorità competente Arturo Barone

Persone citate: Delli, Delli Santi

Luoghi citati: Roma