Un generale conferma l'amicizia tra mafiosi e il giudice Scaglione di Paolo Lingua

Un generale conferma l'amicizia tra mafiosi e il giudice Scaglione Il processo per diffamazione al giornale "L'Ora" Un generale conferma l'amicizia tra mafiosi e il giudice Scaglione (Dal nostro corrispondente) I Genova, 3 aprile, j E' ripreso stamane il prò-1 cesso per diffamazione inten-1 tato da alcune personalità politiche e professionisti di Palermo, nonché dagli eredi del procuratore della Repubblica Vincenzo Scaglione, contro 6 redattori del quotidiano di sinistra L'Ora. Questa mattina sono stati sentiti dal tribunale di Genova tre protagonisti della vicenda: l'allora ex ministro delle Poste, Giovanni Gioia, l'ex sindaco di Palermo, Vincenzo Ciancimino, e il generale dei carabinieri Alberto Della Chiesa. C'era molta attesa per la deposizione dell'alto ufficiale, il quale, quando era ancora colonnello e ricopriva l'incarico di comandante della legione carabinieri del capoluogo siciliano, aveva compilato un dettagliato rapporto, poi finito agli atti della Commissione parlamentare antimafia, nel quale si parlava anche di Scaglione e venivano formulate severe critiche al suo operato. Non solo: nel documento, la cui acquisizione agli atti del processo è stata chiesta, e ot tenuta, dagli avvocati della di fesa, si accenna anche a rap porto di «amicizia» tra Scaglione e due «personaggi» considerati esponenti della mafia: Pietro Longo e Giuseppe Bertolino. Il generale Della Chiesa ha confermato quanto scritto nel rapporto, ha ricordato i rapporti tra Scaglione e i due presunti mafiosi; Bertolino fu testimone alle sue nozze; Longo fu il padrino del figlio del magistrato. Gli avvocati di parte civile hanno parlato, a questo punto, di «imprecisioni» e di «inesattezze» contenute nel rapporto. Il generale ha replicato che «errori marginali sono sempre possibili in questi casi, ma l'importanza è la sostanza dei fatti» e ha concluso confermando la «piena veridicità» di quanto contenuto nel documento. All'inizio dell'udienza è stato sentito l'onorevole Giovanni Gioia, attuale ministro per i Rapporti con il Parlamento, democristiano, leader della corrente fanfaniana a Palermo, il quale ha rinunciato all'immunità parlamentare e s'è presentato spontaneamente per deporre. L'interrogatorio non ha offerto novità di rilievo. Il ministro s'è limitato a confermare d'aver conosciuto Scaglione, ma di non aver mai avuto rapporti di particolare cordialità con lui. Polemico è stato l'ingegner Vincenzo Ciancimino, anch'egli democristiano, ex sindaco di Palermo, il quale ha detto di essere sempre stato bersaglio di una «campagna di calunnie». Ha negato di aver commesso abusi e illeciti quando fu varato il piano regolatore di Palermo: «Mi limitai ad applicare il piano deciso dagli amministratori che mi avevano preceduto». Nel pomeriggio sono state ascoltate altre testimonianze. E' stato sentito Mario D'Agostino, ex guardia del corpo del procuratore Scaglione. Ha detto che il magistrato si recava spesso a fare visita a Pietro Longo. Paolo Lingua

Luoghi citati: Genova, Palermo