Si presenta al giudice l'uomo che ha ucciso con un colpo di pistola la ragazza dodicenne

Si presenta al giudice l'uomo che ha ucciso con un colpo di pistola la ragazza dodicenne Accompagnato da un legale, ha subito un lungo interrogatorio Si presenta al giudice l'uomo che ha ucciso con un colpo di pistola la ragazza dodicenne Sostiene di essere stato aggredito: "Volevo redimere Carmela, ma il suo sfruttatore era venuto per ucciderci" - "Ho dovuto sparare per difendermi, purtroppo un colpo ha raggiunto la piccola Rita" - L'ex protettore arrestato per istigazione alla prostituzione e sfruttamento - La spietata messinscena dei protagonisti per far credere che la bimba fosse stata uccisa in strada Si è costituito ieri pomeriggio al dott. Giordano della procura della Repubblica Giuseppe Bellante, 37 anni, l'uomo che la polizia ricercava per l'omicidio della piccola Rita Liberatore uccisa l'altra sera nel suo alloggio di corso Cincinnato 193/12. Accompagnato dall'avvocato Gian Claudio Andreis è entrato verso le 19 negli uffici di via Milano: pallido, la barba lunga, gli occhi gonfi: « Ho letto che mi cercavano, sono qui ». Sembra che la sua versione della tragedia non si discosti molto dalle ammissioni di Carmela Liberatore, sorella della bimba uccisa, e di Rocco Martello fermato l'al¬ tclltitapRNvLvuttl tra notte poche ore dopo aver accompagnato all'ospedale la piccola Rita morente. «Feppino» Bellante è stato interrogato sino a tarda notte. Il suo colloquio con il magistrato è coperto dal segreto istruttorio ma pare che l'uomo abbia detto: « Ho impugnato la pistola per difendermi quando Rocco Martello mi ha aggredito. Non volevo uccidere. A Carmela volevo bene, intendevo redimerla». Lo hanno arrestato per omicidio volontario. E' stato assai difficile arrivare a una ricostruzione abbastanza puntuale di tutte le sequenze della tragedia. Sia Carmela che Mariello si sono a lungo nascosti dietro un muro di menzogne: Rita era ormai morta, non avrebbe potuto smentirli. E cosi, sino a tarda sera, la sorella maggiore ha continuato a ripetere piangendo: «Non so perché me l'abbiano uccisa in quel modo, in mezzo ad una strada come un cane. Rita doveva andare nella casa di fronte da una famiglia di amici per farsi prestare qualche pagnotta di pane. Poi abbiamo sentito tutti quegli urli, i vicini sono venuti ad avvertirci: "La bambina è sul marciapiede, piena di sangue". Sono corsa in strada, Rita era stesa di traverso accanto ad un'aiuola: subito ho pensato che fosse scivolata. L'abbiamo portata in casa e lì ci siamo accorti che aveva un foro di proiettile al capo». Rocco Martello, con altre menzogne, ha confermato il racconto dell'amica: «Ero in strada con due conoscenti a provare un'auto quando ci hanno chiamato: "Venite subito, c'è una bambina che muore, bisogna portarla all'ospedale". L'ho presa in braccio e caricata sul sedile posteriore: siamo corsi come pazzi al Maria Vittoria ». Due versioni che combaciavano. Ma, fra tutte le tessere di questo tragico mosaico, mancava la più Importante: chi aveva sparato? Perché? Nel racconto di Carmela Liberatore s'è aperta d'un tratto una piccola breccia: «Mesi fa alcuni sconosciuti volevano costringermi a scendere sul marciapied. Ho rifiutato e c'erano stati insulti e minacce. Forse questa sera volevano uccidere me». Uno spiraglio aperto, un esiguo appiglio che indirizzava le indagini verso una meta precisa. Il mondo della prostituzione. Il dott. Baranello ha chiesto a Carmela di accompagnarlo nell'alloggio di corso Cincinnato. Qui, altri nei, altre ombre: sull'androne, dove il corpo della bambina aveva agonizzato, neppure una traccia di sangue. Il pavimento della cucina dei Liberatore invece, ancora umido. Perché lavarlo a tarda sera? E come pensare alla pulizia della casa con una sorella appena morta su un lettino operatorio all'ospedale? Carmela di fronte a queste contestazioni crolla. Si dispera, sma nia, alla fine urla: «Cercate Ma riello, quello che l'ha accompa gnata all'ospedale. E' lui, quel farabutto la causa di questa morte. Lui che mi brutalizzava, che voleva soldi, che mi minacciava continuamente. A sparare sono stata io: con un colpo della mia pistola l'ho raggiunto al petto. Poi Martello mi ha afferrato il polso, ha stretto». Qui Carmela tace, per un attimo. «E poi?» le chiedono. «E poi è partito un altro colpo e Rita è caduta a terra con la testa piena dianpetàtateladamAè daamchklntoè scstpcbpcubi ecvccumcacvtepssgsiqiCamnrapsmCvsddpatDIIIII 11)11111 Hill UHI II 1IIIM [lllllllll Jl IH M di sangue. Non ci ho più visto ». Ma Carmela Liberatore mente ancora. Il suo racconto è fatto per proteggere qualcuno. La verità si scopre poco dopo: Rita è stata uccisa durante un furibondo alterco fra i due amanti della sorella che si accapigliavano in camera da letto. In questura 1 due fratelli maggiori di Carmela, Agostino e Antonio, confessano: «Verso le 18 è arrivato Giuseppe Bellante che da qualche mese era il nuovo amante di nostra sorella. Si è chiuso in camera con lei sino alle kl ». A quell'ora Rocco 'Martello suona alla porta: dopo avere sfruttato per molto tempo la donna ora è stato esautorato. L'aveva conosciuta In un club privato clandestino, era diventato 11 suo amante, poi il suo protettore. Carmela, co¬ stretta a prostituirsi sulla strada della Mandria ed in corso Tassoni, era stata per lui la «gallina dalle uova d'oro». (E' stato denunciato per induzione alla prostituzione, favoreggiamento e sfruttamento). L'ex protettore, dunque, bussa alla camera da letto. Carmela gli risponde che non è sola, che con lei, ora, c'è un uomo capace di difenderla. E Rocco: «Non ho cattive intenzioni. Dì a quella persona che venga fuori con me a discutere ». Carmela gli apre: «Vieni tu, piuttosto». Scoppia il litigio, furibondo. I due uomini si avvinghiano, Bellante stacca con un morso un pezzo d'orecchio al rivale. Carmela tenta di rimettere pace, finge di svenire, grida a Rita che è con gli altri in cucina: «Portami un bic¬ chiere d'acqua, sto male». La bambina entra, timidamente, nella stanza a soqquadro, spaventata da tutti quegli urli, si ferma accanto al letto. I due uomini continuano a picchiarsi. Rocco ha la camicia macchiata di sangue. Nel groviglio dei loro corpi avvinghiati si profila la canna d'una rivoltella. Poi uno sparo: Mariello è raggiunto di striscio al petto. Una seconda esplosione: Rita scivola a terra senza un lamento con un buco nella fronte. Attimi di terrore. Bellante fugge, fugge Rocco Mariello con la piccola morta fra le braccia. La posa sul marciapiede per simulare una disgrazia casuale, prima di dileguarsi nella strada deserta che dopo pochi minuti si riempirà di uria. Ricomparirà pochi minuti dopo, per assumersi la parte del soccorritore. Giuseppe Bellante, accompagnato dall'avv. Andreis, si costituisce in Procura: "Volevo solo difendermi" - La moglie e i sette figli: "Chi provvedere adesso a noi?"

Luoghi citati: Baranello, Bellante