Si rievocano i giorni di lotta che ci restituirono la libertà

Si rievocano i giorni di lotta che ci restituirono la libertà Si rievocano i giorni di lotta che ci restituirono la libertà Domani sera, veglia nel recinto del Martinetto - Venerdì nelle caserme e a Palazzo Madama si ricorda il "Processo di Torino" Aprile 1944, i giorni della lotta e della speranza, vissuti nella certezza del riscatto dall'Ignominia del fascismo. La guerra partigiana in montagna e in città, le sofferenze e l'attesa delle popolazioni, ii sangue versato in nome della libertà, per riaffermare la dignità dell'uomo. Tutto questo intendono ricordare, trent'anni dopo, le celebrazioni del mille episodi della Resistenza, delle tappe che portarono alla Liberazione. Decine di manifestazioni sono in programma nel prossimi giorni. Domani, alle 21, gli antifascisti torinesi sono invitati dall'Anpi a trovarsi al Sacrario del Marjtinetlo «per ricordare coloro che trent'anni fa vegliarono in attesa del supremo sacrificio che li attendeva il giorno dopo». Un volantino esorta: «Ognuno porti un fiore, perché ci siano tanti fiori rossi al Martinetto». La « veglia commemorativa » si svolgerà sul piazzale del poligono del Martinetto, illuminato a giorno. Un gruppo di attori della Rai-tv leggerà le lettere scritte ai familiari dal generale Perotti e dai suol compagni di sacrificio. Saranno rievocate le figure dei caduti e il cammino della Resistenza dopo il 5 aprile '44. Faranno da sfondo musicale le più belle canzoni della Resistenza europea. Chiuderà la manifestazione un discorso del presidente dell'Anpi avv. Negro. Mille garofani rossi saranno deposti sul cippo commemorativo dai giovani di tutti i quartieri. Venerdì alle 8,30, nella caserma Cavour, in memoria del sacrificio dei componenti del primo Comitato militare del Cln piemontese, fucilati al Martinetto, avrà luogo una cerimonia presieduta dal comandante della zona militare di Torino, con la partecipazione delle associazioni combattentistiche e d'Arma. Alle 9, nella caserma Morelli di Popolo, il presidente della giunta regionale piemontese, avvocato Oberto, presenti le auto- rità civili e militari, illustrerà ai soldati la Costituzione e lo Statuto piemontese. Ancora venerdì, 5 aprile, si terrà a cura del Comune la celebrazione del trentesimo anniversario del «processo di Torino». Dopo una messa di suffragio per i Caduti del Martinetto (ore 9,30, in Duomo), il sindaco Picco pronuncerà l'orazione ufficiale a Palazzo Madama (ore 10). Seguirà la consegna di medaglie d'oro alla memoria ai familiari dei Caduti e ai superstiti. Verranno anche premiati gli studenti che hanno svolto 1 migliori temi su: «I giovani e la Resistenza in Piemonte». La celebrazione si concluderà alle 11 al Martinetto, con la deposizione di corone da parte delle autorità civili e militari. Per la circostanza 11 Comune ha fatto ristampare il volume «Fiori rosst al Martinetto» di Valdo Fusi. Il sacrario sarà aperto al pubblico dalle 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 17. Il Consiglio regionale e il Comitato regionale antifascista hanno organizzato per sabato 6 aprile, al teatro Alfieri, una lezione sul tema: «Il contributo delle donne all'antifascismo e atta lotta di liberazione in Piemonte». Parleranno, come protagoniste della guerra di Liberazione, Camilla Ravera, Albina Russo, Frida Malan, Giuliana Tedeschi, Camilla Mantica Pallavicino, Anna Rosa Girola Gallesio. Sempre sabato, a Cumiana, citta medaglia d'oro al merito civile, si svolgerà una cerimonia commemorativa dell'eccidio del 3 aprile '44 «affinché il ricordo costituisca, soprattutto nei giovani, motivo di profonda meditazione e di rinnovato impegno a difesa della libertà e della democrazia». Alle 12 un corteo raggiungerà la località dell'eccidio. Domenica 7 aprile saranno ricordati al Pian del Lot presso il Colle della Maddalena, che sovrasta la nostra città, i 27 partigiani fucilati dai nazifascisti il 2 aprile '44. Alle 9 sarà celebrata una messa in memoria nella chiesa di S. Vito. Alle 10 commemorazione dei Caduti sul luogo dell'eccidio. Parteciperanno autorità, i familiari delle vittime, associazioni parti giane e cittadini. ★ ★ Pubblichiamo una commossa rievocazione inviataci dall'avvocate Valdo Fusi, uno del protagonisti del «Processo di Torino»: «Comune di Novara. L'anno 1973, il giorno 11 del mese di giugno alle ore 17, nello studio del sindaco di Novara. E' presente il sindaco Ezio Leonardi assistito dal segretario generale reggente Silvio Cagettl, davanti ai quali compare Valdo Fusi di Torino. E' presente in qualità di testimone Giulio Cesare Allegra. Valdo Fusi consegna alla Città di Novara la penna stilografica appartenuta al capitano Giulio Biglieri di Nova ra, fucilato il 5 aprile 1944 al Martinetto di Torino, con la quale il capitano vergò le lettere datate 3 aprile 1944, e che sono pubblicate nel libro "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana' edito da Einaudi. Il sindaco accetta il dono». «Ti porteremo in Svizzera affin che t tuoi compagni non siano morti della morte vera di cui piange l'Ecclesiaste: di non avere lasciato memoria», mi aveva detto, a Milano, Ugo Zanchetta, tagliata che avevo la corda da Torino (obbligo di non lasciare la città, obbligo di presentarsi ogni giorno in questura, mi avevano ingiunto). «Caro Valdo, sono contento che tv ti sia salvato» mi aveva detto Paolo Braccini. «Tu, ricordati della caserma»; le ultime parole rivoltemi dal capitano Balbis. MI aveva espresso il desiderio che gli fosse dedicata una caserma in Torino, «per bene, con le scuderie e tutto», aveva precisato. «Dio ha voluto che dalla strage uno uscisse indenne, uno che vivesse per rendere testlmo nianza degli eroi; solo per questo tu sei salvo», aveva ammonito l'architetto Zanchetta. Durante questi 30 anni altro non sono stato che il Loro foto grafo e il Loro grammofono. La penna di Biglieri l'ho consegnata; ho proposto l'Intitolazione della caserma. Ciascuno dei condannati, quel 3 aprile, mi aveva affidato un incarico. Umilmente ho cerca to di eseguirli. E poi. Poi sono stato testimone alle nozze delle figliole di Eusebio Giambone e Massimo Montano. Silvio Geuna è stato testimone alle nozze della fi gliola di Giuseppe Perotti, e alle mie. Ho tentato di narrare ciò che avevo visto e udito; nelle scuole medie hanno letto codesta testimonianza, qualche classe mi ha invitato, intelligentemente, non a parlare, ma a rispondere. «Lei si sente un eroe o un uomo qualsiasi?» mi ha domandato un'allie¬ va delle medie di Alplgnano. «Ci sono morti coraggiose e fortunate. Ho veduto — ha detto Montaigne — tagliare il filo di una vita in meraviglioso progresso, e nel fiore dell'ascesa, a qualcuno, con una fine così grandiosa, che secondo me i suoi ambiziosi e coraggiosi propositi non avevano nulla di così alto come la loro interruzione». Bambina di Alplgnano, quelli del Martinetto meritavano almeno un Montaigne. Ma il «materiale» c'è, appartiene ai ragazzi. Uno di essi ha in tasca la penna che degnamente scriverà di Loro.