Le polemiche sulla Montedison

Le polemiche sulla Montedison Dopo le indiscrezioni sul bilancio 1973 del gruppo Le polemiche sulla Montedison Rilanciata dall' "Espresso" l'accusa di aver violato il blocco dei prezzi (Nostro servizio particolare) Roma, 4 aprile. Da lunedì la «Lettera finanziaria» ha lanciato alla Montedison l'accusa di aver violato il blocco dei prezzi. Oggi L'Espresso, editore al quale la «Lettera» si lega, ripete l'accusa. Montedison ufficiaimente tace: a chi chiede risponde con la risposta già data nei mesi scorsi. «Vendevamo — dice — a prezzi scontati dal 10 al 40 per cento rispetto al listino in uso per la clientela più minuta. Abbiamo abolito gli sconti». Se l'accusa di «evasione» al Hocco dei prezzi non trova dimostrazione nel settimanale che l'ha lanciata, la risposta ufficiosa neppure dirada del tutto la nebbia che esiste in mate ria. Ma, al di là d'una polemica sull'evasione o no dalla legge di blocco dei prezzi, che ì bilanci non consentono al cronista di sceverare con assoluta certezza, resta un problema di rilevante significato: è riuscito l'aumento del prezzi «reali» di vendita a sanare il bilancio Montedison in modo definitivo? O non occorre ancora, a questo bilancio, un raddrizzamento che provenga da ulteriori investimenti, da una dilatazione in termini di prodotto, piuttosto che di soli prezzi? Una certa analisi del bilancio in questo senso è possibile, sulla base dei dati forniti. Emerge che gli «acquisti» Montedison sono passati da 571 a 702 miliardi tra il '72 e il 73. Si tratta d'un incremento del 23 per cento, rijerito non solo alle materie prime, ma anche ai principali servizi acquistati. L'incremento è del tutto in linea con il rialzo medio nazionale annuale dei prezzi ingrosso Il costo del lavoro è passato da 246 a 281 miliardi, con più 14 per cento. Il fatturato (vendita di prodotti: perché gli incassi globali sono maggiori, comprendendo utili finanziari e incassi per cessioni di aziende) è passato da 78T a 1173 miliardi, con l'aumento del 49,4 per cento. Il «valore aggiunto» (cioè la differenza tra acquisti e fatturato) è passato da 260 a 446 miliardi, con un aumento del 71,7 per cento. Col valore aggiunto v'è da pagare il costo del lavoro e tutti gli altri oneri propri dell'azienda, come gli interessi finanziari, i brevetti e simili. Se dal valore aggiunto si toglie la sua principale componente, che è il costo del lavoro rimangono nel '72 appena 13,3 miliardi e nel '73 ben 165,1 miliardi. Mediante tale valore aggiunto si sono dovuti effettuare ammortamenti e investimenti i quali, da soli, hanno assorbito circa 230 miliardi superando la disponibilità offerta dal valore aggiunto. Se dunque la Montedison nel '73 non avesse beneficiato di cospicui introiti oltre al fatturato, sarebbe stata nuovamente e gravemente passiva. Tra gli introiti extra-fatturato vi sono partecipazioni, ma soprattutto vendita di «punti morti»: azien¬ de cedute all'Egam e all'lrl. Le cessioni sono ormai fatte (tutti i dati di bilancio sopra esposti, anche quelli del '72, prescindono dalle aziende vendute) e i relativi incassi non si ripeteranno nel '74, anno nel quale l'impresa incasserà anche pochissimo dall'Enel, essendo concluso il pagamento decennale della nazionalizzazione elettrica. Nel '74, pertanto, l'impresa dovrà fare affidamento quasi soltanto sulla vendita di prodotti (fatturato): solo aumentandola fortissimamente riuscirà a ripetere il risultato di buon pareggio di quest'anno. Pare che sia su questa strada: nel primo bimestre il suo fatturato è cresciuto, nel confronto con l'eguale bimestre del '73, di ben il 59 per cento (intero gruppo) g. mazz.

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