Alessandria, vent'anni dopo

Alessandria, vent'anni dopo I grigi tornano alla ribalta, ormai lanciati verso la B Alessandria, vent'anni dopo Una carrellata dal passato al presente, dai dirigenti che hanno resistito nei momenti più duri della squadra, a quelli che la stanno riportando in alto - Paolo Sacco : "II merito di questa impresa è tutto di Ballacci" - L'allenatore : "Il mio segreto sono i giocatori" (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 2 aprile. Incrociando le dita dietro la schiena in un classico segno di scongiuro, ormai lo ammettono tutti: l'Alessandria, con sette punti di vantaggio ad undici giornate dal termine del torneo, sta per tornare in serie B. Invano Ballacci, l'allenatore del miracolo, tenta di buttar acqua sul fuoco dell'entusiasmo, ricordando i mol'I esempi — anche illustri — di campionati stravinti sulla carta e perduti in extremis: l'euforìa, cacciata da una parte, rispunta fuori dall'altra, come un fiume che ha rotto gli argini. - Abbiamo una squadra così forte — dice Pier Gianni Piterà, presidente del Club "Ale Grigi" — che se riuscissimo a perdere questo campionato dovremmo vergognarci per venti anni ». Una rimpatriata » ad Alessandria, per misurare il nascere di questi nuovi entusiasmi, ci toccava di diritto. Quanti, degli anni della travagliata vita della società grigia, sono passati sotto questa « penna »? Il cammino del giornalista che si faceva le ossa seguendo il calcio provinciale e quello dell'Alessandria sono stati paralleli per più di due lustri: un periodo in cui la squadra grigia dalla C è salita trionfalmente alla A e quello stesso cammino ha percorso malinconicamente a ritroso. Era logico che, in tanti anni di vita comune, qualcosa perforasse la corazza dell'obiettività di chi scrive, lasciando filtrare un po' di affetto, come ad una propria creatura. E' logico che ora, quando l'Alessandria incomincia a risalire, tra i primi a gioirne sia chi l'ha vista salire in B nel 1952, arrivare alla A nel '57, ridiscendere tra i cadetti dopo tre anni di onorevole resistenza nella massima categoria, precipitare nuovamente in serie C nella stagione 1966-67. Ad Alessandria in questo ideale aggancio con un passato che ora si ripropone, abbiamo rivisto molti volti di allora, abbiamo riallacciato vecchie amicizie nate venti anni fa Un solo, grosso rimpianto: che alla festa dei grigi che — a dita incrociate — si sta preparando, manchi Pierino Zorzoli, un segretario-bandiera della società, stroncato da una malattia l'anno scorso e che più di ogni altro avrebbe meritato di vivere questi giorni di trionfo. Il primo « contatto » è col dottor Amedeo Ruggiero. Era vicepresidente all'epoca della trionfale presidenza dell'ing. Silvio Sacco, un petroliere di origine alessandrina che aveva portato nella famiglia grigia un'aria Insolita, ed irripetibile, di grandioso mecenatismo. L'Alessandria era salita in A poi Sacco, travolto da speculazioni sbagliate, aveva dovuto passar la mano, lasciando la squadra nelle mani di un commissario straordinario, il dottor Ruggiero, appunto: - Ho abbandonato l'Alessandria otto anni fa — dice Ruggiero — in serie B e con un discreto patrimonio di giocatori. Ora mi occupo, come vicepresidente, dell'Automobile Club d'Italia, ma sono rimasto tifoso dei grigi, come sempre. Questa riscossa, è ovvio, mi fa piacere. La squadra c'è, a questo punto mi sembra praticamente impossibile non andare in serie B. £' quello il posto giusto per l'Alessandria, che può recitarvi un ruolo dignitoso. Sento parlare di sogni di sere A — ha aggiunto Ruggiero — tuffo é possibile con l'attuale mecenate ing. Remo Sacco, un uomo che ha mezzi e passione ineguagliabili. Ma se si stufa lui... Andare in A per poi arrancare come un Lanerossi o un Verona sarebbe forse controproducente ». Di parere contrario è l'avvocato Gino Testa, che rappresenta, nella storia dell'Alessandria, il periodo più difficile, quello del crollo in C, della tenace resistenza per tenere insieme a qualsiasi costo una società che si stava sfaldando. Lo ritroviamo, come otto anni fa, davanti ad una bottiglia di grignolino, segno che nessuno di noi ha rinunciato, nel frattempo, alle proprie pessime abitudini. Testa è lontano dall'Alessandria, ma non dal calcio: è il legale di Rivera e l'amicizia con Gianni gli ha permesso di rituffarsi nel clima della serie A anche se, per un rossonero ad honorem, questi sono tempi duri. Una buona vernice di imparzialità, ma bastano un paio di bicchieri per farlo riscoprire, di sotto, più « grigio » di prima: « Cerfo — dice — tornare In A, anche solo per una stagione, sarebbe una grossa soddisfazione. E' il destino delle provinciali fare l'altalena dalla B alla massima divisione, tutto sta a non cadere dall'altalena e non ruzzolare di nuovo tra I semiprolesslonlstl. Se l'Alessandria è arrivata a questo, è un po' anche merito di chi ha tenuto duro In quei tempi là. Ora poi c'è un'altra organizzazione, altre possibilità. Sono convinto che per i grigi l'avvenire possa offrire altre soddisfazioni ». Il presente e l'avvenire sono rappresentati dalla famiglia Sacco: il padre ingegner Remo, impresario edile, è il finanziatore che garantisce presso la Lega, il figlio maggiore Paolo, presidente effettivo, rappresenta il più chiaro impegno famigliare verso il futuro. Paolo Sacco è in ospedale, convalescente da un serio incidente automobilistico, non vede l'ora di uscire, per condividere la gioia per la trionfale marcia dei grigi: » In famiglia — dice — avevamo una macchia da cancellare. Mio padre era vicecommissario dell'Alessandria quando eravamo in serie B e con lui, la squadra era scesa in C. Ora, dopo otto anni di tentativi, stiamo... rifacendoci l'onore. Debbo però dire che il merito è tutto di Ballacci. All'Hitfon, quest'estate, ci aveva detto: per vincere il campionato di serie C, bisogna fare una grossa squadra di serie B. Gliene abbia- me dato I mezzi, ma lui ha scelto gli uomini, tra quelli che cono- sceva bene, per caratteristiche te cniche ed umane. All'inizio del campionato ci sono state delle Incomprensioni tra noi dirigenti e lui: solo un uomo della sua tempra avrebbe potuto resistere a queste difficoltà e costruire la squadra che ha costruito ». « Confermerete Ballacci e punterete alla serie A? ». Queste sono le nostre inten zloni. L'Alessandria è già uno squadrone. Ci basterà confermare gli attuali titolari ed acquistare una punta in più che ci manca', La carrellata ad Alessandria si conclude con Dino Ballacci. Quando giocava nel Bologna lo chiamavamo il « terzino con la pistola ». Da allenatore, ha l'arma I riposo, ma è sempre pronto a di \ fendere le sue idee con ruvidezza I e sincerità tutte bolognesi, con- tro chiunque. All'inizio della stagione ha mostrato i denti, ora, ad Alessandria, è un idolo. » Vuol sapere Il segreto di questa squadra? Le presento I miei ragazzi. Tu, Dolso, tu Dalle Vedove, tu Barbiero. voi tutti che non sapete giocare la palla, fatevi avanti. Tutti, dal primo all'ultimo, non sono de! signorini, ma degli uomini veri, che non si tirano mai indietro. E I adesso, sotto a lavorare, ragazzi, cl'é " campionato non è finito e \a. Bolzano non mi siete proprio 'piaciuti'. _ 1 Gianni Pigliata g Alessandria. L'allenatore dei grigi Ballacci con Baisi (da sinistra), Dolso e Dalle Vedove Il dottor Ruggiero L'avvocato Gino Testa Il presidente Paolo Sacco

Luoghi citati: Alessandria, Bolzano