Solo Marzollo è responsabile della "ballata dei miliardi,,? di Giuliano Marchesini

Solo Marzollo è responsabile della "ballata dei miliardi,,? Il processo all'ex agente di cambio Solo Marzollo è responsabile della "ballata dei miliardi,,? Tutti i funzionari accusati di complicità dicono d'essere innocenti e di non avere avuto i motivi per sospettare del banchiere (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 3 aprile. La «ballata dei miliardi» è lunga, richiede pazienza per essere ascoltata, perché se ne colgano tutte le sfumature. Il processo contro Attilio Marzoilo durerà forse un paio di mesi, e già le prime udienze hanno dimostrato quanto sia complicata la storia di cui l'ex agente di cambio veneziano è stato sconvolgente protagonista. Il presidente del tribunale, La Monaca, di pazienza ne ha molta: conduce gl'interrogatori con una fitta rete di domande, verbalizza con estremo scrupolo le risposte, le aggiunte, le precisazioni, le rettifiche. Perché qui, in questa vicenda tanto intricata, anche un particolare all'apparenza insignificante potrebbe avere invece una certa importanza. Sul tavolo del cancelliere vanno accumulandosi brani di vita convulsa del finanziere veneziano, così come sono raccontati dagli altri imputati. L'accusa sostiene che il finanziere non è il solo responsabile di questo «crack», che c'è chi ha favorito le sue incredibili avventure, e ha chiamato sul banco degli imputati alcuni funzionari di banca. Marzollo ha fatto tutto di testa sua, replica la difesa dei bancari, con i suoi pasticci se la sbrighi lui. Così, continua la disputa davanti ai giudici del tribunale. Oggi si ascolta Socrate Mecconcelli, ex operatore di borsa al Banco di Roma: è accusato di falso, truffa e sottrazione di atti. Si tratta di rievocare ancora quel giro di titoli inesistenti che finì per provocare un buco pauroso: oltre nove miliardi di lire. L'accusa contesta a Mecconcelli d'aver commesso una grossa irregolarità, si parla d'un passaggio «a mano» di lettere d'accredito. «Documenti — osserva il presidente — che avevano molta importanza, anche per l'ingente valore dei titoli». L'ex funzionario, che non appare per niente impressionato, racconta: «Marzollo mi avvicinò, e come di solito avviene in questi incontri si parlava della Borsa, dell'andamento del mercato azionario. Io ero disponibile per compiere operazioni dì compenso. Lui mi disse che i titoli li aveva. Bé, risposi, torneremo sull'argomento. L'episodio rimase così, in sospeso». Presidente — Ma lei, quan- to avrebbe quadagnato in quella operazione? Mecconcelli — Nulla, signor presidente, assolutamente nulla. Si trattava d'un giroconto, in parole povere d'un passacarte. L'ex operatore di borsa del Banco di Roma aggiunge che Attilio Marzollo gli appariva «al di sopra di ogni sospetto». «Ritenni valida l'operazione — prosegue —. L'agente di cambio non mi precisò quanti erano i titoli, ma disse che comunque, non si trattava d'una cosa eccezionale». Presidente — E lei non cercò di capire? Si è agito così, per far piacere a Marzollo, senza mai domandarsi perché? Mecconcelli — Io non avevo elementi, motivi per pormi degli interrogativi. Presidente — Ma se non ricavava una lira, perché quel favore all'agente di cambio? Mecconcelli — Mi prestai in vista d'un incremento dei nostri rapporti con lui. Stavolta il tono del presidente si fa secco: «Insomma, lei si è dedicato a una faccenda per la quale non guadagna¬ va niente, ha fatto il passacarte e le si contestano gravi irregolarità. Io le chiedo una spiegazione e lei resta generico. Qui vogliamo sapere la verità, se è possibile. Ci dica, ci spieghi una buona volta». Mecconcelli — Che cosa dovrei spiegare? Quell'operazione fu compiuta. Tutto qui. Socrate Mecconcelli conclude l'interrogatorio proclamandosi ancora una volta innocente: «Io non c'entro affatto nelle faccende di Attilio Marzollo». Ora non è più funzionario dell'istituto di credito, è andato in pensione. «Non me la sentivo — dice — di continuare a vivere nell'ambiente finanziario, dopo quello che mi è capitato ». Anche Giuseppe Moro, vicedirettore dei Credito Italiano di Venezia, respinge l'addebito. Deve rispondere di concorso in truffa ai danni del suo istituto, a proposito d'una lettera di accredito. «Io — dice — non ho fatto nulla d'irregolare. E non potevo rendermi conto di quanto sarebbe accaduto, anche perché avevo fiducia in Marzollo». Giuliano Marchesini

Persone citate: Attilio Marzollo, Giuseppe Moro, La Monaca, Socrate, Socrate Mecconcelli

Luoghi citati: Venezia