Messmer chiede ai rivali di ritirare le candidature di Alberto Cavallari

Messmer chiede ai rivali di ritirare le candidature Per l'Eliseo, aspra battaglia fra i capi gollisti Messmer chiede ai rivali di ritirare le candidature Il primo ministro convoca Chaban Delmas e Edgar Faure, si propone candidato unico per l'Udr, ma i due rifiutano • Anche Giscard d'Estaing si dichiara disposto a presentarsi - Mitterrand attende di essere designato lunedì dal partito socialista: frattanto i comunisti hanno già deciso la sua candidatura comune Il governo ha deciso che si voterà il ciìique maggio (Dal nostro corrispondente) Parigi, 5 aprile. Un braccio di ferro drammatico è in corso nella maggioranza francese per costringere Chaban Delmas ed Edgar Faure a ritirare le loro candidature alla presidenza della Repubblica. II primo ministro Messmer, gran parte del governo, tutto il gruppo dei « pompidoliani », hanno gettato nella battaglia tutta la loro autorità e tutto il loro peso politico per ritrovare una «unità » che ieri è stata frantumata dall'improvviso conflitto tra gollisti. Ma il primo tentativo di ricondurre nei ranghi almeno Edgar Faure non è riuscito. Nel pomeriggio, Faure ha sciolto le ultime riserve e annunciato ufficialmente che la sua candidatura è mantenuta. Pesanti interventi sono stati fatti anche presso Giscard d'Estaing perché non esca a sua volta allo scoperto aggravando la rottura maggioritaria. Ma il ministro repubblicano indipendente ha reso visita a Messmer per dirgli che, dopo la « partenza » non concordata di Chaban Delmas, egli non assume più nessun impegno. La sua decisione è di presentare la propria candidatura (se non avvengono negoziati all'ultima ora) domani pomeriggio dopo le solenni cerimonie in memoria di Pompidou. La frenetica offensiva di Messmer e dei « pompidoliani » non avviene naturalmente solo per ritrovare l'unità della maggioranza. Avviene per costringere la maggioranza ad essere unita intorno a Messmer: che ambisce alla presidenza, si ritiene il « delfino », ed è spinto dai suoi ad assumere questo ruolo. Le voci diffuse circa l'esistenza di un « testamento orale » di Pompidou, raccolto da Pierre Julliet sono evidentemente strumentali. Pierre Julliet, che sarebbe l'ultima persona vista da Pompidou, è un uomo di Messmer. Ciò che si è verificato negli ultimi tempi all'Eliseo è stato poi molto semplice. Pompidou ha tenuto fino all'ultimo il potere per contrastare gli avversari. I suoi l'hanno convinto a non cederlo per aver tempo a negoziare una successione unitaria in favore di Messmer. Pensavano di disporre ancora di alcuni mesi. Ma la morte del presidente li ha presi in contropiede. Lo scatto di Chaban Delmas li ha presi una seconda volta in contropiede ieri quando, subito dopo i funerali di Pompidou, molti ministri e molti notabili dell'Udì- si sono riuniti a colazione da Messmer, al palazzo del governo. Benché non si fosse formata ancora una completa unanimità era stato stilato perfino un comunicato per rendere pubblica la candidatura di Messmar al momento opportuno, dopo averla proposta al «movimento gollista » e negoziata con gli alleati della maggioranza. La notizia che Chaban Delmas aveva rotto la tregua e li aveva battuti sul tempo, ha naturalmente sollevato grande sorpresa e grande indignazione. Poi è iniziata una azione di ricupero, fallita con Giscard d'Estaing, riuscita a metà con Edgar Faure. Ieri sera infatti Edgar Faure è stato chiamato a Palais Matignon e s'è sentito chiedere da Messmer di ritirare la sua candidatura. Ha risposto che poteva farlo solo se anche Chaban Delmas e Giscard d'Estaing avessero rinunciato. E così è stato raggiunto l'accordo di congelare questa candidatura già ufficiale fino alle 16 di oggi. Febbrili trattative sono poi avvenute e fallite nelle ultime 24 ore. Chaban Delmas, il segretario dell'Udr Sanguinetti, Debré, i ministri pompidoliani si sono incontrati nell'ufficio di Messmer. Una riunione tempestosa, veramente da « Quinta Repubblica degli orfani », ha invano cercato l'unità perduta, ma caldeggiata dal primo ministro. Messmer ha detto di essere disponibile come candidato di tutta la maggioranza, e che ciò implicava il ritiro di Chaban. Chaban Delmas ha decisamente rifiutato. Faure, alle sedici esatte di oggi, ha quindi riconfermato la sua candidatura definendola «al di fuori delle etichette, delle investiture, e di altre possibili trattative ». \ Egli ha poi aggiunto: « Mai mi sarei presentato contro De Gaulle e Pompidou. Ma oggi le circostanze sono diverse ». Naturalmente il braccio di ferro continua, con mille ne- goziazioni, per ritrovare l'unità in altro modo, e per scegliere chi (dopo il naufragio dellasmaggioranza governativa) avrà almeno l'appoggio ufficiale dell'Udr gollista. Stasera vi è stato un altro incontro tra Messmer e Chaban Delmas. Ma pare difficile che i negoziati possano ormai riassorbire due candidature ufficiali, così esplicite, così ribadite, e che già disegnano un certo quadro politico. Dopotutto, Faure agisce nella prospettiva di un mutamento della maggioranza abbinato alle presidenziali tentando un'operazione preparata da Giscard d'Estaing. Praticamente gli ha offerto questo ruolo, battendolo sul tempo, e cogliendo l'occasione del fallimento della « Federazione dei centrismi » giscardiana. Non si vede come lo scontro frontale Chaban Delmas-Faure possa essere evitato. Né si vede dove ora possano collocarsi Giscard d'Estaing e Messmer, anche se cercheranno ovviamente di reinserirsi ad ogni costo. Tanto più che la maggioranza governativa continua a sgretolarsi in favole di Chaban Delmas che ha raccolto stasera già l'appoggio dei centristi governativi di Duhamel. Le sinistre marciano verso la candidatura unica Mitterrand con passo diverso. Rapido è il partito comunista, che cerca d'impegnare subito il leader socialista senza trattative. Lento Mitterrand nell'impegnarsi. Il leader comunista Marchais ha già scritto personalmente oggi una lettera a Mitterrand, comunicandogli che il suo comitato centrale ha deciso per la sua « candidatura comune ». Mitterrand non ha risposto personalmente lasciando replicare dalla segreteria socialista che l'esecutivo socialista presenterà lunedì al direttivo socialista la candidatura di Mitterrand « che darà allora la sua risposta ». Stasera si è avuto un incontro delle delegazioni comuniste, socialiste e radicali di sinistra. Ma la posizione di Mitterrand resta temporeggiatrice, la sua tattica chiara. Mitterrand vuole ricevere una candidatura autonoma dai socialisti, poi l'adesione dei comunisti, e attraverso questa differenziazione diventare « unico » con molti margini di autonomia, per non portare impegni troppo categorici all'Eliseo. Ma le adesioni sono tali che difficilmente si prevede una rottura del cartello. I grandi sindacati Cgt e Cfdt si sono oggi già schierati per la candidatura unica, e chiaramente per la sua. Le presidenziali francesi sono state definitivamente fissate per il 5 maggio da un consiglio dei ministri presieduto dal presidente ad interim Poher, che s'è insediato stamattina all'Eliseo. E' stato scelto il termine massimo per ragioni organizzative. Ma ciò significa anche una battaglia elettorale più lunga e più aspra, che aumenta i rischi di una maggioranza già tanto tormentata dai suoi conflitti di candidatura. Alberto Cavallari

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