Attestati 10 fascisti picchiatori di Adriaco Luise
Attestati 10 fascisti picchiatori Attestati 10 fascisti picchiatori L'accusa: "Tentata ricostituzione del fascio" (Dal nostro corrispondente) Napoli, 4 aprile. Dieci arresti a Napoli per tentata ricostruzione del partito fascista. I mandati di cattura sono stati emessi dal giudice istruttore del tribunale, Gennaro Calabrese, che da cinque anni indaga su una serie di episodi di violenza compiuti da squadre fasciste contro sedi di partiti, redazioni di giornali, studenti e operai democratici. Un crescendo di aggressioni, devastazioni e provocazioni che toccarono l'apice tra la fine del 1972 e l'inizio dello scorso anno, quando le forze della destra eversiva, nel quadro della strategia della tensione, fecero numerosi attentati dinamitardi. Accusati di aver compiuto i reati previsti dall'articolo 1 e 2 della legge Sceiba 1952, sono finiti in carcere dieci estremisti di destra, quasi tutti già noti alla giustizia per aggressioni e imprese teppistiche. Raffaele Candido, di 26 anni, Luca Galluccio, di 24, Edoardo Fiore, di 22, Giuseppe Aveta, di 30, Luciano Sornione, di 25, Francesco Bormile, di 25, Giuseppe Fruguglietti, di 27, e Gaudenzio Attanasio, di 25 anni, sono stati arrestati. Salvatore Hassan, 26 anni, Stewart dell'Ati, è stato fermato all'alba all'aeroporto romano di Fiumicino all'arrivo dell'aereo sul quale prestava servizio. Altri tre estremisti, coinvolti nel tentativo di ricostituzione del partito fascista, hanno avuto notificata l'accusa in carcere. Sono: Salvatore Caruso, 27 anni, arrestato nel gennaio scorso durante gli incidenti scoppiati nel centro di Napoli con assalto ai mezzi pubblici e alla polizia dopo un comizio del msi; Giuseppe Sollazzo, 23 anni, arrestato nei giorni scorsi a Salerno nei disordini avvenuti per il processo all'anarchico Marino; Antimo Flagiello, 49 anni, condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per l'assalto e l'incendio alla sezione comunista di Fuorigrotta. Si sono resi latitanti il con sigliere comunale del msi, Massimo Abbatangelo, 32 anni, e Pasquale Iovine, 36 anni, entrambi protagonisti di varie azioni teppistiche. Rigoroso il riserbo sull'inchiesta giudiziaria. Secondo indiscrezioni, le indagini sarebbero state iniziate nel novembre 1969 quando in piazza Matteotti, a due passi dalla questura centrale, mentre alcune migliaia di studenti democratici tenevano un comizio autorizzato, furono lanciate sulla folla bombe-carta di particolare potenza e scagliate con fionde Diglie di ferro. Le esplosioni provocarono scene di panico e numerosi feriti. In imminente pericolo di vita venne trasportato all'ospedale lo studente Gaetano Coppola, 16 anni, colpito a una spalla e all'addome da un ordigno. Per molti giorni il poveretto rimase in camera di rianimazione tra la vita e la morte. La premeditata aggressione costituì un vero e proprio reato di strage e le prime indagini ne attribuirono l'organizzazione al consigliere Massimo Abbatangelo, che per diversi mesi rimase latitante e che già si era distinto in altri attentati e spedizioni punitive. Raffaele Candido, Luca Gailuccio e Salvatore Hassan, già condannati per lanci di bottiglie «molotov», incendi e devastazioni, erano stati rimessi in libertà provvisoria in attesa dei processi d'appello. Condannati per lesioni personali risultano anche Italo Sommella, Giuseppe Fruguglietti, Giuseppe Sollazzo e Gaudenzio Attanasio. Adriaco Luise
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