Un documento del Vaticano di Carlo Casalegno

Un documento del Vaticano Un documento del Vaticano (Segue dalla 1" pagina) valori sommamente cari, per dmersi motivi, a tanta parte della umanità. Senza dire — precisa — che il progressivo affermarsi di situazioni prive di un chiaro fondamento giuridico, internazionalmente riconosciuto e garantito, non potrà che rendere più difficoltosa poi, anziché facilitarla, una equa ed accettabile composizione, che tenga nel dovuto conto i diritti di tutti ». I «risvolti politici», come ha ammesso il gesuita P. Tucci, direttore della Radio vaticana, incaricato per l'occasione di illustrare la «esortazione apostolica» ai giornalisti, nel documento ci sono. Ha fornito precise statistiche, dalle quali risulta che nello Stato di Israele, nei territori «occupati» e nella Cisgiordania i cattolici sono 110 mila, i cristiani globalmente 220 mila, rispetto a due milioni 700 mila ebrei e a 3 milioni di musulmani. Un giornalista ha chiesto se infine non dovesse vedersi nella esortazione papale una nuova prova del «timore della giudaizzazione» altra volta espresso dall'Osservatore Romano e se questo non dovesse preludere ad una reazione negativa di Israele: «Aspettiamo che reagiscano — ha risposto il P. Tucci — però non credo che debba esserci una particolare preoccupazione per un intervento che a mio parere non va considerato in una visione politicizzata». Un giornalista tedesco ha chiesto se i precedenti contatti tra la Santa Sede ed esponenti di Israele, in particolare la visita al Papa di Golda Meir, siano riusciti ad avviare accordi: «I contatti posso?io aver favorito una maggiore comprensione dei punti di vista, che potrà servire per gli sviluppi futuri — ha risposto il P. Tucci — ma dire che ci sono accordi è un'altra cosa». Filippo Pucci parte israeliana. Gli altri punti — il diritto di cristiani ed arabi di sentirsi con gli ebrei « pienamente cittadini » in Gerusalemme, la necessità d'un « chiaro fondamento giuridico, internazionalmente riconosciuto » allo statuto della Palestina — sono condizioni necessarie per la pace; e Paolo VI le ha indicate con una fluidità che rende più facile il negoziato, con un distacco dalle vecchie dispute che favorisce il dialogo. Forse i suoi ' esegeti ufficiali appaiono, come \ in altre occasioni, più inclini I alla polemica. Tocca alle grandi potenze, all'Orni, ai diplomatici la parte primaria nel grave compito di aiutare arabi e israeliani a raggiungere la pace; ma non conviene sottovalutare l'importanza delle forze morali e dei fattori psicologici. I Paesi dei due campi non hanno soltanto interessi da difendere, ma paure e passioni da vincere: non si può dimenticare che Israele nasce dalla tragedia dell'antisemitismo, e che le responsabilità dell'antisemitismo non incominciano e non finiscono con Hitler. Carlo Casalegno 1

Persone citate: Filippo Pucci, Golda Meir, Hitler, Paolo Vi, Tucci

Luoghi citati: Cisgiordania, Gerusalemme, Israele, Palestina